Negli ultimi anni, in media una nuova sostanza psicoattiva alla settimana è stata individuata nell’UE, e i numeri sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. Dal 1997 gli Stati membri hanno scoperto oltre 300 sostanze, ad un ritmo triplicato tra il 2009 e il 2012 (da 24 nel 2009 a 73 nel 2012). Da una relazione del 2011 emerge che l’attuale sistema ha fatto fatica a tenere il passo con il gran numero di nuove sostanze che fanno la loro apparizione sul mercato. La procedura per sottoporre un’unica sostanza a misure restrittive richiede due anni. I criminali possono quindi eludere le misure di controllo apportando piccole modifiche alla struttura chimica della sostanza, senza attenuarne le gravi conseguenze per la salute. Inoltre, il carattere binario del sistema attuale (che prevede due sole opzioni: misure penali o nessun intervento) ostacola la capacità dell’Unione di agire, non permettendole di considerare opzioni efficaci per adottare misure di controllo rapide e mirate.
Per contrastare il fenomeno la Commissione europea ha presentato oggi una proposta volta a rafforzare la capacità dell’Unione europea di rispondere alle “legal highs”, le nuove sostanze psicoattive utilizzate in alternativa alle droghe illecite quali cocaina ed ecstasy. La proposta prevede che le sostanze psicoattive nocive siano rapidamente ritirate dal mercato, fermi restando i vari usi industriali e commerciali legittimi di tali sostanze. L’iniziativa legislativa risponde alle allarmanti segnalazioni provenienti dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) e dall’Europol circa la dimensione del problema e alle conclusioni di una relazione del 2011, secondo le quali è necessario rafforzare l’attuale meccanismo di lotta alle nuove sostanze psicoattive. La proposta odierna è stata presentata dalla Vicepresidente Reding, assieme al Vicepresidente Tajani e al Commissario Borg.
“Le nuove sostanze psicoattive sono un problema sempre più grosso in Europa, che comporta gravi rischi soprattutto per i giovani. Con un mercato interno senza frontiere, dobbiamo dotarci di norme comuni a livello dell’UE per affrontare il problema” ha affermato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. “La Commissione ha presentato oggi la proposta il testo di una legislazione forte dell’UE in materia di nuove sostanze psicoattive, che consentirà all’UE di fornire una risposta più rapida ed efficace, nonché di rimuovere immediatamente le sostanze nocive dal mercato su base temporanea.”
Le nuove sostanze psicoattive rappresentano un problema sempre maggiore; il numero delle sostanze rilevate nell’UE è triplicato tra il 2009 e il 2012. Solo nel 2013 è stata segnalata più di una nuova sostanza alla settimana. Il problema deve essere affrontato a livello europeo: con sempre maggior frequenza le sostanze sono disponibili via Internet (qui un esempio) e si diffondono rapidamente da uno Stato membro all’altro, tanto che l’80% delle nuove sostanze psicoattive è stato riscontrato in più di uno Stato membro.
I giovani sono i più esposti ai rischi insiti nelle citate sostanze: Il sondaggio “Eurobarometro 2011 sul rapporto tra i giovani e gli stupefacenti” mostra che, in media, il 5% dei giovani nell’UE ha fatto uso di tali sostanze almeno una volta, con un picco del 16% in Irlanda e di quasi il 10% in Polonia, Lettonia e Regno Unito. Queste sostanze comportano gravi rischi per la sanità pubblica e per la società nel suo complesso.
Il consumo di nuove sostanze psicoattive può avere conseguenze mortali. Secondo quanto segnalato, ad esempio, la sostanza “5-IT” avrebbe causato la morte di 24 persone in quattro Stati dell’UE, in soli cinque mesi tra aprile e agosto 2012. La droga “4-MA”, una sostanza che imita l’amfetamina, sarebbe tra le concause di morte di 21 persone in quattro Stati UE nel solo periodo 2010-2012.
La risposta dell’Europa deve essere forte e incisiva. L’attuale sistema, istituito nel 2005, volto ad individuare e vietare tali nuove droghe non è più adeguato. La proposta della Commissione intende migliorare e accelerare la capacità dell’Unione di combattere le nuove sostanze psicoattive, prevedendo una procedura più rapida: oggi la procedura volta a vietare una sostanza nell’UE richiede almeno due anni. In futuro l’Unione potrà adottare decisioni entro dieci mesi. In casi particolarmente gravi, la procedura sarà ancora più breve in quanto sarà possibile ritirare immediatamente le sostanze dal mercato per il periodo di un anno. Tale disposizione permetterà di sottrarre la sostanza dalla disponibilità dei consumatori, fintanto che non sia stata completata un’approfondita valutazione dei rischi. Il sistema attuale non ammette invece misure temporanee e la Commissione non può proporre una misura restrittiva nei confronti di una sostanza prima di aver ricevuto una relazione completa sulla valutazione dei rischi. Inoltre il nuovo sistema consentirà un approccio commisurato ai potenziali rischi: le sostanze che presentano un rischio moderato saranno soggette a restrizioni nel mercato dei beni di consumo mentre le sostanze che presentano un livello di rischio elevato saranno bandite da tutti i mercati. Solo nei confronti delle sostanze più nocive, che comportano gravi rischi per la salute dei consumatori, saranno introdotte norme di diritto penale, come nel caso delle droghe illecite. Il sistema attuale prevede invece due sole opzioni: nessun intervento a livello dell’UE o bando totale delle sostanze dai mercati corredato di sanzioni penali. La mancanza di alternative fa sì che, attualmente, l’Unione non interviene nei confronti di alcune sostanze nocive. Con il nuovo sistema l’Unione potrà affrontare un maggior numero di casi, con misure più proporzionate, adeguando i suoi interventi in funzione dei rischi connessi e tenendo conto dei legittimi usi industriali e commerciali. Per entrare in vigore, le proposte della Commissione devono ora essere adottate dal Parlamento europeo e dagli Stati membri riuniti nel Consiglio dell’Unione europea.