Torna stasera l’Earth Hour, la mobilitazione globale del Wwf. Una grande ola di buio che per un giorno intero farà il giro del mondo toccando, alle 20.30 locali di ogni nazione, 170 paesi, tutti uniti sotto il segno della lotta ai cambiamenti climatici, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, “tra il 2030 e il 2050 potrebbe causare circa 250mila ulteriori morti l’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore”. L’evento globale terminerà domattina nelle Isole Cook accanto alla Nuova Zelanda.
“I cambiamenti climatici, con le ondate di calore e l’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi come alluvioni e siccità”, spiega il Wwf “aumentano i rischi per la salute e il benessere umano. Oltre ai danni diretti, gli impatti influenzano l’alimentazione, l’approvvigionamento di acqua ma anche la diffusione di malattie. A livello globale, il numero di disastri legati al clima è più che triplicato dal 1960. Questi disastri si traducono in oltre 60mila morti, principalmente nei paesi in via di sviluppo”.
Tra le icone mondali che a turno si spegneranno simbolicamente da oggi fino a domenica: il Big Ben e il Palazzo di Westminster e il London Eye, la Moschea blu in Turchia, la CCTV Tower in Cina, la Tour Eiffel, l’Empire State Buiding a New York e la Torre Space Needle sempre in USA, il Palazzo Granada e la celebre Alhambra di Granada in Spagna, La Moneda, in Cile, la Marina Bay a Singapore, il Monumento dell’Indipendenza in Messico, la Piazza Rossa e il Cremlino in Russia, le Piramidi, la Sydney Opera House in Australia, la Torre Taipei 101 a Taiwan, l’Acropoli in Grecia, la Tokyo Tower in Giappone, il Victoria Harbour a Hong Kong. Non mancano le icone italiane come la Basilica di San Pietro, il Colosseo, la Mole Antonelliana a Torino, l’Arena di Verona e Piazza San Marco a Venezia.
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