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Il Reddito di cittadinanza è fattibile?

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In Italia la disoccupazione cresce sempre più, sfiorando livelli record e molti giovani restano fuori dal mercato del lavoro, soprattutto quelli che hanno investito il loro tempo nella formazione universitaria. I giovani italiani sono choosy? No, semplicemente disperati. E non solo loro, perché il lavoro è diventato una vera e propria emergenza nazionale, che investe tutte le fasce anagrafiche. Oggi, tutti tornano a familiarizzare con una parola agghiacciante: povertà.

Per far fronte a questa situazione, Grillo e il suo M5S, veri vincitori delle elezioni 2013 e protagonisti assoluti del nuovo governo, che si insedierà (o almeno proverà) ufficialmente tra qualche giorno, hanno proposto un reddito di cittadinanza sul modello europeo.
In particolare Grillo e il M5S guardano alla riforma tedesca Hartz. Ipotesi fattibile in Italia? Procediamo per gradi.

La situazione in Europa

Abbiamo già chiarito la differenza tra reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito, ma come funziona in Europa? Un’analisi generale della situazione europea mostra come il reddito di cittadinanza (come molti sono soliti riferirsi al reddito minimo garantito) è applicato non in via sostitutiva, bensì aggiuntiva all’ordinaria indennità di disoccupazione, che spesso ha una portata più ampia di quella prevista in Italia.

Il reddito di cittadinanza (o reddito minimo) non è un salario minimo garantito, perché non è erogato dalle imprese, bensì dallo Stato a sostegno di categorie “deboli” che versano in una situazione di disagio sociale, come gli anziani indigenti senza diritto alla pensione o i disoccupati cronici.

All’estero l’esborso di un sussidio (reddito di cittadinanza, reddito minimo garantito) è comunque vincolato a determinate condizioni, come il caso della riforma tedesca Hartz, a cui Grillo vorrebbe ispirarsi.

Reddito di cittadinanza in UE

Reddito cittadinanza in EuropaLa riforma tedesca Hartz

La riforma tedesca Hartz è stata attuata progressivamente attraverso quattro leggi, ultima, non per importanza, la Hartz IV, che ha introdotto un sistema di assistenza economica unica, incorporando il sussidio di disoccupazione al sussidio sociale, e dato vita al cosiddetto assegno minimo di sussistenza per persone in cerca d’impiego (Arbeitslosengeld II). In particolare in Germania funziona così:

  • in primis viene concessa l’indennità di disoccupazione (Arbeitslosengeld I) a coloro che hanno lavorato almeno 12 mesi nei 3 anni precedenti. Spetta per 12 mesi (18 per gli over 55) e nella misura del 60% dell’ultimo stipendio netto, a meno che non ci siano figli a carico (indennità al 67%);
  • dopo un anno (prima della riforma l’Arbeitslosengeld I poteva durare fino a 3 anni) scatta l’Arbeitslosengeld II, anche per coloro che non riescono ad inserirsi nel mercato del lavoro dopo gli studi. I contributi sono così determinati: € 334 al mese a cui si sommano circa € 300 per l’affitto di un appartamento, per un totale di € 634; per le famiglie sono previste invece € 337 per ogni adulto e € 219 per ogni figlio, a cui si sommano € 550 per l’affitto.

Ai disoccupati, che devono dimostrare di essere in cerca attiva di lavoro, vengono fatte delle proposte, al cui rifiuto scattano delle sanzioni: decurtazione del contributo (fino al 60%) o sospensione dello stesso per tre mesi nei casi più gravi.

La proposta di Grillo e del M5S

Il reddito di cittadinanza previsto da Grillo prevede un’erogazione di € 1.000 mensili a qualsiasi cittadino che non riesce ad inserirsi nel mercato del lavoro per 3 anni.
In questi tre anni i beneficiari del sussidio riceveranno dagli uffici di collocamento delle offerte di lavoro in base alle loro competenze e potenzialità.
Al terzo rifiuto, il reddito di cittadinanza verrebbe tolto.

I costi di un simile progetto sono davvero ingenti, si parla di miliardi di euro. Come recuperarli? Grillo ha fatto una serie di proposte (che garantiscono un risparmio di circa 14 miliardi), in aggiunta si potrebbe pensare di eliminare tutti gli altri sostegni alla disoccupazione, la cui spesa statale annuale ammonta a poco più di 15 miliardi di euro.

Riforma Hartz: ipotesi fattibile in Italia?

L’economista Claudio Borghi parla del caso tedesco in questi termini:

“Quando i tedeschi fecero le riforme il loro debito salì di 10 punti. Ma c’era la crescita, il Paese ripartì e inoltre il sussidio funzionò perché fu propedeutico a un mercato in cui le aziende avevano libertà di licenziare e di comprimere i salari”.

Con il suo debito record, l’Italia potrebbe permetterselo? I dubbi sono molti, perché, secondo Borghi:

“L’idea in sé è buona, ma bisogna essere consapevoli del fatto che costa tanto. Qualcosa come 35-40 miliardi all’anno soltanto considerando lo stock attuale di disoccupati. I senza lavoro sono circa 3 milioni, ma l’Italia ha un tasso di occupazione basso e molta gente che è totalmente fuori dal mercato riemergerebbe subito per prendersi l’assegno”.

Inoltre tra le accuse mosse alla riforma tedesca Hartz c’è quella di aver praticato una politica di riduzione salariale e di aver incrementato il precariato, spettro ben conosciuto all’Italia che proprio da questa flessibilità vorrebbe fuggire.

(Fonte forexinfo)

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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