Nel corso degli ultimi due anni l’ente di riscossione ha registrato un buco in bilancio di 73 milioni di euro.
Saranno tanti i contribuenti italiani a stropicciarsi gli occhi e a non credere che Equitalia, l’ente di riscossione che rappresenta da tempo ormai un incubo per tutti, presenta conti economici non proprio in ordine. Anzi tutt’altro. Eppure i numeri stanno lì a dimostrare che è proprio così. A cominciare dai ricavi, il dato in assoluto più significativo: ebbene tra il 2010 e il 2011 sono scesi di ben 197 milioni di euro, e il trend al ribasso è continuato anche nel 2012. È evidente dunque che ad influire in maniera negativa sui bilanci di Equitalia non sono state certamente le ultime decisioni adottate dal governo, che ha cercato di spuntare un po’ le unghie ai funzionari della riscossione. In realtà a calare è stato proprio il gettito recuperato, a testimonianza di un Paese che giace in uno stato di crisi ormai da qualche anno.
Aggi in calo, rateizzazioni in aumento
Altro elemento fondamentale che merita una sottolineatura, all’interno dei conti di Equitalia, è quello dell’andamento economico degli aggi, che rappresentano non a caso la fonte principale dei ricavi. Ricordiamo infatti che l’aggio costituisce proprio la remunerazione che una società di riscossione si fa pagare per lo svolgimento dell’attività di recupero crediti. Attualmente il tasso praticato da Equitalia è pari all’8%, in discesa di un punto rispetto all’aggio praticato solo fino a qualche mese fa. Ebbene, gli aggi in questione, detti anche commissioni attive, valevano 1,224 miliardi nel 2010, sono scesi a 1,031 miliardi nel 2011 e nell’ultimo bilancio quello del 2012 la contrazione è stata di altri 100 milioni, con una quota finale pari a 925 milioni. Insomma, in tre anni Equitalia ha perso fatturato per circa 300 milioni, ossia il 25% del totale. Il tutto come conseguenza anche del fatto che sono calati i volumi di riscossione : un secco -12,6% solo nel 2012. Inoltre un elemento che ha inciso in maniera determinante sul crollo dei flussi finanziari è rappresentato dall’introduzione della possibilità di ricorrere alla rateizzazione dei debiti da parte dei cittadini. La riscossione dei ruoli esattoriali che era stata di 8,6 miliardi nel 2011 è scesa infatti di un miliardo attestandosi a 7,5 miliardi a fine 2012. A questo proposito tra l’altro, è utile ricordare che il recente “decreto del fare” del governo, ha ulteriormente aumentato la possibilità di rateizzare i propri debiti con il Fisco, aumentando l’eventuale diluizione fino a 120 rate in 10 anni.
Equitalia, ma quanto ci costi
Ma la vera sorpresa che si manifesta nello spulciare i conti di Equitalia è quella che riguarda i costi sostenuti dalla struttura. Stiamo parlando di un esercito di circa 8.000 dipendenti che costano alle casse dell’ente stesso qualcosa come 500 milioni di euro. Questo significa che una buona metà dei ricavi finisce solo in stipendi. Se si considera poi che altri 450 milioni circa sono rappresentati da costi per servizi, si capisce bene che nelle casse dell’ente alla fine resta ben poco. Non è un caso allora che tra il 2011 e il 2012 si sia registrato un buco di bilancio di circa 73 milioni di euro. In effetti l’anno scorso i conti sembrano essere tornati in utile, ma potrebbe trattarsi di un semplice fuoco di paglia, data anche la situazione economica del Paese che certo non favorirà l’aumento del gettito fiscale. A questo proposito allora viene il dubbio se in effetti mantenere una pletora di dipendenti così numerosa e così ben pagata, non sia un lusso che Equitalia non possa più permettersi. Vedremo dunque se per una volta gli effetti della crisi oltre a colpire i contribuenti, colpiranno anche chi finora ai contribuenti ha chiesto sacrifici enormi, ovvero il nostro Fisco.
(Fonte lamiapartitaiva)