Il presidente filippino Rodrigo Duterte, 71 anni, si è paragonato ad Adolf Hitler dicendo che sarebbe felice di “far uccidere tre milioni di tossicodipendenti” proprio come il dittatore naturalizzato tedesco fece con gli ebrei. Avvocato ed ex capo mafioso, poi pentitosi, il nuovo presidente delle Filippine è conosciuto come “il Castigatore”.
Già in campagna elettorale aveva annunciato di voler “uccidere 100mila criminali” e buttarli a mare. Le parole di Duterte sono state subito condannate dalle maggiori organizzazioni ebraiche. “Sono affermazioni rivoltanti, Duterte deve ritirarle e scusarsi”, ha detto il presidente del Congresso ebraico mondiale, Ronald Lauder. Dopo novanta giorni al potere, Duterte è già diventato un personaggio estremamente controverso.
Ecco cosa ha detto Rodrigo Duterte a Davao, al suo ritorno dal Vietnam:
“Hitler ha massacrato tre milioni di ebrei. Ora ci sono tre milioni di tossicodipendenti nelle Filippine. Io sarei felice di massacrarli. Se la Germania ha avuto Hitler, le Filippine hanno… (ha aggiunto interrompendosi, ndr). Ma sapete, io voglio eliminare il problema dal mio paese e salvare la prossima generazine dalla perdizione. L’Europa e Stati Uniti sono degli ipocriti, quando criticano la mia campagna anti-droga, nella quale sono già morte tremila persone, molte delle quali uccise dalla polizia sul posto, al di fuori di ogni procedura giudiziaria. Voi Usa, Ue chiamatemi come volete. Ma io non sarò mai ipocrita quanto voi. Ci sono migranti che fuggono dal Medio Oriente. Voi permettete che loro marciscano, e vi preoccupate della morte di mille, duemila, tremila morti?”.
Queste continue sparate stanno iniziando ad avere anche un effetto diplomatico ed economico. La moneta nazionale, il peso, è sceso ai minimi da sette anni dato che molti investitori stanno lasciando l’arcipelago.
Nell’ultimo mese, le Nazioni Unite e l’Ue avevano condannato la marea di esecuzioni sommarie accumulatesi da quando Duterte è entrato in carica a inizio luglio: si calcola che la sua guerra alla droga, ampiamente promessa in campagna elettorale, abbia causato almeno 3.500 morti, di cui almeno un terzo uccisi direttamente dalla polizia e altri da gruppi di vigilantes.