La scuola cade a pezzi. Un patrimonio edilizio vetusto che per quasi il 60% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, che per il 33,70% si trova in aree a rischio sismico e per il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico e che gli enti locali proprietari dichiarano che per quasi il 36% ha necessità di interventi di manutenzione urgenti. La prima emergenza rimane ancora quella della messa a norma: quasi metà degli edifici non possiede le certificazioni di agibilità, sono ancora tantissime, più del 65%, le scuole che non possiedono il certificato di prevenzione incendi. Questa è la fotografia del dossier di Ecosistema Scuola di Legambiente. La mancanza di pianificazione nazionale in materia di edilizia scolastica, afferma Legambiente, è un nodo prioritario che va affrontato con assoluta urgenza ad iniziare proprio dal rilevamento delle emergenze su cui intervenire ed orientare eventuali risorse, che solo un’anagrafe completa ed ufficiale degli edifici può restituirci.
Ma il nostro patrimonio edilizio scolastico non è solo emergenza, ma ha anche tanti casi di eccellenza sparsi sui territori. Da questi dobbiamo partire per pensare a come devono essere le scuole del futuro, a quali bisogni educativi, sociali e ambientali devono rispondere. Offrire una scuola sicura per ogni studente, a prescindere da dove esso viva, è la sfida minima ed irrinunciabile che ci dobbiamo porre come Paese, anche se quello che spesso non valorizziamo abbastanza è quanto oggi anche dal punto di vista tecnico, sicurezza e sostenibilità ambientale coincidano.
Se, anche nel recente passato, si fossero costruite le scuole non unicamente con logiche improntate al contenimento della spesa, ma con regole tecniche più innovative che avessero tenuto conto soprattutto dell’efficienza energetica, della vivibilità e dell’igiene degli spazi, oggi non ci troveremmo con un patrimonio edilizio di più recente costruzione che già richiede interventi di manutenzione urgenti in numero superiore rispetto a scuole più vecchie; un patrimonio che per quasi metà degli edifici non possiede giardini e palestre (si può pensare oggi una scuola senza palestra, che spesso è anche uno spazio sportivo per il quartiere?). Se ancora oggi le scuole costruite interamente secondo i criteri della bioarchitettura sono solo 33 su più di 7000 prese in esame dall’indagine Ecosistema Scuola, è anche vero che sono cresciute di un 20% dal 2007 ad oggi le scuole che utilizzano fonti di illuminazione a basso consumo e del 5% quelle che utilizzano fonti di energia rinnovabile.
Quattro storie da copiare
Scarmagno e la scuola di territorio. Sono due le innovazioni che la Comunità Collinare Piccolo Anfiteatro Morenico ha messo in atto attraverso l’eco scuola primaria di Scarmagno, in provincia di Torino inaugurata lo scorso novembre e realizzata per i due terzi dai contributi regionali. La prima è stata la scelta dei sindaci di concepire il presidio scolastico come simbolo del “territorio”, dove i bambini dei diversi comuni potessero ritrovarsi in uno stesso luogo. La seconda, attiene alle specificità del nuovo edificio, a partire dalla struttura tutta realizzata in Xlam Austriaco, composto da cinque strati di abete, al rivestimento esterno in larice, agli impianti che sono certamente all’avanguardia dal punto vista energetico e del rispetto dell’ambiente e del territorio. La scuola di Scarmagno è una scuola sostenibile a tutto tondo. Infatti il riscaldamento è prodotto con pompe geotermiche, ha un bassissimo impatto acustico (40 decibel percepiti in classe: un quasi silenzio) e cibi a km 0 vengono serviti nelle mense scolastiche.
Nel senese il primo asilo passivo. E’ stata inaugurata a settembre a Gaiole in Chianti, un piccolo comune di 3000 abitanti in provincia di Siena, il primo asilo “passivo” in Italia. La Scuola dell’infanzia Chicchi di Sole è una struttura autosufficiente e ecosostenibile, è una scuola creata per avere il minore impatto sia sull’ambiente che sull’uomo. Antisismica, passiva e sostenibile in termini energetici, fortemente voluta dall’amministrazione con il sostegno economico della regione. E’ stata costruita nei puri principi della bioedilizia attraverso tecniche architettoniche come il sistema costruttivo a parete massiccia cross–LAM, che garantisce anche l’antisismicità dell’edificio, una copertura con giardino pensile, un impianto di recupero delle acque meteoriche per l’irrigazione del tetto giardino, delle aree verdi e per gli scarichi dei wc. Completa la sostenibilità dell’edificio un impianto solare termico, fotovoltaico e di riscaldamento a bassa temperatura costituito da pannelli radianti a pavimento, servito da caldaie a condensazione integrate dai pannelli solari termici.
Edifici storici rinnovabili. Il Comune di Giaveno, in provincia di Torino, ha realizzato un’opera di riqualificazione della scuola primaria statale Anna Frank (un ex seminario della metà del ‘500) volta a migliorare la vivibilità dell’edificio e quindi all’efficienza energetica. L’amministrazione comunale ha realizzato il recupero funzionale delle aree dismesse e non a norma e opere di ampliamento del complesso scolastico con realizzazione di strutture per il tempo libero e ricreative (palestra e arena teatrale). Nel dettaglio sono azioni mirate al recupero delle acque piovane, al risparmio energetico grazie a pannelli solari termici, pannelli radianti e caldaia a condensazione ad alta efficienza. Interventi anche all’esterno dove sono stati creati parcheggi e percorsi pedonali per garantire maggiore sicurezza nell’accesso alla scuola.
Servizi scolastici sostenibili a km ed emissioni 0. Il Comune di Piacenza punta su pratiche ecosostenibili e virtuose come mense bio e mobilità sostenibile. Le scuole piacentine hanno mense in cui il 75% degli alimenti forniti è biologico e i cibi come banane, cacao etc., prodotti nel sud del mondo, provengono dal commercio equo e solidale. Molti alimenti sono distribuiti nelle mense sono a filiera corta, prodotti nell’ambito del territorio della Provincia di Piacenza e certificati DOP– IGP – DOC. Sul fronte della mobilità è attivo da diversi anni a Piacenza il Pedibus, nato per organizzare il trasferimento a scuola degli allievi delle scuole primarie con un “autobus” molto speciale, che si muove grazie ai piedi dei propri passeggeri, ovviamente con la presenza di “conducenti” e di “controllori” adulti. Sono 10 le scuole a Piacenza servite dal Pedibus con 19 linee a disposizione per i trasferimenti dei ragazzi.