Novanta volte su cento l’opinione pubblica italiana sente parlare delle rinnovabili soprattutto in termini di costi: gli incentivi alle fonti pulite, sostiene una diffusissima e trasversale opinione, sarebbero ormai fuori controllo e, sopratutto, destinati in futuro a peggiorare ulteriormente la salatissima bolletta elettrica pagata da cittadini e imprese. A negare questo, anche se spesso con cifre differenti e posizioni poco coordinate, e’ quasi soltanto il mondo delle associazioni di settore.
A fare un po’ di chiarezza sulla situazione attuale dei regimi di incentivazione e’ il il Rapporto attività 2010 del Gse, esistono infatti dei costi, essenzialmente legati all’incentivazione, all’acquisto delle’energia e dei Certificati verdi, ma anche dei ricavi, derivati in massima parte dalla vendita dell’elettricità sul mercato.
Altra accusa rivolta al fotovoltaico oltre ai finanziamenti eccessivi e fuori controllo, e’ rivolta alla presunta tecnologia obsoleta e sostanzialmente poco utile al fabbisogno energetico nazionale. Ma tale tesi, secondo il presidente di Assosolare, Gianni Chianetta, e’ ingiusta e spesso cavalcata dai produttori di energia da fonti tradizionali.
Quanto pesa il fotovoltaico sulle bollette elettriche pagate dagli italiani?
Bisogna far luce sul fatto che nel famoso coefficiente A3 della bolletta, che e’ destinato principalmente al finanziamento delle fonti pulite, c’è attualmente un’incidenza del fotovoltaico del 22%. Ci sono altre voci che incidono altrettanto significativamente, come i Certificati verdi, oppure le energie assimilate alle rinnovabili. In sostanza, il peso del solare su questa componente e’ abbastanza contenuto, ancora di più se consideriamo l’intera bolletta.
L’Italia finanzia una tecnologia obsoleta?
Il pannello fotovoltaico e’ già oggi una tecnologia ultramatura, con soddisfacente rendimento delle celle e con ottimi risultati.
Da più parti si sente dire che il fotovoltaico costerà all’Italia 100 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. E così ?
Queste cifre rappresentano una strategia di comunicazione degli oppositori del solare per destare impressione nell’opinione pubblica. Se si prendesse in esame tutto quello che si e’ speso per i Cip6 (una truffa ndr)dagli anni 90 a oggi, molto probabilmente si raggiungerebbero cifre ben superiori. Un consumatore domestico potrebbe pagare dai 70 a 150 euro l’anno , meno di un caffè al giorno. La questione del caro incentivi e’ perciò un allarme alimentato da una vera e propria lobby contraria al fotovoltaico, ovvero i produttori di energia elettrica con fonti tradizionali, che tra pochi anni non riusciranno più a giustificare l’utilizzo delle proprie centrali. Sino a pochi anni fa la percentuale del fabbisogno nazionale coperta dal fotovoltaico era inferiore all’1%, adesso siamo già al 3% e, secondo gli obbiettivi del Conto energia arriveremo a circa il 10% nel 2016.
Nel medio termine il fotovoltaico potrà competere alla pari con le altre fonti, con grandi vantaggi ambientali , e con l’evoluzione della tecnologia e dell’impiantistica farà si che il solare diventi addirittura più conveniente dei combustibili fossili.
(fonte “Energia24”)