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Fame, guerra e epidemie. A rischio 1,5 milioni di bambini in Sahel


È nuovamente allarme per la crisi alimentare in Sahel, la fascia dell’Africa sub sahariana che comprende gli interi territori di Ciad, Burkina Faso, Mauritania, Mali e Niger e le regioni settentrionali della Nigeria, Camerun e Senegal. A questi si teme si possa aggiungere il Gambia, dove la situazione di sicurezza alimentare sta divenendo critica. Il Sahel è notoriamente una regione desertica ed è questa la ragione principale della crisi alimentare che sta colpendo da anni una vasta zona del continente. La popolazione del posto è costretta a fare i conti con il problema ogni giorno, anche alla luce del fatto che l’attività maggiormente praticata è l’agricoltura.

Con l’arrivo della “stagione secca”, la più critica dell’anno, 1,1 milioni di bambini sono a rischio di malnutrizione acuta grave e in serio pericolo di vita, con le previsioni peggiori che fanno aumentare tale stima a 1,5 milioni di bambini. Allo stato attuale, altri 3 milioni di bambini sono affetti di malnutrizione moderata. Nella regione, quindici milioni di persone soffrono per un grave stato d’insicurezza alimentare, risultato di una crisi dovuta a insufficienti precipitazioni, scarsi raccolti, aumento dei prezzi alimentari. Dopo le siccità del 2005 e 2010, il Sahel – la fascia di territorio semidesertico che intercorre tra Sahara e Africa tropicale – affronta nel 2012 una crisi analoga e in rapido peggioramento: insieme alla perdita dei mezzi di sussistenza, la situazione è aggravata dalla crisi politico-militare in Mali, all’origine dello sfollamento di popolazioni all’interno del paese e di un flusso di profughi in quelli confinanti. Nei paesi colpiti dall’emergenza la situazione è estremamente grave: i tassi di malnutrizione globale acuta – grave e moderata – sono pari o superiori al 10%; in Ciad e in molte regioni di Niger e Mauritania il tasso ha superato la soglia d’emergenza del 15%. In Niger, il numero di bambini curati nel mese di aprile contro la malnutrizione acuta grave è stato superiore alla somma di quelli curati nello stesso periodo del 2010 e del 2011.

Fonte UNICEF

Nel Sahel, la malnutrizione costituisce il più grave fattore di rischio di mortalità e morbilità tra i bambini piccoli, contribuendo al 35% di tutti i decessi infantili annui nella regione. La malnutrizione acuta (rapida perdita di peso dovuta a cause improvvise), e in particolare la malnutrizione acuta grave, pone seri rischi di mortalità infantile. Ogni anno nel Sahel muoiono 645.000 bambini, 226.000 per cause legate alla malnutrizione: siccità, scarsi raccolti e l’aumento dei prezzi alimentari stanno ora provando duramente comunità già in difficoltà per le siccità degli anni passati, e che si trovano costrette a vendere il bestiame, indebitarsi, ritirare i bambini dalle scuole, ridurre qualità e quantità degli alimenti. Nei paesi colpiti, la malnutrizione dei bambini è effetto non solo della quantità e qualità del cibo disponibile: la maggior parte delle morti infantili è correlata anche alla mancanza di adeguati servizi di assistenza nutrizionale e medica, e di acqua potabile e condizioni igieniche di base. Nella fase attuale, ulteriori rischi sono posti dal pericolo di epidemie di colera, morbillo e meningite, con conseguenze devastanti per bambini già malnutriti.

L’emergenza nutrizionale è aggravata dalla crisi in Mali dopo il colpo di stato di metà marzo, che ha aumentato l’instabilità nella regione e posto ulteriori rischi per le circa 150.000 persone sfollate nel paese e per le altre 190.000 rifugiate nei paesi confinanti (63.913 in Mauritania, 56.817 in Burkina Faso, 39.388 in Niger, 30.000 in Algeria), oltre che per le comunità d’accoglienza presso cui si trovano sfollati e rifugiati. In Mali, situazione politica e condizioni di sicurezza sono in rapido mutamento: il nord del paese è stato dichiarato indipendente dal gruppo ribelle del MLNA; il conflitto armato e l’insicurezza diffusa sta peggiorando le condizioni di sfollati interni e profughi nei paesi limitrofi – oltre la metà dei 190.000 profughi sono bambini – spesso accolti in aree gravemente colpite dalla crisi alimentare e nutrizionale. Allo stato attuale, l’UNICEF ha accesso agli sfollati nel sud del paese e ha inviato assistenza umanitaria nelle 4 regioni del nord. Problemi di sicurezza sussistono anche in Nigeria, Niger e Mauritania, ostacolando l’assistenza alle popolazioni.

Nei singoli paesi, l’UNICEF prevede che nel 2012 sarà necessario curare contro la da malnutrizione acuta grave: 100.000 bambini in Burkina Faso, 55.000 in Camerun, 127.300 in Ciad, 175.000 in Mali, 12.600 in Mauritania, 394.000 in Niger, 208.000 in Nigeria e 20.000 in Senegal. Numeri impressionanti.

Numerose associazioni onlus e nonprofit si impegnano quotidianamente con azioni umanitarie di volontariato e non per portare acqua e cibo in una terra in cui è tanto difficile sopravvivere.

Per il complesso degli interventi necessari nel 2012, l’UNICEF stima occorrano 119,5 milioni di dollari: finora il 66% dei fondi sono stati ricevuti, per un totale di 79,1 milioni di dollari. Per coprire i bisogni immediati e gli interventi più urgenti, l’UNICEF ha stanziato risorse interne e i finora fondi disponibili sono stati utilizzati in via prioritaria per la fornitura di alimenti terapeutici pronti per l’uso e per altri servizi diretti alla cura della malnutrizione acuta grave. Fondi ulteriori risultano ora urgenti per intergare gli interventi nutrizionali con altri per l’acqua e l’igiene, la sanità, la protezione dell’infanzia e l’istruzione, e il totale dei fondi necessari è al momento sottoposto a revisione.

Aiuta a salvare la vita dei bambini con una donazione online al Comitato Italiano per l’UNICEF – ONLUS. 

(Per ulteriori informazioni UNICEF e adozione-a-distanza)

 

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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