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Domenica in Poesia: Ghérasim Luca

Ghérasim-Luca-Grida-vane

Grida vane

Nessuno a cui poter dire
che non abbiamo niente da dire
e che il niente che ci diciamo
continuamente
ce lo diciamo
come se non ci dicessimo niente
come se nessuno ci dicesse
nemmeno noi stessi
che non abbiamo niente da dire
nessuno
a cui poterlo dire
nemmeno a noi stessi

Nessuno a cui poter dire
che non abbiamo niente da fare
e che non facciamo nient’altro
continuamente
che è un modo per dire
che non facciamo niente
un modo di non far niente
e di dire quel che facciamo

Nessuno a cui poter dire
che non facciamo niente
che non facciamo
che quel che diciamo
cioè niente.

Ghérasim Luca, nato a Bucarest nel 1913, suo padre era un sarto ebreo che parlava correttamente Yiddish, Tedesco, Francese e ovviamente la propria lingua. Grazie a lui Gherashim Luca poté studiare e viaggiare per l’Europa. Nel 1938 soggiornò a Parigi, dove iniziò a frequentare i circoli surrealisti e ad appassionarsi di poesia. Tornato in Romania, durante la Seconda guerra mondiale fu costretto all’esilio a causa di un funzionario dell’antisemitismo. Poté ritornare nel 1947, quando fu instaurato il Governo comunista. La sua prima pubblicazione, poesie in Francese, risale al 1945, anno in cui conobbe il connazionale Dolfi Trost. Potendo contare su questa e su molte altre amicizie, nel 1952 lasciò illegalmente la Romania e attraverso Israele si trasferì a Parigi. Lì collaborò con artisti come Jean Arp, Paul Celan e Max Ernst producendo numerosi collage, disegni e molte altre cose. Nel 1967 riprese a viaggiare andando a Stoccolma, Oslo, Ginevra, New York e San Francisco. Di ritorno da questi viaggi divenne famoso grazie ad un ritratto, che Raoul Sanglas gli aveva fatto, apparso in televisione. Nel 1994 fu espulso dal suo appartamento per la situazione igienica troppo precaria in cui viveva. Avendo vissuto in Francia per anni senza documenti, non poté nemmeno opporsi e, preso dalla disperazione, il 9 febbraio si gettò nella Sennamorendo all’istante.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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