L’Ecomostro benedetto dal Pd verra’ costruito a Milano Marittima. Ancora colate di cemento sulla costa regalate dal demanio alle Coop.
Se ne sentiva il bisogno: un altro ecomostro svetterà sulle nostre coste. Un grattacielo a strati si depositerà a 50 metri dalla spiaggia, su terreni che furono del demanio, poi venduti per due soldi a una società mista pubblico-privata, il tutto benedetto dall’amministrazione Pd. 18 piani per 200 appartamenti, 50 esercizi commerciali e tre piani di parcheggi interrati sventreranno terreni a rischio subsidenza e ingresso di acqua salata nelle falde. E chi lo costruirà?
Guarda caso una società partecipata delle nostre care cooperative, la Pentagramma Romagna spa (composta al 50% appunto dalla Eagle, una partecipata del Consorzio Regionale delle Cooperative costruzioni, mentre l’altra metà appartiene alla Fintecna, società immobiliare nota per comprare al pubblico e rivendere ai privati – meno noto è se a beneficio del primo o dei secondi).
Questa zona richiederebbe specifiche misure di tutela ambientale: l’area infatti è soggetta a rischio inondazione da parte del mare, mentre il canalino di Milano Marittima alimenta le Saline di Cervia. Ma al Comune non interessa: l’unico bene da tutelare è la cementificazione. Addio quindi all’attuale skyline, al legame con le saline e addio anche ai diritti degli assegnatari delle “Case dei Salinari”. Si, perché inizialmente era stato firmato un accordo col demanio che attestava il trasferimento – a titolo gratuito (chiamasi sfratto) – delle proprietà degli eredi dei salinari ivi residenti al Comune.
Il comitato costituitosi per opporsi alla costruzione del grattacielo (“Abbasso Il Grattacielo Viva La Città Giardino“) , aveva chiesto anche l’avvio di un referendum, ma abbiamo visto proprio a Bologna quanto il Pd tenga in considerazione l’opinione dei proprietari della cosa pubblica che si da il caso loro debbano solo amministrare – e non cedere o spartire.
Con questo ennesimo intervento si mette a rischio la falda freatica, come segnala l’Autorità di Bacino che il Pd si è guardato bene dal ritenere rilevante.
Fino a qualche mese fa, costruire in riva al mare non era nemmeno immaginabile, in una zona del nostro litorale che è riuscita, almeno in parte, a mantenere un equilibrio tra verde, urbanizzato e insediamenti storici. Con questo ennesimo scempio (come se non bastassero già i due di grattaceli di Milano Marittima), si dà il via al consumo di suolo in un’area che rappresenta l’ultimo vero corridoio verde esistente in quella zona.
Abbiamo depositato una interrogazione per chiedere alla Giunta: se fosse a conoscenza, e se abbia mai espresso un parere a proposito, della volontà del Comune di Cervia di non fare valere il diritto di prelazione sulla vendita dei beni demaniali; se sia a conoscenza di una Valutazione di Impatto Economico sul territorio circostante l’immobile di 18 piani, con appartamenti e negozi; se e quando la Regione dovrà esprimersi formalmente nel corso dell’iter avviato con la delibera del Consiglio Comunale di Cervia del 2012 e se non ritenga opportuno valutare, e agire di conseguenza, i pericoli derivanti dalle opere di scavo così a ridosso dell’arenile, come chiaramente espressi dal Servizio Tecnico di Bacino Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini).
E soprattutto, chiediamo ai nostri assessori democratici, se non ritengano esista un problema di tutela del paesaggio, in riferimento all’art. 9 di quella Costituzione che quantomeno a parole tanto difende.
Ma fra il bene paesaggistico e il bene cementizio, chi prevale?
(Fonte Andrea Defranceschi, capogruppo M5S Regione Emilia-Romagna)