I 18 dipendenti di Eataly Bari con contratto a tempo determinato, potranno andare in “trasferta”, sei mesi con alloggio pagato, all’Expo di Milano. Da Bari costretti a lavorare a Milano, altrimenti, arrivederci e grazie.
Dopo un anno le vendite del supermercato di lusso di Bari non sono entusiasmanti: 10,5 milioni di euro di fatturato, con un’incidenza del costo del personale del 41%, informa il Corriere del Mezzogiorno. Una percentuale quasi doppia rispetto alla media degli altri Eataly sparsi per l’Italia. A Bari lavorano 142 dipendenti di cui 60 a tempo indeterminato, 63 con contratto di apprendistato, 18 a tempo determinato e uno in somministrazione. Le vendite basse sono tutta colpa dei venditori ambulanti del lungomare e della posizione sbagliata (dentro la Fiera del Levante), secondo il figlio del patron Oscar, Francesco Farinetti, amministratore delegato di Eataly: “Il management si lamenta per la concorrenza sleale. Alcuni venditori non rilasciano gli scontrini e spesso non sono in regola con i pagamenti del personale. Così la formula Eataly sembra costosa”.
Ma la soluzione è presto trovata: sei mesi a Milano. Così è se vi pare, ma l’alloggio è pagato. Almeno. “E anche il personale a tempo indeterminato potrà lanciarsi nell’avventura”, spiega Giuseppe Boccuzzi, sindacalista della Fisascat. Sempre meglio essere delocalizzati che licenziati. Bari-Milano andata e ritorno per sei mesi.
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