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I punti salienti dell’agenda Monti

Agenda-Monti

Vediamo i punti salienti del manifesto programmatico, “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune”, con il quale Mario Monti punta ad aggregare quelli che ha definito i “cespugli riformisti” presenti nei principali schieramenti politici.

Monti parte dal rapporto Italia-Europa, punta su un Paese pronto a battersi per un Unione più comunitaria, sottolinea che versiamo più di quanto riceviamo, e chiede all’Unione Europea politiche che abbiano maggiore attenzione alla crescita, “l’Italia deve battersi per un’Europa più comunitaria e meno intergovernativa, più unita e non a più velocità, più democratica e meno distante dai cittadini”, sottolinea Monti che “per contare nell’Unione europea non serve battere i pugni sul tavolo“.

Nel secondo punto c’è la costruzione di un’economia dinamica e moderna che non deve passare da un aumento del debito pubblico ma da una costruzione di finanza sana. Si riprende il concetto di spending review e si chiede per la prossima legislatura di riformare il sistema tributario. “Con un debito pubblico che supera il 120% del PIL non si può seriamente pensare che la crescita si faccia creando altri debiti. Non è una questione di cieco rispetto di vincoli europei o sottomissione ai mercati. E’ la realtà, scomoda, dei numeri. Lo spread conta per le imprese e i lavoratori, perché finanziare il debito pubblico costa agli italiani €75 miliardi in interesse annuali, ovvero circa il 5% del PIL. Ridurre di 100 punti base il tasso di interesse che paghiamo sul debito, vale 20 miliardi di euro a regime. E da novembre 2011 il tasso di interesse è calato di oltre 250 punti”. Le soluzioni proposte sono due ridurre il prelievo fiscale e caricare di più i grandi patrimoni.

Ci sono poi paragrafi dedicati all’economia verde,”l’economia verde non può essere “altro” dall’economia, ma è parte integrante dell’economia” e alle liberalizzazioni con l’accento posto sui servizi pubblici locali. Riforma della giustizia civile e contratti di lavoro sempre più decentrati sono gli elementi chiave per il rilancio dell’industria senza dimenticare istruzione formazione e ricerca.”La scuola e l’università sono le chiavi per far ripartire il Paese e renderlo più capace di affrontare le sfide globali. A livello collettivo, investire in capitale umano è la strada per sfuggire alla morsa della competizione di Paesi con costi di manodopera più bassi. A livello individuale, avere un grado di istruzione adeguato e competenze appropriate è una carta fondamentale per trovare lavoro, realizzare le proprie aspirazioni“. Ridurre il tasso troppo alto (18%) di abbandono scolastico precoce con misure mirate e nuovi investimenti nelle strutture scolastiche.

Divieto di fare marcia indietro su riforma delle pensioni e del lavoro anzi, Monti si auspica correzioni per completare le parti mancanti.

Per i lavoratori la parola d’ordine sarà flessibilità, in cantiere c’è anche un piano di occupazione giovanile, con incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro e con forme di detassazione per chi assume lavoratori tra i 18 e i 30 anni.

Un altro obbiettivo e la detassazione dei redditi del lavoro femminile e l’ampliamento del congedo di paternità. Merito e produttività diventeranno elementi chiave anche nel pubblico impiego, con un auspicio “ridurre i condizionamenti della politica nelle carriere amministrative”. Allo studio anche la creazione di un reddito di sostentamento minimo, condizionato alla partecipazione a misure di formazione e di inserimento professionale. 

L’ultimo capitolo è quello dedicato alle istituzioni, il rilancio dell’Italia, scrive Monti, “deve passare da un federalismo responsabile e da bilanci pubblici sempre più trasparenti“. Poi c’è il paragrafo politica con una drastica riduzione dei contributi pubblici ai partiti e ai gruppi parlamentari e un invito ai cittadini ad essere “meno comprensivi verso la cattiva politica ed ai comportamenti non virtuosi di coloro che hanno responsabilità politiche, a tutti i livelli“.

Infine la giustizia, “va introdotta una disciplina sul falso in bilancio e completata la normativa su anticorruzione e antiriciclaggio. Va rivista la riduzione dei termini di prescrizione per garantire in modo più adeguato l’azione di prevenzione e contrasto di diversi gravi reati, va introdotta una disciplina sulle intercettazioni e una più robusta disciplina sulla prevenzione del conflitto di interesse”. Tolleranza zero verso corruzione, evasione fiscale e sommerso. Poche le righe dedicate alla criminalità organizzata ma “la legge sulla incandidabilità“, conclude il professore, “manda un segnale preciso“.

Vi ha convinto? Cosa ne pensate?

Qui il testo completo dell’Agenda Monti.


Le parole e i fatti. I posti di lavoro improduttivi “ostacolano la creazione di posti produttivi e perciò impediscono a molti giovani di trovare un impiego”. La “solidarietà falsa” è quella “erogata con modalità che causano minori investimenti, maggiore inflazione, minore crescita, costi per le generazioni future”, mentre il Trattato di Maastricht “non pone limiti alla possibilità di erogare solidarietà vera: dare ad alcuni oggi togliendo ad altri oggi, non togliendo alle generazioni future”. “Se respingiamo l’idea di voler competere” con i Paesi più produttivi “perché non siamo disposti a inseguire troppo l’efficienza a scapito della solidarietà, senza volerlo prepariamo l’Italia a un futuro di disoccupazione”. Ma non occorre abbandonare i valori profondi della nostra società: “basta affidarne l’attuazione a strumenti che non ostacolino troppo l’efficienza del sistema produttivo”. Queste frasi provengono da articoli scritti da Mario Monti per il “Corriere della Sera” nel 1993, ma potrebbero essere utilizzate per spiegare la sua azione attuale di presidente del Consiglio. Derivano infatti da una visione generale – quella dell'”economia sociale di mercato” – che ha sempre guidato il pensiero e l’azione di Monti: da economista, da commissario europeo, da tecnico chiamato a fermare la corsa dell’Italia (e dell’Europa) verso l’abisso della crisi. Questo libro raccoglie gli interventi più significativi di Monti dal gennaio 1992 alla presentazione del decreto “salva-Italia” nel dicembre 2011.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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