L’Italia avrebbe pagato svariati milioni di dollari per la liberazione di vari ostaggi: più di 525mila dollari per liberare lo skipper Bruno Pellizzari e la sua compagna Debbie Calitz nel 2012; quattro milioni di dollari per il giornalista Domenico Quirico e il suo collega belga Pierre Piccinin da Prata nel 2013; undici milioni di dollari per Greta Ramelli e Vanessa Marzullo nel 2015.
È quanto rivela un’indagine di sei mesi condotta dal “Nucleo Investigativo di Al Jazeera”, che la rete televisiva del Qatar trasmetterà nella sua versione integrale il 12 ottobre, intitolato The hostage business. Il governo italiano non ha risposto alle domande dei giornalisti di Al Jazeera, dichiarando solo che la propria politica per i cittadini che vengono sequestrati all’estero è di non pagare riscatti.
Come prova Al Jazeera mostra le foto del pagamento: un tavolo ricoperto di mazzette di dollari in pacchetti incellofanati. Il denaro sarebbe stato dato dall’Italia ad al-Nusra, il gruppo armato siriano vicino ad al Qaeda. Sempre secondo Al Jazeera, sarebbe servito per la liberazione delle operatrici umanitarie rapite.
Nel documentario, due testimoni raccontano la consegna del denaro usato l’8 settembre 2013 per liberare Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata, rapiti cinque mesi prima. L’intermediario dello scambio Mu’taz Shaklab dice: “I rapitori hanno chiesto dieci milioni di dollari, ma penso ne abbiano ottenuti quattro”. La somma equivale a più di 3,5 milioni di euro.
Al Jazeera parla anche delle trattative tra l’Italia e i pirati somali con i quali l’accordo si concretizzò nel pagamento di 525mila dollari (più di 460mila euro) per il rilascio dello skipper Bruno Pelizzari e della compagna Deborah Calitz avvenuto nel giugno del 2012. Sul rilascio i governi italiano e sudafricano avrebbero fornito una versione falsa sostenendo che il rilascio era stato l’esito di un raid delle forze somale sostenute dall’Occidente.
Da Quirico alle cooperanti Greta e Vanessa, l’Italia si è trasformata nel bancomat dei terroristi.