Giuseppe Beppe Caschetto, classe 1957, ex funzionario della Regione Emilia Romagna, oggi è l’agente di tutti quelli che contano davvero sul piccolo schermo. È lui l’uomo più potente della televisione italiana.
È il nuovo Lucio Presta, o se preferite, il nuovo Lele Mora. Una macchina da guerra con un giro d’affari che è stato stimato intorno ai 40 milioni di euro.
La Itc 2000 di Caschetto, il cui fatturato nel 2016 è aumentato del 40% sull’anno precedente, per un importo di 5 milioni e mezzo e un utile di 625mila euro, si occupa di management di personaggi dello spettacolo, autori e registi. Organizza eventi, ma soprattutto si muove come casa di produzione televisiva, cinematografica e pubblicitaria.
Beppe Caschetto, il manager più potente della tv
La potenza di Caschetto è quella “capacità” di far avere spazi e vetrine di primissimo piano ad artisti e personaggi che non diresti. La sua prima cliente come manager è stata Alba Parietti.
In questi anni Beppe Caschetto ha dominato sia nella Rai dei raccomandati che a La7, seguendo un po’ tutti, attori, registi, autori e giornalisti:
- Maurizio Crozza,
- Giovanni Floris,
- Luciana Littizzetto,
- Fabio Fazio,
- Massimo Gremellini,
- Luca e Paolo,
- Fabio Volo,
- Roberto Saviano,
- Lili Gruber,
- Andrea Zalone (autore di Crozza)
- Luca Telese,
- Federico Russo,
- Nicola Porro,
- Ilaria D’Amico,
- Lucia Annunziata,
- Virginia Raffaele,
- Pif,
- PierLuigi Pardo,
- Cristina Parodi,
- Daria Bignardi,
- Neri Marcorè,
- Corrado Formigli,
- Enrico Bertolino,
- Roberta Capua,
- Gene Gnocchi,
- Enrico Lucci,
- Natasha Stefanenko,
- Victoria Cabello,
- Ubaldo Pantani,
- Miriam Leone,
- Geppi Cucciari,
- Alessia Marcuzzi.
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Beppe Caschetto è un’entità invisibile
“Credo nel teorema Cuccia: stare nascosto ed essere considerato autorevol”», ha detto una volta Beppe Caschetto sintetizzando la sua filosofia professionale.
“Ci sono – spiegava in una conversazione con Salvatore Merlo – delle regole: per esempio non apparire. Per buon gusto e per decoro, e poi perché non è necessario all’artista. Ogni artista ha un suo percorso: bisogna aiutarlo a compierlo, accompagnarlo. Cercando di dargli quattro cose: buon senso, normalità, sensibilità e capacità commerciale. Anche, anzi soprattutto, nel momento del successo: è lì che l’artista può diventare fragile, insicuro.
Dobbiamo dargli una lettura di normalità. Altrimenti si diventa un percentista. Uno che prende solo la percentuale sui guadagni altrui. La mia abilità – prosegue Caschetto – consiste nel valorizzare le qualità dei singoli, capire quando è il momento di fare qualcosa, ma anche di cambiare.
E gli prolungo la vita artistica. C’è una cosa che ripeto sempre ai miei clienti: non devi diventare il personaggio del momento perché, se lo diventi, sei il personaggio di quel momento. E quel momento, mentre te lo godi, è già passato”.