Vale la pena vaccinarsi contro l’influenza? Dobbiamo davvero allarmarci e correre tutti a vaccinarci? No. L’efficacia del vaccino antinfluenzale non è provata. Ci sono in giro più di cento ceppi di virus influenzali e vaccinarsi per uno o due di questi non ci mette al riparo dal prendere l’influenza. Giocare sull’equivoco che vaccinandosi ci si protegga da tutti i virus dell’influenza, serve solo a vendere più vaccini.
“Nella migliore delle ipotesi, i vaccini possono essere efficaci contro l’influenza A e B, che rappresentano solo il 10% di tutti i virus in circolazione. Il vaccino antinfluenzale ha un effetto molto modesto nella riduzione dei sintomi dell’influenza e della perdita di giorni lavorativi o nella minor ospedalizzazione nella popolazione generale, incluse le donne incinte”. È la conclusione della ricerca, iniziata a maggio del 2013, del gruppo di ricercatori della Cochrane Collaboration, associazione internazionale no-profit che si occupa di raccogliere e valutare criticamente gli studi relativi alla efficacia e alla sicurezza degli interventi sanitari. Inutile, quindi, una prevenzione di massa.
Inoltre il prestigioso e indipendente Cochrane Collaboration denuncia che “per evitare un solo caso di influenza negli adulti tra i 16 e i 65 anni devono vaccinarsi tra le 33 e 99 persone, dipende dalle stagioni e negli anziani non ci sono prove di efficacia perché la risposta anticorpale è inadeguata. Lo stesso vale nei bambini perché il loro sistema immunitario è ancora immaturo. Gli antidoti in commercio coprono soltanto due tipi di influenza, A e B, che rappresentano circa il dieci per cento dei virus in circolazione”.
Ciò dimostra l’inutilità, oltre alla pericolosità, della vaccinazione antinfluenzale. Ricordate poi un’altra, amara verità: i medici non si vaccinano!