L’Italia è fanalino di coda dell’Unione europea. Ultima nella classifica dei tassi di crescita del Pil previsti dalla Commissione Ue per il 2017. Nel 2015 siamo stati terzultimi, nel 2016 penultimi dietro la Grecia. Nessun altro tra i 28 vedrà il prodotto salire meno dell’1%.
Bruxelles stima che nel 2016 il Pil italiano sia cresciuto dello 0,9% (lo scorso 9 novembre la previsione si fermava al +0,7%), cui dovrebbe seguire un’espansione analoga nel 2017 (lo stesso dato diffuso in autunno) e un +1,1% nel 2018 (dal +1% stimato a novembre).
“In Italia si prevede una crescita del Pil dello 0,9% quest’anno, allo stesso livello del 2016, e un leggero aumento nelle stime per il 2018, sostenuto dai bassi tassi d’interesse e da una forte domanda esterna – ha commentato il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici – ma le debolezze strutturali ostacolano una ripresa più forte“. Nella sua analisi della congiuntura, l’Ue accoglie positivamente l’impegno del governo di correggere la traiettoria dei conti pubblici entro aprile.
Messa in questi termini e permanendo simili condizioni, l’Italia di Renzi-Gentiloni non ha alcuna possibilità di uscire dalla palude in cui si trova.