“La musica nella sua completezza, fatta di mille e più sfaccettature, genera sempre nuove idee. Idee che nascono in fase sperimentale, per poi essere felicemente trascritte in spartito e finalmente presentate ad un eventuale pubblico che ne deciderà la loro sorte. Io musicista e molti altri come me, riteniamo che i nostri nuovi artisti italiani, siano riconosciuti come un bene comune e che non vadano tassati da subito, se non prima di farli maturare, per poi renderli operativi in un futuro servizio di strozzinaggio da parte della Siae che ne richiederà il mantenimento senza mai fare nulla per loro. Dietro i nostri giovani artisti, girano da subito soldi stanziati dagli stessi, sia per le scuole di musica che per le sale prove e per la loro dovuta strumentazione acquistata dai mercanti a caro prezzo. Trovandoci poi in situazioni dove gli unici supporter, sono i rari locali o club che dedicano interamente la loro gestione al palco. Purtroppo oggi oltre ad essere rari, non se la sentono neanche più di rischiare per le troppe pressioni burocratiche, rimborsi spese e diritti d’autore inesistenti che la Siae stessa richiede nei loro confronti, frenando il sistema d’inserimento nel mercato per i giovani e per la loro e dovuta crescita promozionale, oltre all’eventuale rischio di chiusura delle location stesse per mancanza di fondi di gestione palco. Purtroppo in Italia non c’è una realtà per i live dedicati ai soli emergenti, non c’è mai stata una vera cultura e tanto meno un pubblico attento, troppa ignoranza per le nuove iniziative, si sopravvive con la scarsa presenza di amici, unici e veri supporter delle band o dagli artisti stessi che seguono i live per non demordere sulla loro passione! Ora uno può dire: Ma con tutta sta crisi pensi alla musica? Io e tanti altri come me, la musica ci ha saputo donare momenti magici e mille emozioni. Daisaku Ikeda dice: La musica è un linguaggio globale, la magica chiave che apre i cuori della gente al di là delle differenze di nazionalità, etnia e religione. La musica è un grande catalizzatore che porta l’armonia nel cuore, nella mente delle persone, unendo l’umanità in una sola cosa. La musica è la melodia dell’avanzare della vita che trasmette gioia, coraggio e speranza. E’ il suono dell’attività dinamica, della creatività e del progresso.
La cultura musicale se ben gestita è un mercato utile e redditizio anche per la nazione stessa. America e paesi europei come l’Inghilterra, Germania ne fanno un buon business, perché si vivono il mercato con la giusta attenzione e maturità per il loro popoli. Bene! Noi cosa abbiamo? La Siae. A cosa serve la Siae? Per tutelare i diritti d’autore e pagare più di una tassa? E cosa me ne faccio io della Siae se non riesco a far conoscere la mie opere? Purtroppo…vendi o non vendi, gli paghi comunque più di una tassa. Secondo me la Siae come tutore dovrebbe chiudere! A meno che…non decida di sostenere tutte le opere in generale e i centri di presentazione, finanziare nuovi concerti nelle varie città, utilizzare anche programmi televisivi su un proprio canale europeo in chiaro, dedicarsi interamente all’arte e spettacolo italiano ecc. Dedicarsi alla ricerca e a promozioni di nuovi talenti senza discriminazioni in base allo stile musicale, così da poter aprire la porta nazionale e europea ai nostri giovani artisti più meritevoli che sono veramente tanti e non solo per i raccomandati. Poter dare sostegno su tour promozionali, nazionali e europei, magari gestendo il tutto con la retta annuale del artista contribuente da loro iscritto e non trattenere il denaro per la sola loro gestione ministeriale triste e antiquata! (Concerto Death Metal = Per la Siae Concertino con orchestra….vabbè!!) Sicuramente dedicandosi alla crescita del mercato ci saranno più iscrizioni, più lavoro e più opere da tutelare! Non esiste solo il calcio come business. NB. Ovvio che il pensiero non è per la sola musica, ma per tutte le opere, artisti, autori, attori di ogni genere che condividono come me la Siae.” Stefano B.