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Difendiamo i nostri bambini da abusi di psicofarmaci e psichiatrizzazione

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70 bambini all’anno sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, 6.000 bambini all’anno ricoverati in psichiatria, 40.000 bambini in strutture residenziali per minori, più di 60.000 bambini trattati con psicofarmaci. Le recenti notizie di cronaca riguardanti l’unità di Neuropsichiatria Infantile del Polo Ospedaliero degli Spedali Civili di Brescia sono solo la punta dell’iceberg di un’emergenza minorile nascosta che interessa migliaia di bambini con un giro d’affari miliardario per le case farmaceutiche, gli operatori psichiatrici e le strutture residenziali per minori.

In Italia stanno spuntando come funghi dei reparti psichiatrici per minori che una volta aperti dovranno essere riempiti. In Lombardia sono previsti due reparti, di cui uno già pronto ma non ancora aperto. Recentemente Merano ha visto l’apertura di un nuovo reparto e altri sono in via di realizzazione. Solo poche settimane fa ha fatto scalpore la notizia che l’Ospedale Bambin Gesù di Roma aveva aperto un nuovo reparto di neuropsichiatria per trattare dei minori con disturbi come la dislessia. La notizia ha sollevato le critiche della cittadinanza e l’ospedale ha smentito pubblicamente, ma i disturbi specifici dell’apprendimento compaiono ancora sulla pagina dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale che dispone di otto posti letto di cui tre protetti. Invece di puntare verso attività di prevenzione del disagio minorile, la direzione intrapresa è quella del ricovero e dell’istituzionalizzazione, tendenza che a nostro parere aumenta esponenzialmente i costi dei servizi sanitari e assistenziali e che, attraverso interventi invasivi e coercitivi nei confronti dei bambini spesso accompagnati da terapie farmacologiche, finisce con il creare dei nuovi pazienti psichiatrici invece di prevenire la malattia. Chi trae vantaggio da questa schiera di bambini istituzionalizzati? Nel documento del 2009 “Psicofarmaci e minori: tra abuso e disinformazione” pubblicato da Roberta Angelilli, attuale Vicepresidente del Parlamento Europeo, si affermava che in Italia i bambini che assumevano psicofarmaci erano tra i 30.000 e i 60.000. E recentemente Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, ha denunciato un aumento del consumo di psicofarmaci in età giovanile. Nel suo documento del 2009, l’onorevole Angelilli denunciava che “accade di frequente che un bambino o un ragazzo in difficoltà venga trattato con psicofarmaci solamente perché non vi sono le necessarie conoscenze pedagogico-educative per aiutarlo a superare le proprie difficoltà comportamentali.” Sembra che la denuncia dell’onorevole non sia stata presa in considerazione dato che si va verso la medicalizzazione e l’istituzionalizzazione, invece di puntare a un miglioramento delle conoscenze pedagogico-educative. A nostro avviso questa tendenza è sorretta dalle lobby delle case farmaceutiche, della psichiatria istituzionale e organicista e delle strutture residenziali per minori, sostenute, queste ultime, dalle gerarchie ecclesiastiche e dei potentati della sotto politica religiosa. Come ha detto l’onorevole Guidi: «vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina». E ora le lobby psichiatriche e farmaceutiche stanno organizzando il IV Congresso Mondiale “Il disturbo ADHD dall’infanzia all’età adulta” che si terrà dal 6 al 9 Giugno a Milano. Sponsor principale del convegno: Shire AG; sponsor maggiore: Eli Lilly and Company; sponsor generali: MEDICE Arzneimittel Pütter GmbH & Co. KG, SensoDetect AB (publ), Vifor Pharma e Wisepress Ltd.

L’ADHD è la controversa “malattia psichiatrica” dei bambini troppo vivaci. Una malattia contestata da più parti. Nel documento di cui sopra dell’onorevole Angelilli si afferma infatti: “Non c’è nessuna certezza che questa sia una malattia vera e propria. Nonostante alcuni medici affermino che il disturbo sia di natura genetica e sia legato a fattori morfologici cerebrali, non è stato individuato ancora nessun marcatore biologico e nessuna prova definitiva che questo sia vero”. Ma non solo, lo psichiatra statunitense Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, ha affermato nella sua ultima intervista che: “L’ADHD è il principale esempio di una malattia inventata“.

Qual è dunque lo scopo del IV Congresso Mondiale psichiatrico di Milano? Mentre nel resto del mondo le prescrizioni di psicofarmaci stanno aumentando in modo esponenziale con milioni di bambini trattati, in Italia l’aumento delle somministrazioni di psicofarmaci ai bambini non è mai decollato grazie anche ad alcune campagne informative e alla capacità critica del popolo italiano. A nostro avviso quindi, la scelta di Milano non è casuale ma è diretta ad aprire il nostro vasto mercato potenziale. Sempre secondo l’onorevole Angelilli, “nella maggior parte dei casi, la soluzione per bambini o ragazzi in difficoltà, consiste nell’offrire al minore un supporto pedagogico-educativo adeguato, sia da parte dei genitori e della famiglia, che del sistema scolastico”. Riteniamo anche noi che questo sia un approccio corretto e rispettoso dei diritti umani. Se non lo faremo e permetteremo a certe lobby interessate più al guadagno che alla salute di mettere le mani sui nostri figli, in futuro dovremo guardarli negli occhi e ammettere di non averli protetti.

Allego qui una proposta di legge a livello nazionale che è già stata approvata in Piemonte e in Trentino e che era stata presentata dal Senatore De Eccher nella scorsa legislatura. La Costituzione tutela, all’articolo 32, la salute in quanto diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività. Inoltre, viene sancito l’obbligo della sottoposizione al trattamento sanitario solo per disposizione di legge, ma pur sempre entro i limiti imposti dal rispetto della persona. In tal senso, anche la legislazione internazionale ha espresso importanti principi. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, adottata e proclamata il 10 dicembre 1948, stabilisce, all’articolo 3, che «nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti». La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, approvata il 20 novembre 1989, all’articolo 33, ha stabilito che i bambini devono essere protetti dall’uso illecito di sostanze psicotrope. Tuttavia, a causa di eccessive diagnosi psichiatriche di disturbi infantili che riguardano il comportamento e l’apprendimento come, ad esempio, il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD), a milioni di bambini in tutto il mondo vengono somministrati psicofarmaci che provocano assuefazione. Il presente disegno di legge si pone quindi lo scopo di intervenire, drasticamente, su questo orientamento terapeutico che, peraltro, trae la sua origine nella società americana della fine degli anni 80 e che ha portato anche a risultati tutt’altro che curativi. Si sono, infatti, verificati casi di morte ed invalidità che hanno manifestato l’urgenza di approvare numerosi provvedimenti restrittivi, e questo è avvenuto grazie all’intervento della citizen commission on human rights (CCHR). Negli Stati Uniti, dove fino a poco tempo fa le aziende farmaceutiche registravano incassi smisurati per la vendita di sostanze psicotrope, le nuove restrizioni imposte da leggi statali hanno determinato un freno del mercato, rispetto agli aumenti previsti, che ha spinto le aziende farmaceutiche a conquistare il continente europeo. In breve tempo, in Gran Bretagna, in Germania, in Svizzera, in Francia ed in altri Paesi europei si è riscontrato un aumento esponenziale di diagnosi di iperattività e di deficit di attenzione e di altre similari patologie psichiatriche in milioni di bambini in età scolare. È opportuno sottolineare come alcuni dati testimonino questo percorso intrapreso dai colossi farmaceutici, il cui indotto in tutto il mondo è di circa venti miliardi di dollari l’anno per le prescrizioni di psicofarmaci legate alle sole diagnosi di ADHD e di disturbi dell’apprendimento.

In Gran Bretagna il numero di bambini cui è stato prescritto un farmaco stimolante è salito dai duemila del 1992 ai 186.200 del 2000. In Danimarca il consumo di uno stimolante è aumentato del 16,8 per cento tra il 1997 ed il 1998 e circa il 48 per cento di questo mercato è costituito da minorenni, di cui 1’88 per cento di età compresa tra sette e i nove anni. In Francia tra il 1989 ed il 1996 il numero di bambini considerati iperattivi era aumentato del 600 per cento. In Germania tra il 1995 ed il 1999 il numero delle pillole a base di metilfenidato (principio attivo del Ritalin) è aumentato del 400 per cento, passando da sette a trentuno milioni. Secondo stime del 2001, un bambino tedesco su tre di età compresa tra i cinque e i nove anni assumeva regolarmente psicofarmaci. In Svezia dal 1990 al 2000 il numero di bambini che facevano uso di uno stimolante è aumentato di circa cento volte. Esiste, quindi, un reale rischio che l’etichettamento psicopatologico ed il conseguente abuso di sostanze psicotrope sui bambini e sugli adolescenti diventi un concreto pericolo anche nel nostro Paese, come peraltro lamentano varie associazioni. Non a caso, nella regione Piemonte e nella provincia autonoma di Trento sono stati approvati provvedimenti legislativi in tale direzione. Il recente declassamento, stabilito dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), di sostanze come il Ritalin da sostanza stupefacente a semplice farmaco rimborsabile (e quindi acquistabile in qualsiasi farmacia del nostro Paese) non può che indurre il legislatore ad assumere provvedimenti volti a tutelare la salute dell’infanzia.

In questo ambito, il presente disegno di legge stabilisce tre principi: l’obbligatorietà del consenso informato di chi esercita la potestà sul bambino all’articolo 3, il divieto di somministrare test volti a fare diagnosi o ad identificare i soggetti nelle scuole di ogni ordine e grado all’articolo 4, ed, infine, il monitoraggio ed il controllo della regolarità delle procedure terapeutiche prescritte da parte e presso centri sanitari riconosciuti dalla regione all’articolo 5. L’articolo 3 sancisce il principio per cui il trattamento con sostanze psicotrope su bambini e adolescenti fino a diciotto anni può essere praticata solo quando i genitori o tutori nominati esprimono un consenso scritto libero, consapevole, attuale e manifesto. A tal fine il pediatra o il neuropsichiatra infantile ha l’obbligo di fornire, in forma scritta e illustrandola dettagliatamente, ogni informazione circa l’eventuale trattamento farmacologico prescritto al minore. In tale informativa devono essere descritti, oltre ai vantaggi presunti, anche le informazioni in ordine agli effetti collaterali del farmaco consigliato, i possibili trattamenti alternativi e le modalità di somministrazione. L’assenso del genitore o del tutore nominato per il minore interessato deve essere scritto ed allegato a ciascuna prescrizione del farmaco stesso. Questa norma fa leva su una recente sentenza della Corte di cassazione che ha formalizzato l’obbligo per il medico di mettere il paziente al corrente, per iscritto, degli effetti collaterali di un farmaco. All’articolo 4 è fatto esplicito divieto di somministrazione di test o questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni, all’interno delle scuole dell’obbligo di ogni ordine e grado. Gli interventi volti alla valutazione dello stato psichico del minore possono avvenire esclusivamente all’interno di strutture sanitarie pubbliche, individuate dalla Giunta regionale sotto lo stretto controllo di operatori sanitari qualificati e previo obbligatorio consenso informato dell’esercente la patria potestà sul minore. Esperienze vissute in Paesi come la Gran Bretagna o la Germania hanno evidenziato come la somministrazione dei test o questionari relativi allo stato psichico del bambino sia proporzionalmente legato all’espansione del mercato di forti psicofarmaci quali ad esempio il Ritalin. Vogliamo quindi evitare che tale fenomeno di espansione incontrollata si attui anche nella nostra nazione. Infine, in relazione a questo specifico aspetto, appare opportuno segnalare un episodio della nostra storia recente. Alcuni anni fa, di fronte alla cosiddetta emergenza AIDS, fu avanzata la proposta di effettuare obbligatoriamente il test HIV su tutti i cittadini italiani. Si trattava in quel caso di una malattia infettiva, potenzialmente mortale, e di un test organico oggettivo. Il Parlamento, il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale si espressero negativamente, consapevoli del principio fondamentale della democrazia per il quale è lo Stato a servizio del cittadino e non viceversa. Eppure si trattava di una malattia organica, infettiva, potenzialmente mortale e di un test oggettivo. In questo contesto siamo di fronte a psicopatologie discusse, certamente non infettive, a test non oggettivi ed a nessun pericolo sanitario incombente. Inoltre tali controlli rivelerebbero dati sensibili e relativi a bambini. I test psicopatologici nelle scuole rappresenterebbero l’invasione dello Stato nella famiglia e nella vita dei cittadini: si fondano, infatti, su una visione dello Stato non corretta con conseguente grave rischio per il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. Con l’articolo 5, infine, s’intende disporre di un’azione di monitoraggio, di sorveglianza e di valutazione su tutti i trattamenti di natura psicofarmacologica su minori. A tal fine viene imposta la raccolta di dati analitici per avviare rigorosi studi clinici. I pazienti vengono sottoposti a verifiche e controlli sanitari periodici al fine di valutare l’adeguatezza e correttezza terapeutica. Le regioni, tramite l’assessorato regionale alla sanità, attuano procedure di valutazione e revisione periodica dei trattamenti psicofarmacologici sui minori, attraverso una commissione i cui membri, nominati dall’assessorato stesso, sono rappresentanti delle associazioni di settore professionalmente qualificati.

DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Finalità) 1. La presente legge persegue la finalità di tutelare i bambini e gli adolescenti dalla somministrazione di sostanze psicotrope fuori dai casi clinici in cui siano ritenute indispensabili e di promuovere una corretta informazione indirizzata in primo luogo ai genitori e agli educatori sugli effetti a lungo termine dell’utilizzo, anche temporaneo, di tali sostanze, sulla loro reale composizione e sulla disponibilità di terapie e trattamenti alternativi che non contemplino l’uso di farmaci. 2. Per i fini di cui al comma l, viene promossa la diffusione di una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza improntata al riconoscimento del diritto alla salute dei minori, promuovendo, altresì, interventi finalizzati ad una capillare informazione e sensibilizzazione, anche attraverso strumenti telematici, rivolta alle famiglie, alle istituzioni scolastiche, nonché alle associazioni e ai soggetti interessati in ordine alle problematiche correlate all’uso delle sostanze psicotrope su bambini e adolescenti e ai relativi abusi.

Art. 2. (Partecipazione e adesione ai princìpi) 1. Questa legge in relazione alle finalità di cui all’articolo l si attiene ai princìpi previsti in materia di diritti umani dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, dal Consiglio d’Europa, nonché dalla Costituzione, e in particolare dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989, e ratificata ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176.

Art. 3. (Consenso informato) 1. Il trattamento con sostanze psicotrope su bambini e adolescenti può essere praticato solo laddove i genitori esprimano un consenso scritto, libero, consapevole, attuale e manifesto. 2. Per i fini di cui al comma 1 le aziende sanitarie locali (ASL) predispongono un modulo per il rilascio del consenso informato sul quale il pediatra o il neuropsichiatra infantile interessato illustrano in modo dettagliato gli effetti derivanti dal trattamento e forniscono esaurienti informazioni in ordine agli effetti collaterali e alle reazioni indesiderate conseguenti all’assunzione di sostanze psicotrope, alle relative modalità di somministrazione e ai possibili trattamenti alternativi. 3. Con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali sono individuati gli strumenti e le modalità per favorire l’accesso a terapie alternative alla somministrazione di sostanze psicotrope. 4. Il consenso del genitore o tutore nominato per il minore interessato è espresso in forma scritta e allegato a ciascuna prescrizione del farmaco stesso.

Art. 4. (Divieto di somministrazione di test e questionari) 1. È vietato all’interno delle scuole dell’obbligo di ogni ordine e grado effettuare test e questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni. 2. In caso di sospetto da parte dell’insegnante di un disturbo mentale, compresi sintomi di depressione o di sindrome da iperattività e deficit di attenzione (ADHD) a carico di un alunno, l’insegnante informa solo i genitori dello stesso. 3. Gli interventi di cui al comma 1 volti alla valutazione dello stato psichico del minore possono avvenire esclusivamente all’interno di strutture sanitarie pubbliche o private autorizzate sotto lo stretto controllo di operatori sanitari qualificati e previo obbligatorio consenso informato del soggetto che esercita la potestà sul minore ai sensi della normativa vigente.

Art. 5. (Valutazione e monitoraggio) 1. Tutti i trattamenti di natura psicofarmacologica su bambini e adolescenti sono corredati da dati analitici che permettono di avviare rigorosi studi clinici anche relativi a controlli successivi alla fine dei trattamenti; i bambini e gli adolescenti sono sottoposti a verifiche e controlli sanitari generali periodici al fine di valutare l’adeguatezza, la correttezza e la tollerabilità della terapia. 2. Con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali sono adottate procedure di valutazione e monitoraggio dei trattamenti psicofarmacologici sui soggetti di cui al comma 1, nonché di revisione periodica dei trattamenti medesimi, a livello regionale. 3. Per i fini di cui al comma 2, con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali è istituita una commissione i cui membri siano rappresentanti professionalmente qualificati delle associazioni di settore.

Paolo Roat


La fabbrica delle malattie. Bambini e psicofarmaci. Ecco come le multinazionali cercano di ammalare i nostri figli. In Italia sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che fanno uso di psicofarmaci: tranquillanti, antidepressivi e antipsicotici che vengono prescritti anche quando non sarebbero necessari. E in alcuni casi si tratta di prodotti non testati sui più piccoli, con effetti collaterali pesantissimi e pericolosi. Per le multinazionali che li producono è un business miliardario, ma qual è il vero prezzo che pagano i nostri figli?

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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