Dal 2000 il patrimonio globale è più che raddoppiato, raggiungendo il nuovo massimo storico di 241 mila miliardi di dollari. La crescita economica sostenuta e l’aumento della popolazione nei paesi emergenti sono importanti motori di questo trend. Ma l’ineguaglianza resta alta: per far parte del 10% più facoltoso sono necessari almeno 75.000 dollari e oltre 753.000 dollari per rientrare nell’1% più ricco.
Ricchezza globale e disuguaglianza sociale
In tutto il mondo il patrimonio privato è aumentato del 4,9 percento nell’arco di dodici mesi, fino a metà 2013, raggiungendo un totale di 241 mila miliardi di dollari. Nel 2010 il patrimonio totale aggregato ha superato il picco antecedente alla crisi e da allora ha fatto registrare ogni anno un nuovo massimo. La ricchezza media ha alzato anch’essa la sua asticella a quota 51.600 dollari per adulto, superando così la soglia dei 50.000 dollari per la prima volta dopo il 2007.
Osservando più attentamente gli sviluppi su scala mondiale, il 2013 potrebbe essere sintetizzato come il “racconto di due paesi”: Stati Uniti e Giappone. Gli Stati Uniti hanno fatto registrare per il quinto anno consecutivo una crescita del patrimonio privato. Grazie soprattutto a una ripresa dei prezzi della casa e a una fase rialzista del mercato azionario che ha trascinato il Dow Jones a nuovi massimi, gli Stati Uniti hanno aggiunto 8,1 mila miliardi di dollari al patrimonio globale, aumentando la loro quota del 12,7% e raggiungendo quindi 72,1 mila miliardi di dollari. Si tratta di un incremento del 20% rispetto ai massimi del 2006 e del 54% rispetto agli ultimi minimi del 2008. La politica monetaria aggressiva della Banca del Giappone (BOJ) ha alimentato i prezzi delle azioni in modo persino più marcato, con un rialzo del 52% in dodici mesi fino a metà 2013.
Tuttavia, in Giappone il peso delle azioni è molto al di sotto degli standard internazionali, in quanto rappresenta meno del 10% del patrimonio finanziario delle famiglie, mentre le stesse politiche aggressive della BOJ hanno contratto del 22% il tasso di cambio yen-USD. Per questo motivo, nel 2013 il patrimonio totale delle famiglie giapponesi è diminuito di 5,8 mila miliardi di dollari, pari al 20% del loro patrimonio netto. Il Giappone ha subito pochissimi contraccolpi dalla crisi finanziaria mondiale. Anzi, il patrimonio privato ha fatto segnare un incremento del 21% tra il 2007 e il 2008. Tuttavia, in stridente contrasto con la recente performance degli Stati Uniti, attualmente il suo patrimonio totale supera solo dell’1% i livelli del 2008. Nella maggior parte del resto del mondo lo scenario economico ha giocato generalmente a favore all’aumento della ricchezza.
Variazione della ricchezza
Oltre agli Stati Uniti, i soli altri paesi in cui la variazione del patrimonio ha superato i mille miliardi di dollari sono: Cina (1,4 mila miliardi di dollari), la Germania (1,2 mila miliardi di dollari) e la Francia (1,1 mila miliardi di dollari). In altri 8 paesi il patrimonio totale ha subito variazioni di oltre 200 miliardi di dollari (tutti incrementi): Italia, Regno Unito, Spagna, Messico, Svezia, India, Corea e Canada. Il rialzo dei corsi azionari e la variazione leggermente favorevole del cambio euro-dollaro ha consentito ai paesi della zona euro di recuperare più della metà della forte flessione in termini di patrimonio subita 12 mesi prima. Regno Unito, India e Svizzera sono anch’essi riusciti a recuperare una porzione significativa delle recenti perdite.
Ricchezza pro capite della popolazione adulta
Come già affermato precedentemente, il patrimonio delle famiglie a livello globale equivale a 51.600 dollari per adulto, un nuovo massimo storico per il patrimonio netto medio. Tuttavia, questo valore medio cela significative differenze tra paesi e regioni. I paesi più benestanti, con un livello di ricchezza per adulto superiore a 100.000 dollari, sono ubicati in Nordamerica, Europa occidentale nonché tra le nazioni benestanti dell’area Asia-Pacifico e del Medio Oriente. Tra loro primeggia la Svizzera, che nel 2011 è diventata il primo paese in cui il patrimonio medio ha superato quota 500.000 dollari. Nel 2012 è tornato al di sotto di questo livello, ma quest’anno il rialzo del prezzo delle azioni si è tradotto in un nuovo massimo pari a 513.000 dollari per adulto. Australia (403.000 dollari), Norvegia (380.000 dollari) e Lussemburgo (315.000 dollari) hanno tutti fatto registrare un aumento della ricchezza pro capite della popolazione adulta confermandosi rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto come nel 2012. Stati Uniti, Svezia, Francia, Singapore, Belgio e Danimarca seguono a ruota, con un patrimonio medio per adulto compreso tra 250.000 e 300.000 dollari. Un anno fa il Giappone era risalito fino alla quarta posizione, ma ormai è retrocesso e non figura nemmeno tra i primi dieci paesi.
L’ineguaglianza resta elevata
Secondo le stime del Credit Suisse Global Wealth Report fino a metà 2013, una volta detratti i debiti, a un adulto bastano solo 4.000 dollari in asset per collocarsi nella metà più ricca della popolazione mondiale. Tuttavia, per far parte del 10% più facoltoso sono necessari almeno 75.000 dollari e oltre 753.000 dollari per rientrare nell’1% più ricco. Complessivamente, la metà più povera della popolazione mondiale possiede meno dell’1% del patrimonio totale. In netto contrasto, il 10% più ricco della popolazione possiede l’86% del patrimonio globale, con l’1% che da solo ne detiene il 46%.
Per maggiori info scarica il Credit Suisse Global Wealth Report 2013.