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Berlusconi favole e ossessione

L’ex premier, e la sua cerchia di leccaculi, gridano allo scandalo. “L’ennesima prova dell’accanimento giudiziario contro Silvio Berlusconi”, come vaneggia Angelino Alfano, per chi si è dimenticato ministro della Giustizia dal 2008 al 2011.

La sentenza emessa ieri dal Tribunale di Milano, che ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale, a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e a 10 milioni di provvisionale all’Agenzia delle Entrate nel processo sui diritti Mediaset è la prova, che l’Italia è stata governata per nove anni negli ultimi venti da un evasore fiscale (che ogni tanto condonava le proprie evasioni). Quanto alle pene, detentive e accessorie, ricorda Travaglio sul Fatto Quotidiano, sono ridicole se confrontate con quelle di qualunque altra democrazia, dove gli evasori vengono sepolti in carcere, mentre da noi siedono al governo, in Parlamento e ai vertici di banche e grandi aziende. Come dargli torto. Diciamolo chiaramente il cittadino italiano per una mezza mela mangiata vieni impalato, il signor Berlusconi si è permesso un po’ di tutto. Ed ora i nodi vengono al pettine inevitabilmente.

Il Re della prescrizione ricomincia con le sue favole, ormai svalutate. Evoca la “persecuzione giudiziaria”, la “giustizia a orologeria”, il “Paese incivile e barbaro “. Parla di “60 procedimenti subiti in diciotto anni di vita politica”. E mente, ancora una volta, come sui suoi processi ha sempre fatto fin dal 1994. Nell’ottobre 2009 dichiara: “In assoluto ho subito 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due prescrizioni “. Nello stesso giorno, la figlia Marina ridimensiona le esagerazioni paterne: “Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte”. Qualche giorno dopo, il portavoce Paolo Bonaiuti la spara più grossa: “I processi contro Berlusconi sono 109”.

La verità è un’altra. Raccontata più volte da Giuseppe d’Avanzo su La Repubblica. I processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono stati finora 17. Di questi, 13 sono conclusi. Le assoluzioni sono state solo 3. In un’occasione con formula piena per l’affare SmeAriosto/1 (la corruzione dei giudici di Roma). Due volte con la formula dubitativa del comma 2 dell’articolo 530 del Codice di procedura penale che assorbe la vecchia insufficienza di prove: i fondi neri Medusa e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione (dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per insufficienza probatoria).
I proscioglimenti sono stati 10, propiziati da altrettante leggi ad personam. Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal suo governo, Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le attenuanti generiche che (attenzione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato. Per di più le attenuanti generiche gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi); caso Lentini; bilanci Fininvest 1988-’92; fondi neri nel consolidato Fininvest (1500 miliardi); Mondadori (Cesare Previti compra il giudice Metta, ed entrambi sono condannati).
Questa è dunque la vera storia dei processi del Cavaliere. Quasi sempre è risultato colpevole, ma si è salvato grazie alle norme che lui stesso si è cucito addosso. Per trasformare la sua ossessione giudiziaria nell’ossessione di un’intera nazione.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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