I candidati alle elezioni politiche usufruiscono, nei trenta giorni precedenti la data delle elezioni, di una tariffa postale agevolata per l’invio di materiale elettorale, in misura proporzionale al numero degli elettori iscritti nel collegio o nella circoscrizione elettorale del candidato (L. 515/1993, art. 17).
All’articolo 17, sono esplicitamente previste agevolazioni postali per tutti i candidati: “Ciascun candidato in un collegio uninominale e ciascuna lista di candidati in una circoscrizione per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno diritto ad usufruire di una tariffa postale agevolata di lire 70, per plico di peso non superiore a grammi 70, per l’invio di materiale elettorale per un numero massimo di copie pari al totale degli elettori iscritti nel collegio per i singoli candidati, e pari al totale degli elettori iscritti nella circoscrizione per le liste di candidati. Tale tariffa può essere utilizzata unicamente nei trenta giorni precedenti la data di svolgimento delle elezioni e dà diritto ad ottenere dall’amministrazione postale l’inoltro dei plichi ai destinatari con procedure a tempi uguali a quelli in vigore per la distribuzione dei periodici settimanali.” Come si vede, la tariffa postale fissata per legge è quella del 1993, espressa ancora in lire italiane. 70 lire che attualizzate ed espresse in euro, sono diventate 0,04€.
Nei 90 giorni precedenti le elezioni, beneficiano dell’aliquota IVA ridotta al 4% i seguenti beni e servizi, utilizzati per la campagna elettorale, commissionati dai partiti e dai movimenti, dalle liste di candidati e dai candidati (L. 515/1993, art. 18):
- il materiale tipografico, inclusi carta e inchiostri in esso impiegati;
- l’acquisto di spazi d’affissione, di comunicazione politica radio-televisiva, di messaggi politici ed elettorali sui quotidiani e periodici e siti web;
- l’affitto dei locali e gli allestimenti e i servizi connessi a manifestazioni.
La propaganda elettorale, effettuata in periodo di elezioni nelle forme previste dalla legge n. 212 del 1956 e in conformità con essa, è esente dall’imposta comunale sulla pubblicità (D.P.R. 639/1972, art. 20, comma 1, n. 10).
I contributi (erogazioni liberali in denaro) versati ai partiti da parte delle persone fisiche o delle società non quotate in borsa (e relative società controllate o controllanti) possono essere detratti, per un importo pari al 19 per cento del contributo versato, dall’imposta lorda. La detrazione si applica alle erogazioni per importi compresi tra 51,65 e 103.291,38 euro, a condizione che esse siano effettuate mediante versamento bancario o postale (D.P.R. n. 917 del 1986, art. 15, comma 1-bis, e art. 78). Dal 1° gennaio 2013 la detrazione si applica agli importi compresi tra 50 e 10.000 euro ed è pari al 24 per cento, per il 2013, e al 26 per cento, a decorrere dal 2014 (L. 96/2012, art. 7, comma 1).
Non possono fruire della detrazione le persone fisiche, le società di capitali e gli enti commerciali che abbiano dichiarato passività nelle dichiarazioni rese per l’esercizio finanziario precedente a quello nel quale l’erogazione liberale ha avuto luogo (L. 2/1997, art. 7).
Razza stracciona. Uomini e storie di un’Italia che ha perso la rotta. La catastrofe dell’Italia non è solo colpa di una classe politica avida e incapace. C’è un pezzo altrettanto importante di classe dirigente corresponsabile dell’andazzo di questo Paese e di tutti i suoi difetti. Sono gli imprenditori che se la prendono sempre con lo Stato, ma sarebbero nessuno senza politica e contributi pubblici. I manager che guadagnano milioni mentre riempiono l’Italia di cassintegrati. I banchieri che negano il credito alle piccole imprese e intascano “bonus” sempre più alti, in barba alla crisi. I costruttori che al riparo dei partiti si arricchiscono facendo scempio del territorio. Nonostante quello che dicono i sindacati, responsabili anche loro del disastro, il problema non è l’articolo 18: il problema è che alla fine la Ducati se la pappa l’Audi. E noi al massimo possiamo portare qualche valigetta di euro in Svizzera.