Il modo tradizionale di far scuola è minacciato da un ciclone innovativo. Basta con la lezione tradizionale, gli esercizi scritti, i compiti, i timbri con i voti.
Sognare una scuola diversa, lo chiamano flipped classroom, la classe capovolta, e il tempo in classe può essere dedicato interamente alla discussione e all’apprendimento attivo.
La classe capovolta si fonda proprio su questo concetto: la lezione diventa compito a casa e le ore di lezione diventano un momento di discussione, sperimentazione e dibattito.
Una scuola alla rovescia
Come scrisse lo stesso Tullio De Mauro, insigne linguista recentemente deceduto, uno dei pochi intellettuali e politici che si è occupato di scuola, con cognizione di causa:
“In molti paesi una sacra trinità ha presieduto da secoli alla vita della scuola:
1) silente ascolto in classe della lezione dell’insegnante che tra cattedra e lavagna racconta quel che nel libro è già scritto;
2) a casa studio (del libro) ed esercizi di applicazione dello studio;
3) di nuovo in classe, interrogazioni “alla cattedra” per verificare lo studio del libro”.
Il concetto di classe capovolta scardina questa “sacra trinità”. Ovvero inverte il tradizionale schema di insegnamento e apprendimento, facendo dell’aula “non più il luogo di trasmissione delle nozioni ma lo spazio di lavoro e discussione dove si impara ad utilizzarle nel confronto con i pari e con l’insegnante”.
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I pionieri dell’insegnamento capovolto
I primi tentativi di classe capovolta vennero effettuati, negli anni novanta, da Eric Mazur, professore di fisica presso l’Università di Harvard. Nell’ambito dell’insegnamento secondario di secondo grado, fu invece pioniere la Khan Academy, organizzazione educativa americana senza scopo di lucro.
Tuttavia la vera mente di questo innovativo sistema didattico viene solitamente attribuita a Jonathan Bergmann e Aaron Sams, insegnanti di chimica in una scuola del Colorado che ebbero l’intuizione di registrare una lezione ed condividerla con i loro studenti, che guardarono a casa.
Grazie alla popolarità della Khan Academy l’idea della didattica “capovolta” negli Stati Uniti è letteralmente esplosa (20mila le scuole) e sta acquistando sempre maggiore popolarità e credibilità anche negli ambienti educativi europei.
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Flipped classroom in Italia
In Italia l’associazione degli insegnanti italiani “Flipnnet” che praticano la classe capovolta oggi conta 200 “praticanti” (regolarmente iscritti, che versano i 10 euro di quota associativa annuale), circa 600 “adepti”, che hanno seguito un corso di formazione bimestrale e 40mila “simpatizzanti” che partecipano ai blog e popolano la pagina Facebook.
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Niente più lezioni tradizionali in classe e compiti a casa
Utilizzando le nuove tecnologie è possibile far seguire agli studenti una lezione a casa ed usare le ore a scuola per esercitarsi. Si utilizza il termine “flip” in quando viene ribaltata la modalità in cui vengono proposti i contenuti e i tempi utili per l’apprendimento.
In una classe capovolta la responsabilità del processo di insegnamento viene in un certo senso “trasferita” agli studenti, i quali possono controllare l’accesso ai contenuti in modo diretto, avere a disposizione i tempi necessari per l’apprendimento e la valutazione.
L’insegnante diventa quindi un supporto alla comprensione di quanto appreso a mano a mano dagli allievi e dovrà impiegare il proprio tempo in questo processo di passaggio dall’ampliamento delle conoscenze all’acquisizione di capacità e competenze.
Il vantaggio del flip teaching sta proprio nella possibilità di utilizzare in maniera diversa le ore di lezione settimanali dedicate all’insegnamento di una data disciplina, permettendo anche gli studenti di costruire il proprio sapere e di testare in qualsiasi momento le proprie competenze.
Il ruolo del docente sarà quello di guida che incoraggia gli studenti alla ricerca personale e alla collaborazione e condivisione dei saperi appresi.
Durante una tradizionale lezione, gli studenti provano spesso a carpire il maggior numero possibile delle informazioni date dal docente, annotando, a volte, freneticamente, il maggior numero di parole possibile sui loro quaderni.
Ciò non permette loro di soffermarsi sui concetti, proprio perché sono concentrati su una scrittura forsennata, che li distoglie dalla comprensione di determinati nodi concettuali importanti.
L’uso dei video, invece, permette agli studenti di ascoltare e riascoltare in qualsiasi momento le parole del docente.
Dieci minuti di un video ben fatto si possono spiegare gli stessi contenuti svolti durante una lezione che in classe dura 60 minuti. Le discussione che verranno avviate in classe permetteranno agli studenti di socializzare e collaborare nella risoluzione di un problema comune.
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La scuola capovolta funziona?
In un sondaggio effettuato in America, su oltre 500 insegnanti, è risultato che oltre il 90% degli insegnanti che hanno provato a “capovolgere” l’insegnamento hanno migliorato la propria motivazione, il 70% circa ha riportato miglioramenti nei punteggi dei test finali standardizzati e l’80% ha riportato un miglioramento nell’atteggiamento degli studenti.
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Dove approfondire
Per farsi un’idea del metodo classe capovolta e per visionare video di buona qualità vi consiglio quelli della Prof.ssa Romina Papa, di Catia di Camillo, del Prof. Paul Andersen (alcuni sottotitolati anche in Italiano). Segnalo anche il libro “La classe capovolta. Innovare la didattica con il flipped classroom” di Maurizio Maglioni e Fabio Biscaro per impostare una classe capovolta. Infine questa presentazione in Prezi che spiega la metodologia della classe capovolta ai genitori degli alunni.
Conclusioni
“Gli insegnanti sono pronti a questa innovazione“, ripeteva Tullio De Mauro, “con questa didattica si avrà una scuola più inclusiva, più laboratoriale e che darà più spazio al lavoro di gruppo e alla scrittura. E un giorno se ne accorgerà anche il ministro dell’Istruzione”.
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