Venticinquemila persone ogni giorno muoiono di fame o a causa di malattie legate alla fame. È il risultato estremo di una condizione quotidiana che vede circa 925 milioni di persone malnutrite. Mentre questa strage si rinnova, in tutto il mondo i prezzi dei prodotti alimentari sono soggetti a variazioni estreme. Nel biennio 2007-2008 i prezzi dei cereali e di molte derrate alimentari raddoppiarono, in qualche caso aumentarono anche di più, per poi ridiscendere bruscamente in pochi mesi. Dal giugno 2010, i prezzi del grano e del mais hanno ricominciato ad aumentare, e sono addirittura raddoppiati nel primo semestre del 2011, superando i massimi storici. Ognuno può immaginarsi che cosa questo significhi per chi ha fame.
Perché i prezzi aumentano tanto? È diminuita la produzione in modo così rilevante da rendere rare, e dunque più preziose e care, le derrate alimentari? In realtà, a scatenare la crisi del 2008 non è stata la carenza di cibo. In quell’anno la produzione mondiale era addirittura aumentata. E anche nei primi mesi del 2011 è stata pressoché costante. Per spiegare le impennate dei prezzi occorre guardare altrove, anche ai mercati finanziari. Esistono lobby internazionali in grado di influenzare i prezzi sulla borsa merci di Chicago, dove si negoziano i contratti sui cereali, i cui valori diventano riferimento per i prezzi in tutto il mondo. Alcune operazioni finanziarie sono delle vere e proprie scommesse giocate sulle materie prime, dal cibo al petrolio, che permettono notevoli profitti. Ma chi paga questo gioco sono i tre miliardi di persone che vivono con meno di due dollari al giorno e non possono più permettersi il pane necessario. Inoltre la cifra scandalosa di 925 milioni di persone malnutrite resta invariata, in un mondo che potrebbe sfamare 11 miliardi di persone.
Di quanto aumenterà il cibo nei prossimi anni? Secondo la Fao e l’Ocse, nel prossimo decennio 2011-2020 i prezzi dei cereali potrebbero stabilizzarsi a un 20% in più rispetto ad oggi, e quelli della carne potrebbero aumentare anche del 30%. Il cambiamento della dieta nei Paesi emergenti porterà a un aumento della domanda di carne, e secondo la Fao nel 2050 per sfamare gli abitanti della terra sarà necessario produrre almeno una tonnellata in più di cereali.
Perché il cibo costerà sempre di più? L’aumento e la volatilità dei prezzi dipendono da tre ragioni principali: la crescita dell’uso di colture alimentari per i biocarburanti; eventi meteorologici estremi e cambiamento climatico; e aumento del volume di scambi sui mercati a termine delle materie prime, ovvero la speculazione tramite i “futures”, strumenti finanziari coi quali si stabilisce “oggi” a quale prezzo comprare “domani” un certo bene alimentare, come il grano o il riso.
Quali sono i Paesi dove la fame sta aumentando? Bulgaria, Repubblica democratica del Congo, Burundi, Comore, Costa D’Avorio e Corea del Nord. La Banca Mondiale nel 2011 ha calcolato che 44 milioni di persone sono finite in povertà come conseguenza dell’aumento dei prezzi dei beni alimentari.
Cosa possiamo fare noi? Evitiamo lo spreco. Un terzo delle risorse alimentari commestibili prodotte per il consumo umano, va perso o viene buttato, per un equivalente di 1,3 miliardi di tonnellate l’anno. Lo spreco di cibo a livello di consumatori nei Paesi industrializzati è di 222 milioni di tonnellate l’anno ed è quasi quanto la produzione netta di cibo nell’Africa sub sahariana (230 milioni di tonnellate). 
Informiamoci. Il cibo è un diritto che ci riguarda tutti. Informiamoci sulle iniziative anti-specualzione dei governi, dell’Unione europea e del G20. Tieniamo d’occhio il Food Price Index della Fao per vedere come variano i prezzi dei beni alimentari. Seguiamo i siti delle ong che difendono il diritto al cibo. Leggiamo i rapporti sulla malnutrizione: per affrontare il problema bisogna sapere dove’, e perché si sta soffrendo la fame.
Per maggiori informazioni scarica il kit informativo Sulla fame non si specula.
Siti sull’argomento:
www.sullafamenonsispecula.org
www.actionaid.it
www.vita.it
www.missionline.org
www.unimondo.org
www.volontariperlosviluppo.it
www.slowfood.it
www.altreconomia.it
www.afronline.org
www.valori.it
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