Finmeccanica è una holding industriale sorta nel 1948 nell’ambito dell’IRI e si articola in diversi settori: aeronautica, elicotteri, sistemi di difesa, elettronica per la difesa, sicurezza, spazio, energia e trasporti. Dal 1992 l’azienda è quotata in borsa. Lo Stato, attraverso il Ministero dell’Economia, controlla il 32,4% del pacchetto azionario della società di cui è, dunque, l’azionista di riferimento. Gli ultimi dati del Sipri, l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, aggiornati al 2010, pongono Finmeccanica all’ottavo posto nell’elenco delle maggiori aziende produttrici di armi al mondo. Ovviamente va considerato che non tutti i ricavi derivano dal settore armiero.
Principali azionisti
- Ministero dell’Economia e delle Finanze – 32,40%
- Tradewinds Global Investors LLC – 4,976 %
- BlackRock – 2,24%
- Libyan Investment Authority (Libia) – 2,01%
Dati Consob aggiornati al 5 giugno 2012
Il 2011 è stato un annus horribilis per Finmeccanica. Per la prima volta dopo molti anni il suo bilancio si è chiuso con un risultato negativo (ebit) a -2.4 miliardi di euro. Inoltre, per quel che riguarda l’ambito commerciale, al termine del 2011 si è registrato per il Gruppo un decremento di nuovi ordini del 22% rispetto ai dati dell’esercizio 2010. Questi fatti sono gravi: in sostanza niente dividendo per il Ministero dell’Economia e soprattutto perdita di 5.000 posti di lavoro. Un’ulteriore emergenza importante che Finmeccanica deve affrontare in questi ultimi tempi riguarda la notevole perdita di immagine dovuta alle inchieste giudiziarie, l’ultima l’Affaire India, una maxitangente da 51 milioni di euro agli stati maggiori di Nuova Dehli su una commessa da 556 per 12 elicotteri. Finmeccanica appare come strumento di corruzione del sistema politico nazionale e corruzione in fase di acquisizione di nuove commesse. Nel corso del 2011 si è dimesso Pierfrancesco Guarguaglini. Costui ha ricoperto la carica di presidente ed amministratore delegato dal 2002 al 2011. E’ stato travolto dallo scandalo Enav. E’ stato indagato per frode fiscale e false fatturazioni. Secondo gli atti dell’inchiesta Finmeccanica-Enav “il Sistema era “corrotto” fin negli interstizi, le gare d’appalto “pennellate”, i fondi neri, creati con sovrafatturazioni fino al 60% del valore delle commesse, la regola. Che la Politica era vorace, nelle sue richieste di denaro e non solo”. La dimostrazione è nella cronaca di questi giorni. Il seguente grafico mostra l’andamento del titolo Finmeccanica negli ultimi cinque anni. In pratica da metà 2008 ad oggi l’azione ha perso più di tre quarti del proprio valore.
- Fonte advfn.com
Poiché, come già esposto, Finmeccanica è un’impresa a controllo pubblico sarebbe auspicabile ed opportuno che i politici azionisti ed i manager che si sono succeduti alla sua guida, rendessero conto del loro operato. Nei fatti osserviamo invece che il precedente presidente, pur travolto dallo scandalo, è stato gratificato, in fase di dimissioni, dal cda con parole di apprezzamento per l’operato svolto e con una buonuscita di 4 milioni di euro. Di fronte alla crisi, la principale strategia difensiva impostata dal management è quella di restringere il core business all’aeronautica, elicotteri, elettronica per la difesa e sicurezza, cercando nel contempo di far cassa attraverso la dismissione delle realtà aziendali più estranee a detto core business, quindi abbastanza poco coinvolte nelle produzioni militari; più specificatamente l’a.d. Orsi, oggi arrestato per corruzione internazionale, peculato e concussione, ha dichiarato che entro il 2012 dovrebbero essere ceduti Ansaldo Breda ed i “gioielli di famiglia”, cioè la quota di controllo di Ansaldo Sts, il 55% di Ansaldo Energia 5 ed il 14% di Avio. L’obiezione appare fin troppo facile: è corretto limitarsi al business delle armi, seppur di tecnologia avanzata, nel momento in cui è proprio il settore armiero quello più colpito dalla crisi? Una volta terminata la crisi, saranno in grado gli eserciti europei di ritornare agli investimenti, veramente eccessivi, che hanno caratterizzato il periodo ante crisi? Non sarebbe più logico espandere le produzioni “civili” e quelle “dual use”? Se non altro, per una prudente diversificazione delle proprie attività. E poi se l’aeronautica fa parte del core business, perché privarsi della partecipazione in Avio? Quest’ultima è un’ottima società, che forse ha il “difetto “ di avere una quota relativamente modesta del proprio fatturato nel settore armiero. Da fonti giornalistiche sembra che anche il presente governo Monti nutra dei forti dubbi riguardo alla ristrutturazione proposta da Orsi. Ansaldo Energia è un’impresa impegnata in un settore strategico come la costruzione di impianti per la produzione di energia. Nel momento in cui viene scritta questa nota, il Governo sta caldeggiando la formazione di una cordata italiana, guidata dalla CDP (tramite il Fondo Strategico Italiano) e formata anche da alcuni imprenditori privati, per acquisire Ansaldo Energia che così rimarrebbe italiana e non finirebbe preda dello storico concorrente tedesco Siemens, al quale Orsi l’aveva predestinata. Infine la posizione personale dell’a.d. sembra estremamente indebolita presso la “politica”, anche perchè indagato a Napoli per corruzione internazionale e riciclaggio; non appare illogico ipotizzare una sua prossima uscita di scena.
La crisi e l’attuale situazione politica internazionale hanno inciso sul portafoglio della holding: come è possibile leggere nella relazione riportata dal Gruppo Finmeccanica relativa al bilancio 2011 “nei mercati di riferimento del gruppo i budget di investimento in sistemi militare e per la sicurezza hanno subito dal 2010 un deciso rallentamento con previsioni di riduzioni fino al 2015 e con cancellazioni relative a programmi particolarmente importanti. […] D’altra parte, il settore ha registrato un consistente spostamento della domanda che ha visto, e vedrà sempre di più, assumere da parte dei Paesi emergenti un ruolo significativo. Questi ultimi hanno parzialmente compensato le riduzioni di budget annunciate e attuate dai Paesi dell’area Nordatlantica e hanno innescato un’accesa competizione tra le imprese fornitrici con conseguenti intense pressioni sui prezzi. Infine nel Nord Africa, mercato di particolare importanza per il Gruppo, il contesto socio-politico ha determinato la temporanea interruzione di importanti programmi militari e civili. In questa situazione di crisi complessiva, il Gruppo ha risentito di un calo di ordini (con una conseguente riduzione del portafoglio), di contratti e di una contrazione di ricavi”. Per quanto riguarda il settore Difesa, la flessione dei budget di spesa in diversi Paesi industrializzati, è considerata una delle cause principali della diminuzione del fatturato della holding; al contrario i mercati asiatici e quelli dell’America Latina, lasciano prevedere nei prossimi anni un diverso trend attraverso nuovi e sostanziosi programmi di investimento. Nel ramo aeronautico, il segmento degli aerei militari “presenta un trend di significativa crescita nei prossimi anni grazie all’entrata in produzione di alcuni importanti programmi e alla presenza di requisiti per il rinnovo delle flotte in numerosi Paesi di nuova industrializzazione” .
Mentre il settore che ha risentito meno della negativa situazione economica mondiale è quello dello Spazio (principalmente grazie agli investimenti governativi), nel comparto dei Sistemi per la Difesa, dopo il picco del 2009 che aveva visto ricavi di oltre 18 miliardi di euro nel comparto dei veicoli terrestri (a seguito delle esperienze di guerra asimmetrica in Iraq e Afghanistan e la necessità di ammodernare i veicoli blindati), sono previste riduzioni sempre maggiori nei prossimi anni. Dal punto di vista degli assetti, gli ultimi anni sono stati testimoni di numerosi cambiamenti all’interno della struttura del Gruppo: in particolar modo, per quanto riguarda l’Aeronautica, dal 2012 si è assistito alla fusione per incorporazione di Alenia Aermacchi e Alenia SIA in Alenia Aermacchi Spa. Anche nel settore dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza sono in atto dal 2010 diversi cambiamenti volti alla creazione (prevista entro la fine del 2012) di un’unica organizzazione a livello europeo in cui far confluire le attività afferenti alle tre società SELEX Sistemi Integrati, SELEX Galileo e SELEX Elsag (società nata nel 2011 dall’incorporazione di Elsag Datamat nella SELEX Communications). Per quanto riguarda il settore Spazio, la Telespazio Holding Srl, detenuta al 67% da Finmeccanica e al 33% dalla Thales, è stata fusa per incorporazione nella Telespazio Spa nel febbraio 2012.
(Fonte La produzione di armi in Italia)