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Il Mondo va davvero alla rovescia

Al di là delle cupe profezie che si ripetono, il mondo va davvero alla rovescia. Dove andremo a finire?

Primo pensierino. Non parliamo della maledizione dei Maya, ma certamente i giornali, che stanno sempre più citando Cassandra, ci annunciano di giorno in giorno un domani sempre più cupo, fatto di straripamento degli oceani, declino delle stagioni e (al più presto) il default; tanto che un ragazzino decenne figlio di miei amici, all’ascoltare i genitori che l’informavano sui destini del mondo, si e’ messo a piangere e ha domandato: “Ma proprio non c’è niente di bello nel mio futuro?”.

Per consolarlo potrei citare numerosi e assai foschi vaticini sugli anni a venire, consueti nei secoli passati. Ecco un brano da Vincenzo di Beauvais(XIII secolo):

Dopo la morte dell’Anticristo…. il giudizio finale sarà preceduto da molti segni che ci sono indicati dai Vangeli…Nel primo giorno il mare si alzerà di quaranta cubiti sopra le montagne e si ergerà dalla sua superficie come un muro. Nel secondo sprofonderà tanto che a stento si potrà vedere. Nel terzo i mostri marini apparendo sulla superficie del mare manderanno ruggiti fino al cielo. Nel quarto il mare e le acque tutte prenderanno fuoco. Nel quinto le erbe e gli alberi manderanno una rugiada di sangue. Nel sesto crolleranno gli edifici. Nel settimo le pietre cozzeranno fra di loro. Nell’ottavo ci sarà un terremoto universale. Nel nono la terra sarà livellata. Nel decimo gli uomini usciranno dalle caverne e andranno vagando come impazziti senza potersi parlare. Nell’undicesimo risorgeranno le ossa dei morti. Nel duodecimo cadranno le stelle. Nel decimoterzo moriranno i viventi superstiti per risorgere coi morti. Nel decimoquinto ci sarà un cielo nuovo e una terra nuova e tutti risorgeranno”.

Come si vede ci sono già tutte le alterazioni climatiche e gli tsunami che ancora ci minacciano.

Saltando sei secoli di ferali annunci, ecco Balzac, nel 1836:

“L’industria moderna, che produce per le masse, sta distruggendo le creazioni dell’arte antica, le cui opere avevano un’impronta personale per il consumatore così come per l’artigiano. Oggi abbiamo dei prodotti, non abbiamo più opere

Come si vede, anche in passato si paventava troppo il futuro.

Secondo pensierino. Ma forse, ripensandoci, “mala tempora currunt” davvero se, come vuole la tradizione, uno dei tipici segnali della fine dei tempi e’ il fatto che ormai il mondo va alla rovescia. Pensate, una volta i ricchi abitavano nel centro di Roma in lussuosi palazzi e i poveri nelle periferie più desolate; oggi i palazzi che fronteggiano il Colosseo pare siano fatiscenti, col cesso sul ballatoio, e li danno via per quattro soldi, anzi, li regalano a gente che neppure se ne accorge. Immagino che i politici corrotti vadano ad abitare al Quarticciolo.

Ieri i poveri viaggiavano in treno e solo i ricchi si permettevano l’aereo: oggi gli aerei costano quattro soldi, mentre i treni diventano sempre più cari e più lussuosi, col bar riservato solo alle classi egemoni.

Una volta i ricchi andavano a Riccione, e nel peggiore dei casi a Rimini, pur di porre i malleoli nell’Amarissimo, mentre nelle isole dell’Oceano Indiano vivevano popolazioni miserabili o vi vivevano deportati gli ergastolani. Oggi alle Maldive vanno solo i politici di rango e a Rimini, ormai, soltanto mugiki russi, appena sottrattisi alla schiavitù della gleba.

Dove andremo a finire?

(fonte Umberto Eco – L’Espresso)

 

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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