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Carne di cavallo nei tortellini, errore o business criminale?

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Sempre più spesso si sente parlare di frode alimentare. E’ notizia di oggi che la Nestlè ha ritirato “I Ravioli di Brasato” e “I Tortellini di Carne Buitoni” (marchio italiano che fa capo al colosso alimentare Svizzero) dal mercato in Italia, in quanto dai cointrolli risulta la presenza dell’1% di carne di cavallo fra gli ingredienti. Secondo i più recenti orientamenti giurisprudenziali, in relazione alla produzione ed alla vendita dei prodotti alimentari, si è soliti distinguere tra due forme di inganno: la frode sanitaria e la frode commerciale.

  • Frodi commerciali: comprendono tutte le azioni fraudolente sugli alimenti o sulle loro confezioni che, pur non determinando concreto o immediato nocumento per la salute pubblica, favoriscono illeciti profitti a danno del consumatore.
  • Frodi sanitarie: Il presupposto della frode è insito nella probabilità o certezza di procurare un danno alla salute dei cittadini, di rendere potenzialmente o sicuramente nocive le derrate alimentari.

In pratica si copiano cibi noti senza usarne le materie prime, oppure si “taroccano” gli stessi originali. Ma perchè Nestlè, la più grande industria al mondo del cibo, produce tortellini con carne di cavallo? La risposta che circola e che la carne di cavallo costa meno di quella bovina, e visto gli scarsi controlli il gioco è presto fatto.

Nestlè nel comunicato di oggi spiega che “Non sussistono conseguenze di carattere sanitario e di sicurezza alimentare, la qualità e la sicurezza dei prodotti è per Nestlé una massima priorità non negoziabile”. Ma sara’ così, o queste pratiche nascondono qualcos’altro? Oppure a causa della crisi, le grandi catene dell’alimentare hanno chiesto alle aziende di non aumentare i prezzi dei prodotti ed a rimetterci è la qualità? Una inchiesta del Financial Times dei giorni scorsi, ha rivelato che la carne di cavallo viene venduta a mezzo euro al chilo in Romania, e da lì poi parte per l’Europa. Quella bovina viene venduta a 3 euro al chilo. C’è da pensare che se la carne equina viene venduta a prezzo stracciato è perchè proviene da animali da soma o da corsa, non di buonissima qualità quindi. Ovviamente non sono le multinazionali del cibo a cambiare materia prima, ma i fornitori. Nel caso dei tortellini italiani e spagnoli, il fornitore di Nestlè è JBS, fondata nel 1953, con sede in Brasile, è tra le più grandi multinazionali alimentari, un colosso da 40 milioni di capi macellati ogni anno. JBS si è affidata alla divisione belga JBS Toledo, la quale si è rifornita a sua volta dal subcontractor tedesco H.J. Schypke. La casa madre si dichiara quindi estranea alla scandalo, e ha sospeso ogni rapporto con il fornitore dalla Germania. Resta da chiedersi quanti e quali controlli Nestlè, JBS e JBS Toledo abbiano compiuto sul fornitore tedesco – controlli a campione e a sorpresa nell’azienda Schypke – prima che venisse alla luce la frode della carne equina e che fosse scoperto che nei tortellini non c’è solo carne bovina al cento per cento.

Facciamo un passo indietro. Tutto è iniziato quando qualche settimana fa le lasagne Findus in Gran Bretagna sono risultate essere fatte di carne di cavallo invece che di manzo (all’insaputa dei consumatori non potendo trovare questa informazione in etichetta!). È quanto è emerso da test condotti dall’Autorità britannica della sicurezza alimentare (Fsa) secondo i quali, ben il 60% della carne contenuta nel piatto surgelato era equina (in alcuni casi addirittura fino al 100%). “Siamo di fronte a una situazione sconvolgente – ha detto Catherine Brown, responsabile della Fsa Food Standards Agency – e più che una contaminazione per errore sembra che dietro ci sia un’attività criminale organizzata”. Lo scandalo ha colpito anche la Svezia, dove sono state ritirate ventimila confezioni di lasagne surgelate. Lo scandalo della carne di cavallo venduta come se fosse manzo in Inghilterra, e non solo ha di fatto scosso l’intera Europa. Il destinatario finale della merce fasulla è stata principalmente la Findus inglese, ma la filiera di produzione è passata attraverso l’intera Europa. Così l’Unione europea ha invitato tutti gli stati Ue a effettuare test del dna ai vari prodotti.

Scotland Yard è convinta che non si tratterebbe di una serie di errori occasionali o di mancati controlli, bensì di una vera e propria “cospirazione con intento criminoso”, per inondare i mercati alimentari di prodotti con ingredienti che costano meno di quelli promessi dall’etichetta e realizzare in tal modo ingenti profitti. ”Ci sono chiaramente aziende e individui che mettono i profitti al di sopra della sicurezza del consumatore”, ha detto al Financial Times l’ispettore Ben Priestly, uno dei funzionari pubblici incaricati dell’inchiesta.


Il veleno nel piatto. I rischi mortali nascosti in quello che mangiamo. Moltissime ricerche scientifiche ed epidemiologiche segnalano che nel corso degli ultimi trent’anni il tasso di incidenza dei tumori è aumentato del 40 per cento in paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia e la Svezia. Sempre in questo lasso di tempo la progressione delle leucemie e dei tumori cerebrali tra i bambini è stato del 2 per cento annuo. Come spiegare questa epidemia inquietante, che colpisce soprattutto i paesi “sviluppati”? Alla domanda risponde Marie-Monique Robin in questo libro choc, frutto di un’inchiesta condotta per due anni tra America del Nord, Asia ed Europa (anche in Italia). Nell’appoggiarsi su numerosi studi scientifici, ma anche sulle testimonianze dei ricercatori e dei rappresentanti delle agenzie di regolamentazione, l’autrice dimostra che la causa principale di questa vera e propria epidemia è di tipo ambientale. In particolare per la presenza di decine di molecole chimiche che hanno invaso il nostro ambito quotidiano e l’alimentazione dalla fine della Seconda guerra mondiale.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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