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Allarme Unioncamere, le PMI italiane esportano sempre meno

Quasi 50mila aziende potrebbero esportare ma non lo fanno, trascinando in basso i dati relativi alle vendite dall’Italia verso l’estero: è questo l’allarme lanciato da Unioncamere, che stima un calo del 3,3% del numero di imprese esportatrici tra il 2016 e il 2019. Il dato più preoccupante riguarda soprattutto le PMI, che rappresentano peraltro la maggiore quota del tessuto economico nazionale, amplificando dunque le difficoltà già riscontrate dalle piccole e medie realtà in questi ultimi anni.

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Le “Lavatrici” di Genova: Da ecomostro a modello di sviluppo urbano

Lavatrici di Genova

Le Lavatrici, un complesso di quattro edifici e oltre 370 appartamenti prefabbricati che dominano la collina di Genova, come molti altri ecomostri made in Italy, rappresentano fedelmente un ventennio molto tetro di questo Paese, caratterizzato da abusivismo, corruzione e degrado. Basti pensare che negli ultimi 20 anni l’Italia ha perso il 15% delle campagne e oltre il 56% delle coste italiane è cementificato. Continue Reading

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Made in Italy: I 10 prodotti italiani più richiesti

Prodotti Made in italy

Il Made in Italy ci rende unici ed è indubbiamente il marchio più richiesto sia nella nostra penisola che all’estero. L’Italia esporta da molto tempo un’ampia varietà di prodotti di qualità, principalmente in settori come la meccanica, la moda, l’alimentazione, l’edilizia e l’arredamento. 

I mercati sui quali il Made in Italy è maggiormente richiesto sono quelli dei paesi dell’Unione Europea e dell’America, ma ultimamente anche Asia, basti pensare alla Cina, e Africa.

In generale per prodotti “Made in Italy” si identificano principalmente quelli ascrivibili ai settori delle “quattro A”: ovvero l’Abbigliamento-moda, l’Arredo-casa, l’Automazione-meccanica e l’Alimentare. Continue Reading

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I primi 10 Paesi esportatori mondiali di merci nel 2016

Paesi esportatori merci

La graduatoria dei principali paesi esportatori mondiali di merci, secondo l’ultimo Rapporto dell’agenzia ICE, non ha mostrato significativi mutamenti nelle prime posizioni, ancora dominate dalla Cina che resta il primo esportatore mondiale. Gli Stati Uniti, secondo esportatore, hanno mantenuto immutata la propria quota rispetto al 2015. La Corea del Sud dopo decenni di forte dinamismo perde due posizioni, scendendo dal sesto all’ottavo posto. La forza dell’export Made in Italy, è stata confermata anche nel 2016.

L’Italia, infatti, è il nono Stato esportatore al mondo, guadagnando una posizione rispetto al 2015, con vendite all’estero per 462 miliardi di dollari, poco più del 30% del PIL. L’Italia con una quota di mercato del 2,9%, si conferma fra i Paesi avanzati quelli che nella globalizzazione hanno conservato maggiori quote di mercato a livello internazionale. E il trend positivo per l’export di Made in Italy non sembra essersi esaurito: dal Rapporto emerge infatti che, nei primi quattro mesi di quest’anno, le esportazioni italiane sono cresciute del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato che, se confermato nei successivi quadrimestri, porterebbe il dato dell’intero 2017 a superare le stime, che ipotizzavano un aumento del 3-4%.

Per l’Italia due note dolenti. La prima è rappresentata dal numero di aziende esportatrici (circa 215.000) che è incrementato troppo lievemente rispetto alle previsioni: nel 2016 sono state infatti solo 10mila (+0,3%) le nuove aziende esportatrici italiane. La seconda proviene dai tre settori in cui l’Italia mantiene le quote di mercato più elevate nel mondo: articoli in pelle (10,1%), macchinari ed apparecchiature (6,4%), abbigliamento (4,9%). Settori in cui non bisogna assolutamente arretrare. Per farlo è necessario aggredire il mercato ecommerce, che oggi vale 1900 miliardi di euro e di cui il Belpaese rappresenta appena l’1% perché al momento l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi europei: solo il 10% delle imprese italiane accetta ordini online, contro il 18% della Spagna, il 21% della Francia ed il 27,2% della Germania.

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