Polonia ed Ucraina ospitano in questi giorni il campionato europeo di calcio “Euro 2012”. Dal fischio d’inizio fino al giorno della finale prevista a Kiev il prossimo 1 Luglio, sono centinaia di migliaia i supporters attesi negli stadi delle due nazioni, mentre saranno milioni gli spettatori che seguiranno l’evento in tutto il mondo. Indubbiamente è questa una grande opportunità per veicolare messaggi a favore dell’attività fisica, circa il fairplay, contro il dooping e verso degli stili di vita consapevoli. Tuttavia, analizzando il bouquet delle sponsorizzazioni, emerge che i principali finanziatori della kermesse calcistica siano anche le più grandi multinazionali produttrici di alcol, di bibite gassate o del cosiddetto junk food (cibo spazzatura). L’allarme è stato lanciato da EUROCARE (The European Alcohol Policy Alliance – un raggruppamento di 48 organizzazioni sanitarie istituzionali di 21 paesi europei impegnate in programmi di prevenzione per i danni alcol-correlati) che denuncia da un lato la scarsissima considerazione del fenomeno da parte delle autorità sportive e dall’altro l’impatto negativo di queste pubblicità sulla salute pubblica.
Recenti studi mostrano, che gli eventi sportivi sponsorizzati dall’industria dell’alcol sono associati a livelli più alti di consumo di alcol tra gli spettatori sportivi, rispetto agli spettatori in occasione di eventi sportivi in cui l’evento non è sponsorizzato dal settore delle bevande alcoliche. Ciò è particolarmente preoccupante visto che agli attuali Europei la Carlsberg e’ uno dei principali sponsor.
In Danimarca sette delle prime dieci squadre di calcio sono sponsorizzati da cinque marche di alcolici. Carlsberg è il top sponsor (sponsor FC Copenhagen, AGF e Silkeborg FC) e Royal Unibrew secondo (sponsor Esbjerg FC, FC Nordsjaelland e Køge FC). L’industria della sponsorizzazione dell’alcol non è molto diffusa in altri sport popolari. In Germania l’industria delle bevande alcoliche sponsorizza alcuni eventi sportivi e parecchi club Tedeschi; 36 (72%) dei 50 club sportivi monitorati sono finanziati dai produttori di alcolici. Nei Paesi Bassi dei 50 club sportivi che sono stati visitati per questo rapporto 29 (58%) hanno dichiarato che i club sono sponsorizzati dai produttori di alcolici. Il modo in cui vengono eseguite le offerte di sponsorizzazione varia notevolmente tra i rami selezionati sportivi e, in alcuni casi, anche tra club della stessa disciplina. È singolare che una birreria di grandi dimensioni come Heineken è in grado di utilizzare diversi sport per promuovere i loro diversi marchi. Ad esempio, il marchio Heineken è fortemente legato agli sport d’elite come l’hockey (sponsorizzando la metà dei primi dieci club di Premier League) e vela (la Heineken Regata). Heineken marchio Amstel, tuttavia, è legato fortemente anche a sport più popolari come il calcio (con la sponsorizzazione della metà dei primi dieci club di Premier League). Infine in Italia dei 50 gruppi sportivi visitati per la presente relazione, 23 (46%) sono stati sponsorizzati da un produttore di alcol e/o da un settore della distribuzione di alcol (ristoranti, enoteche, rivenditori di bevande alcoliche, ecc.). I club sportivi sono sponsorizzati sia da grandi marchi multinazionali nonché da produttori regionali e locali. Alcuni club hanno più di uno sponsor legato all’alcol. Due federazioni nazionali (calcio e rugby) sono sponsorizzati da marche di alcolici.
Inoltre dalle rilevazioni effettuate sul tema “sport, pubblicità e salute” viene evidenziato come nel 2011 si siano spesi per le sponsorizzazioni quasi 50 miliardi di dollari (rispetto ai 5,6 miliardi nel 1987). EUROCARE, con questa sua forte presa di posizione, desidera ricordare che l’abuso di alcol è riconducibile al 10% della spesa sanitaria nei paesi del vecchio continente. Questa sostanza è considerata uno dei fattori di rischio più importanti per la salute e principale causa di mortalità e morbilità. La pubblicizzazione indiscriminata può condurre a dipendenza, e può produrre danni non solo all’assuntore ma anche alle famiglie e al contesto sociale allargato.