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Chi consuma l’acqua sul pianeta?

Più di un quinto dell’acqua consumata sul pianeta e’ consumata da prodotti destinati all’esportazione. Questo sono i risultati di uno studio, pubblicato Lunedi 13 febbraio su Pnas, la rivista dell’Accademia delle scienze americana.

Studiando indicatori di business, dati demografici e statistiche sull’uso dell’acque sotterranee, di superficie e pluviali, un team di ricercatori dell’Università di Twente nei Paesi Bassi ha quantificato e mappato l’impronta globale dell’acqua, cioè tutta l’acqua che usiamo.

Risultato: tra il 1996 e il 2005, 9.087 miliardi di metri cubi d’acqua sono stati consumati ogni anno in tutto il mondo. L’ agricoltura incide il 92%, principalmente a causa dell’irrigazione intensiva di colture di mais, grano o di riso (27% acqua dolce), per la produzione di carne il 22% e per i prodotti lattiero-caseari il 7%.

Gli Stati Uniti costituiscono il terzo più grande consumatore di acqua dolce (1.053 milioni di metri cubi per anno), dopo la ben più popolosa Cina (1.207 miliardi di metri cubi) e India (1.182 miliardi di metri cubi). Il consumo pro capite degli Stati Uniti di quantità di acqua e 2.842 metri cubi all’anno, contro i 1.089 della Cina e i 1.385 dell’India, come mostrato nella mappa consumo di acqua di ogni paese, all’anno pro capite:

Oltre al consumo diretto di acqua per uso domestico o agricolo, il cuore del problema ruota intorno al concetto di acqua virtuale, vale a dire la quantità di acqua utilizzata per produrre i beni di consumo. Circa un quinto dell’acqua consumata nel mondo e’ scambiata dai paesi sotto forma di prodotti agricoli o industriali.

Principalmente per prodotti alimentari. Un chilo di carne bovina richiede 15.500 litri di acqua di pozzo, un chilo di carne di maiale 4.900 litri, di pollo 4.000 litri, formaggio 4.900 litri e di riso 3.000 litri.

Questa mappa mostra le importazioni nette di flusso di acqua virtuale e i flussi più grandi di distribuzione (oltre 15 miliardi di metri cubi all’anno), relative al commercio agricolo e industriale tra il 1996 e il 2005:

 

I Paesi più dipendenti da queste risorse sono, come ci si potrebbe aspettare, le regioni del deserto e insulari: Malta, che dipende dal 92% di acqua virtuale, Kuwait (90%), Giordania (86%) e Israele (82%). Ma alcuni dei paesi con le risorse d’acqua più vaste del mondo sono anche grandi importatori di “oro blu”. Il maggior importatore sono gli Stati Uniti con 234 miliardi di metri cubi all’anno. Dopo il Giappone, che importa 127 miliardi, la Germania 125, la Cina 121, l’Italia 101, il Messico 92 e la Francia con 78.

Sul lato opposto della scala, i paesi che esportano la maggior parte di acqua virtuale sono gli Stati Uniti che con 314 miliardi di metri cubi all’anno ha più che compensato le sue importazioni, poi la Cina con 134 miliardi, l’India 125 miliardi e il Brasile con 112 miliardi.

Infine, gli autori dello studio, Hoekstra e Mesfin Mekonnen non offrono soluzioni dirette a ridurre il consumo dell’acqua, virtuale e non. Essi sostengono che mappare l’impronta idrica consente agli Stati di conoscere i rischi di dipendenza , mentre la diminuzione delle risorse deve essere una preoccupazione internazionale .

(fonte LeMonde)

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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