“Partenza col “Bot” per il governo Renzi. La polemica scaturisce dall’intervista fatta ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio durante la trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata, nella quale è stata ventilata l’ipotesi di un aumento della tassazione sui Bot. Nettamente contrari Federconsumatori e Adusbef, per le quali su un investimento di 100.000 euro in Bot annuali, agli attuali tassi, si otterrebbe un incremento fiscale di 60 euro. Codacons annuncia: “Pronti a comitati di protesta”.
Proprio mentre il Governo Renzi sta chiedendo la fiducia al Senato, non si placano fra i Consumatori le polemiche legate all’intervista televisiva di Delrio, che ieri su Raitre ha parlato di un “innalzamento delle imposte sulle rendite finanziarie in linea con gli standard europei al 25” e non ha escluso la tassazione sui Bot: “Se una signora anziana ha messo da parte 100 mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo”. Secondo il sottosegretario, i proventi di queste tasse potranno essere reinvestiti “a favore delle fasce più deboli”. In realtà, a stretto giro da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che “non è prevista, né ci sarà alcuna nuova tassa. L’orizzonte del governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro”.
In ogni caso i Consumatori alzano le barricate. Affermano Federconsumatori e Adusbef: “Lo scivolone del sottosegretario Delrio, che ancor prima di ricevere la fiducia delle Camere, ha evocato come primo atto un ulteriore giro di vite sulle tasse già troppo elevate, invece di affrontare i gravissimi problemi che affliggono gli italiani, come disoccupazione, giovani senza futuro, perdita del potere di acquisto, idrovore fiscali e bancarie, crescita, tagli a sperperi e sprechi dei mandarini di Palazzo, regole certe a Bankitalia ed ai banchieri che continuano a dettare le linee di politica economica di loro convenienza ai governi di turno, ripropone il tema della patrimoniale, che seppur mascherata è già in vigore sugli investimenti finanziari e sui titoli di Stato”. Le due associazione hanno ipotizzato un dossier titoli di 100 mila euro, investito in Btp decennali al tasso lordo del 3,5% ed in Bot annuali all’1%, gravati da una imposta di bollo del 2 per mille e da una ritenuta fiscale del 12,5% sulle cedole: “Se il Governo dovesse portare la ritenuta fiscale dal 12,5 al 20% per un investimento di 100.000 euro su un Btp decennale, mantenendo il 2 per mille, potrebbe produrre una maggiore stangata fiscale di 262,50 euro; senza il 2 per mille di 62,50 euro”. Altra ipotesi è quella di un investimento in Bot annuali: “Su un investimento di 100.000 euro in Bot annuali, agli attuali tassi dell’1% lordo, otterrebbe un incremento fiscale di 60 euro, mantenendo la patrimoniale mascherata del 2 per mille; un decremento fiscale di 140 euro, con la sacrosanta abrogazione del 2 per mille sui bolli”.
Commentano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti delle due associazioni: “Adusbef e Federconsumatori chiedono al Governo maggiore attenzione in materie così delicate e sensibili, che riguardano sudore, lacrime e sangue di milioni di italiani e delle loro famiglie, che hanno fatto tanti sacrifici per poter mettere da parte qualche risparmio, costretti poi ad erodere per una funzione impropria di “ammortizzatori sociali” a giovani figli, nipoti e parenti disoccupati o relegati alla funzione di ‘esodati’”.
Una netta contrarietà all’ipotesi arriva anche dal Codacons. “Giù le mani dai Bot – commenta il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi – Siamo pronti a costituire comitati di protesta in tutte le città italiane. Non si possono tassare i pochi risparmi rimasti alle famiglie”. Per il Codacons l’operazione di tassare maggiormente i Bot “è assolutamente inutile, considerato che sarebbe una partita di giro che avrebbe come unico effetto quello di innalzare i tassi di interesse. Gli investitori, infatti, guardano al tasso di interesse reale, non a quello nominale. Insomma lo Stato prenderebbe i soldi con la mano destra e finirebbe per ridarli con la sinistra, sotto forma di maggiori interessi”. L’associazione di consumatori è, invece, “favorevole ad aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, oggi tassate al 20%, meno della prima aliquota con la quale viene tassato il lavoro, purché ovviamente quei soldi siano tutti destinati a ridurre le tasse al ceto medio, ossia a quel 50% di italiani che oggi fatica ad arrivare a fine mese”. Helpconsumatori