“Rivoglio i miei profughi“. È l’appello disperato di Giancarlo “Caco” Pari, albergatore titolare dell’hotel Gelso di Igea Marina (Rimini).
“Il mio hotel ora è semideserto, con i profughi arrivavo a incassare anche 45mila euro al mese. I migranti sono stati qui a gruppi di 10, 14 e 17 persone, gli ultimi sono andati via lo scorso 2 giugno, e io ho ricevuto dal ministero la somma di 32,50 euro a persona al giorno. Mediamente sono rimasti per due settimane-venti giorni, per dieci giorni ne ho avuti 41 tutti insieme, dunque si fa presto a capire quanto ho incassato. Ma da ottobre se le autorità saranno d’accordo il mio hotel tornerà a disposizione per accogliere i ragazzi africani. Rivoglio i miei profughi, altro che turisti! Con quei 45mila euro al mese ci si pagavano tutte le bollette di acqua, luce e gas, nonchè fornitori e dipendenti. E avevo margini, inoltre svolgevo anche una sorta di servizio sociale”.
Al Resto del Carlino l’albergatore spiega di aver lavorato con i profughi da inizio inverno, visto che l’hotel è annuale, fino a primavera inoltrata: “Ospitando loro, e ne ho avuti fino a 42, incassavo più o meno 1.500 euro al giorno. Venivano da diverse nazioni africane. Con molti sono diventato amico. Mi aiutavano a fare lavoretti, e non chiedevano niente in cambio. Hanno restituito due cellulari trovati in spiaggia. Mi chiedo quanti di noi italiani avrebbero fatto altrettanto. Mi trattano come se rubassi i soldi, ma chi ruba non è chi lavora, ma chi guadagna 16mila euro al mese come il signor Pini. Io faccio l’albergatore e l’esperienza di ospitare i migranti vorrei rifarla, se poi il signor Pini è così bravo da darmi 6mila euro, è un altro discorso”.