“Carissimi terromotati del centro Italia, suggeriamo di non prendere il “Modello Emilia” per la non-ricostruzione. La gente è ancora fuori casa anche se Regioni e sindaci vogliono far credere il contrario”. È questo l’allarme lanciato da Sandro Romagnoli del Comitato dei terremotati Sisma 12. Loro il “Modello Emilia” lo stanno ancora sperimentando… a loro spese.
“Caro Neo Commissario Errani,
Il “modello Emilia”, da Lei fortemente voluto, prevedeva come principio base che il commissario delegato fosse il Presidente della Regione colpita e che i Sindaci dei comuni del cratere fossero nominati tutti suoi vice “ per essere più vicini alle esigenze concrete della popolazione”. Non ci risulta che Lei sia Presidente di Marche, Lazio, Abruzzi o Umbria….
Speriamo che questa discrepanza significhi che, al di là dei proclami e delle frasi fatte, non si voglia ricadere negli stessi errori che hanno costellato il post emergenza emiliano.
Magari, per riprendere a mano la materia, potrebbe riguardarsi la petizione in 17 punti firmata da migliaia di cittadini emiliani che abbiamo presentato a Bologna un paio di anni fa (la volta che Lei non ha voluto riceverci in presenza della stampa) e che ora giace coperta di polvere in qualche sgabuzzino del palazzo della Regione, oppure la relazione che abbiamo presentato in audizione a Roma, in data 19 ottobre 2015, su richiesta della Commissione Parlamentare per la Semplificazione. O anche le note sulle problematiche da surplus di burocrazia che, in questi anni, abbiamo segnalato nei vari incontri avuti coi suoi collaboratori e che, ignorate, puntualmente si son verificate nonostante avessimo anche proposto delle soluzioni praticabili.
In ogni caso sappia che potrà far conto su di noi per un memo su tutte quelle cose che non hanno funzionato e che, a quattro anni dal sisma che c’è toccato il maggio 2012, ancora non stanno funzionando. Mica per cattiveria o amore di polemica, ma perché noi ci siamo passati e la condizione del terremotato l’abbiamo vissuta, e la viviamo, sulla nostra pelle e vorremmo evitare che altri fossero costretti a subire gli stessi sbagli”.