Il suolo è un corpo delicatissimo che ci fornisce servizi e benefici preziosissimi (cibo, acqua, aria, biodiversità, eccetera) senza i quali moriamo. Non è una risorsa rinnovabile, ma un bene comune: ha bisogno di cinquecento anni per crescere di 2,5 cm (in Italia si perdono 8 mq di suolo fertile al secondo). Dal 1985 ad oggi sono stati cancellati dal cemento oltre il 56% delle coste italiane. È tra le risorse più importanti e fragili che abbiamo. Ma del suolo sappiamo pochissimo!
– Si forma in migliaia di anni per l’azione di clima, organismi viventi, roccia, forme del paesaggio
– È stato difeso dai nostri antenati
– Influenzerà la vita di tutte le generazioni che verranno!
– È una risorsa non rinnovabile
– È lo spessore vitale con cui oggi mangiamo, respiriamo, beviamo e ci curiamo.
– Ma il suolo è minacciato ed è delicatissimo,
– È la risorsa meno tutelata sulla terra da cui tutti dipendiamo: un paradosso a cui va posto termine.
Per proteggere questo bene così prezioso dobbiamo conoscere nel dettaglio le minacce cui è soggetto il suolo italiano, ovvero:
• erosione,
• diminuzione della materia organica,
• compattazione,
• salinizzazione,
• frane ed alluvioni,
• perdita di biodiversità,
• contaminazione,
• consumo di suolo da urbanizzazione.
Il suolo oggi non viene solo calpestato, ma “consumato” e distrutto per sempre. C’è il rischio, sostiene Paolo Pileri professore associato di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, autore del libro “Che cosa c’è sotto“, che “fra pochi anni tecnici, politici, insegnanti e cittadini, chiamati a partecipare alla vita delle loro comunità, vuoi per votare o per esprimersi sulle scelte di un piano o per accettare un progetto, saranno meno sensibili e meno capaci di opporre argomenti “salva-suolo”, perché semplicemente non se li porranno o non li avranno o, se li avranno, saranno deboli e discutibili”.
Il suolo connette il passato con il futuro. Prima di decidere se accettare un nuovo capannone o una nuova strada, verifica se stai distruggendo una risorsa che non si rigenererà più, impoverendo così l’ambiente attorno a te. La qualità della vita, infatti, dipende molto dagli spazi aperti, dalla nostra relazione con il paesaggio, con la natura, con i luoghi storici dei nostri paesi e paesini, e questo va salvaguardato:
“Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura” (Laudato si’ 44 di Papa Francesco).
Difendiamo il nostro territorio. Diventiamo “partigiani del suolo”.