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I 10 consigli per ridurre gli sprechi alimentari

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La Commissione Europea ha pubblicato quest’estate una brochure sugli sprechi alimentari in tutte le lingue dell’Unione europea dal titolo “STOP FOOD WASTE”, un decalogo di consigli per ridurre i rifiuti alimentari nella vita di tutti i giorni, attraverso suggerimenti per ridurre gli sprechi, risparmiare denaro e proteggere l’ambiente. Tutti consigli che sotto le feste natalizi, maggiormente in tempo di crisi, posso tornarci utili.

Le cause dei rifiuti alimentari sono da ricercare nella:

  • sovrapproduzione, danneggiamento dei prodotti o delle confezioni sia nella produzione all’origine che nell’industria alimentare;
  • inefficienza degli stoccaggi o delle strategie di marketing, come le offerte 2 x 1 nelle vendite al dettaglio;
  • mancanza di consapevolezza, mancanza di pianificazione commerciale e confusione nella lettura delle date di scadenza sulle etichette (“preferibilmente entro” ed “entro”) da parte delle famiglie;
  • dimensioni delle porzioni standard (es. catering);
  • conservazione inadeguata durante tutta la catena di approvvigionamento alimentare;
  • inadeguatezza degli imballaggi alimentari.

Tutti gli attori della catena alimentare dovrebbero contrastare le diverse cause, specifiche per settore, allo scopo di ridurre i rifiuti alimentari.

Cosa si può fare? Il cibo che buttiamo è uno spreco di risorse preziose in quanto è costoso da acquistare e smaltire: ecco, quindi, dieci pratici consigli.

    1. Acquistare in modo intelligente e pianificare i pasti settimanali. Fare una lista della spesa e attenersi ad essa. Non fare acquisti quando si ha fame. Acquistare frutta e verdura sfuse in modo da poter selezionare la quantità desiderata.
    2. Controllare le date di scadenza: “consumare entro” significa che il cibo è sicuro da mangiare fino al giorno indicato, ad esempio per la carne ed il pesce; “consumare preferibilmente entro” mostra, invece, la data fino a quando il prodotto mantiene le sue qualità, ma si può consumarlo ancora dopo tale data.
    3. Pensare al portafoglio: sprecare cibo significa sprecare denaro.
    4. Verificare la “salute” del frigorifero, controllandone regolarmente le guarnizioni e la temperatura, che deve essere tra 1 e 5 gradi, al fine di mantenere gli alimenti freschi il più a lungo possibile.
    5. Conservare gli alimenti secondo le istruzioni riportate sulla confezione di imballaggio.
    6. Far ruotare gli elementi nella dispensa e nel frigorifero, portando in avanti quelli più vecchi e riponendo sul fondo quelli più nuovi, in modo di evitare di trovare prodotti ammuffiti negli scomparti.
    7. Servire piccole porzioni, si può sempre fare il bis!
    8. Conservare gli avanzi e consumarli per il pranzo o la cena del giorno successivo, oppure congelarli per un’altra occasione.
    9. Congelare il pane in eccesso e scongelarne qualche fetta al bisogno.
    10. Trasformare i rifiuti in cibo per il giardino, creando una compostiera per le bucce della frutta e della verdura per nutrire le piante con un composto ricco.

Il cibo è sprecato prima, durante e dopo la preparazione dei pasti nelle famiglie ed è scartato durante la produzione, la distribuzione, la vendita al dettaglio e la ristorazione.

Circa 90 milioni di tonnellate di cibo viene sprecato ogni anno e 180 kg pro capite all’anno solo in Europa, esclusi i rifiuti agricoli alimentari e gli scarti di pesce.

Circa un terzo degli alimenti destinati al consumo umano viene sprecato a livello mondiale: 1,3 miliardi di tonnellate l’anno, secondo la FAO.

La quantità di rifiuti alimentari nei paesi industrializzati è pari a quella nei paesi in via di sviluppo: nei paesi in via di sviluppo, oltre il 40% delle perdite di cibo avviene dopo la raccolta e durante la lavorazione mentre nei paesi industrializzati, oltre il 40% delle perdite avviene a livello di vendita al dettaglio e di consumatori.

La sostenibilità della catena alimentare è importante ed è essenziale per affrontare il cambiamento climatico, la scarsità delle risorse e la sicurezza alimentare globale.

La produzione alimentare e il consumo costituiscono il 20-30% di tutti gli impatti ambientali dell’Ue, il 17% delle emissioni dirette di gas effetto serra ed il 28% delle risorse materiali dell’Ue. Gli altri impatti ambientali sono legati al consumo di energia, all’uso del suolo, all’uso dell’acqua, alla mancanza di biodiversità e alla produzione dei rifiuti.

Cosa sta facendo l’Ue? La Commissione sta analizzando come ridurre al minimo i rifiuti alimentari senza compromettere la sicurezza alimentare attraverso delle piattaforme tra le parti interessate; si consulta con i Paesi dell’Ue e gli esperti per scegliere le azioni più appropriate a complemento di quelle nazionali e locali; intende istituire una banca dati sulle buone pratiche in materia di riduzione dei rifiuti alimentari. La Comunicazione della Commissione del settembre 2011 “Roadmap to a Resource Efficient Europe”, una tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse in Europa, definisce il quadro di questo lavoro, identificando l’alimentare come il settore chiave per migliorare l’efficienza delle risorse e cercare incentivi per dimezzare lo smaltimento dei rifiuti alimentare commestibili nell’Unione europea entro il 2020. Questo lavoro confluirà in una nuova Comunicazione sul cibo sostenibile che sarà adottata nel 2013.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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