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Il costo enorme per la salute della produzione della pelle


Richard Pearshouse, autore di un imminente report sulle concerie di Hazaribagh, e’ un ricercatore senior su salute e diritti umani per Human Rights Watch.

Il Bangladesh e’ il principale esportatore di pelle nel Mondo. Un business da svariati milioni che inonda il mercato dei beni di lusso, ma che ha un costo enorme per la salute dei lavoratori e dei residenti che vivono vicino alle concerie di Hazaribagh, Dhaka. In un rapporto pubblicato, in questi giorni, a New York la Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ha detto che la produzione della pelle, e in particolar modo, la concia impiega una vasta gamma di sostanze chimiche pericolose che possono danneggiare la salute dei lavoratori e di quelli che ci vivono vicino, per non parlare dell’ambiente. Le concerie di Hazaribagh impiegano fino a 15.000 lavoratori, tra questi anche bambini di solo 11 anni, che ha causa di questi veleni soffrono di malattie respiratorie e della pelle.

“Le aziende straniere che importano pelle da Hazaribagh”, afferma Richard Pearshouse, ricercatore presso Human Rights Watch, “dovrebbero garantire che i loro fornitori non stiano violando le leggi sulla sicurezza e la salute o avvelenando l’ambiente”.

Ogni giorno, circa centocinquanta concerie scaricano ventuno mila metri cubi di rifiuti nelle fogne, che fluiscono direttamente nel fiume principale della città. Questa mistura tossica contiene cromo, piombo, acido solforico e altre sostanze, oltre a peli e carne di animali.

I rappresentanti dell’ispettorato governativo del lavoro dell’industria della conceria hanno detto che nessuna delle  concerie di Hazaribagh ha un impianto di trattamento degli effluenti. Per di più, nessun equipaggiamento protettivo è stato dato ai lavoratori che maneggiano sostanze chimiche pericolose. “Neanche i guanti, che gia’ non sarebbero sufficienti, vengono forniti”, ha detto Pearshouse.

Il governo del Bangladesh, da tempo a conoscenza dei danni all’ambiente causati dalle concerie, ha costantemente omesso di far rispettare le leggi sul lavoro o ambientali. Mentre il governo del Bangladesh, ha in programma di trasferire queste concerie, un alto funzionario del Dipartimento Ambiente del Bangladesh ha ammesso che “Non stiamo facendo nulla per Hazaribagh”. Proprio per questo esiste un’intesa “di fatto” affinché non si eseguano controlli o non si applichino le leggi per l’ambiente.

Il rapporto “Toxic Tanneries: The Health Repercussions of Bangladesh’s Hazaribagh Leather”  sottolinea che nel decennio dal 2002, il valore delle esportazioni di cuoio in Bangladesh è cresciuta in media di 41 milioni di dollari all’anno.

Da giugno 2011 a luglio 2012, il paese, competitore chiave dell’India nel settore della pelle, ha esportato circa 663 milioni di dollari di articoli in pelle e cuoio, comprese le calzature di circa 70 paesi, come la Cina, la Corea del Sud, Giappone, Italia (81 milioni), Germania (52 milioni), Spagna (22 milioni), e negli Stati Uniti.

I ricercatori di Human Rights Watch hanno parlato con lavoratori che si erano rotti braccia, perso dita o mani, in seguito a gravi incidenti coi macchinari. Una buona parte del lavoro nelle concerie include la misurazione e la miscela di agenti chimici, il riversarli sulle pelli nei bidoni, o il trasporto delle pelli fuori dai pozzi, una volta sature. Infezioni fungine, scabbia, orticaria e dermatite da contatto (una reazione della pelle a irritanti o allergeni) sono comuni fra gli operai. Tra questi lavoratori ci sono anche bambini, di 11 anni, che lavorano per dodici o persino quattordici ore al giorno, considerevolmente oltre il limite delle cinque ore fissato dalla legge per gli adolescenti. Impegnati in lavori pericolosi, come ad esempio l’immersione della pelli in prodotti chimici, il taglio delle pelli conciate con lamette. Le donne e le ragazze, dice il rapporto, sono pagate meno rispetto agli uomini.

“Le concerie Hazaribagh” chiude Pearshouse “hanno operato per anni in una zona franca, senza regole. Ed il governo ha ignorato il problema”.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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