Otto anni dopo le sue dimissioni, l’ex sindaco di Varese Aldo Fumagalli è stato condannato a quattro anni di carcere, per peculato e “induzione indebita a dare o promettere utilità”, e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Questa la condanna inflitta ieri dal tribunale di Varese, giovedì 4 aprile ad Aldo Fumagalli, sindaco leghista della città dal 1997 al 2005, quando si dimise dopo aver ricevuto i primi avvisi di garanzia per il cosiddetto “sexygate”. Il pm Agostino Abate lo accusava di aver adoperato auto blu per trasportare delle giovani romene e russe. Il tribunale lo ha condannato proprio per aver adoperato vetture di servizio per ragioni molto personali: come quando l’allora sindaco si fece accompagnare a Monza per incontrare una ragazza, oppure fece portare a Varese dal suo autista un’altra giovane. “L’induzione indebita”, sorta di concussione attuenuata, si riferisce invece alle pressioni che Fumagalli avrebbe effettuato su Augusta Lena (allora fidanzata con il fratello di Umberto Bossi) perché mettesse a disposizione delle sue amiche un appartamento. L’ex sindaco protesta: “Questa sentenza era già scritta. Non a caso avevo chiesto il trasferimento del processo in un’altra sede”.. “Fumagalli non ha ancora capito l’illiceità dei suoi comportamenti”, ha affermato Abate. In merito alla pretesa dell’ex sindaco di ricevere le chiavi della casa per “emergenze familiari”, il pm ha dichiarato: “ha scaricato sui bisognosi la necessità di trovare un alloggio alle sue amanti. E’ una vergogna”. L’ex sindaco farà ricorso in appello, proprio come l’accusa, che per lui aveva chiesto sei anni di reclusione.
Alla faccia dell’intolleranza leghista per gli stranieri, gli extracomunitari e per l’immigrazione clandestina. Intolleranza si ma non per le mignotte russe e romene.