Una piccolissima squadra umbra è entrata nel calcio che conta, tra i professionisti. Il Castel Rigone, frazione del comune di Passignano sul Trasimeno provincia di Perugia, quest’anno giocherà in Lega Pro Seconda Divisione (la vecchia Serie C2). Ha solo 406 abitanti, un vero e proprio record, frutto della passione di Brunello Cucinelli, re del cachemere e presidente del club e dell’organizzazione societaria.
Il Castel Rigone, neopromosso in seconda divisione (l’ex C2), è prima di tutto un paradosso aritmetico. Ha uno stadio, senza barriere, da 500 posti a sedere e 406 abitanti (età media over 50 anni). Stadio in stile inglese, con le tribune e le panchine in legno, le aiuole intorno, nessun cartellone pubblicitario. Un biglietto unico dal costo di 5 euro, abbonamento annuale a 50 euro. Convinti che la domenica sia riservata alle famiglie, hanno chiesto e ottenuto di giocare di sabato le partite interne.
Brunello Cucinelli, leader nel cachemire colorato, in giro il mondo come una pallina da flipper, ogni fine settimana torna al suo cucuzzolo sopra il lago Trasimeno. Abituato ai successi nella vita, ma questa da sportivo ha un posto particolare “E’ il merito di una squadra che ha lottato e che ci ha creduto”, ha dichiarato il 5 maggio scorso, giorno della promozione. Gli hanno offerto mille volte la presidenza di altre squadre, ha preferito fondare nel 1998 una squadra ex novo, nella minuscola frazione dove è nato, con gli amici di sempre, quasi tutti ormai suoi dipendenti. Il risultato è una società stramba catapultata in un mondo di matti.
Vinti a raffica cinque campionati in fila, al primo anno in serie D andò subito ai play off e, nell’ultima gara del triangolare, contro il Pomezia, gli sarebbe bastato non perdere più di 3-0. Finì 7-2 per i laziali e da lì si sparse la voce che Cucinelli non volesse salire nei professionisti, perché lo stadio non era a norma, perché non aveva uno straccio di settore giovanile, perché… Poi quest’anno il miracolo, andando a vincere a Scandicci per 2-1 con rete della vittoria e della promozione arrivata al 85′, su calcio di rigore realizzato da tale Tranchitella.
Le regole “rivoluzionarie” però restano quelle degli inizi: zero intemperanze dei tifosi (ma la cosa è tecnicamente impossibile), ai giocatori chiede il rispetto assoluto degli avversari, in trasferta pulizia degli spogliatoi prima di salire sul pullman. Davvero quella che si può chiamare una sorta di rivoluzione civile calcistica. Una favola sportiva italiana…