In Costa d’Avorio e in Ghana, nazioni da cui proviene circa il 60 percento della raccolta di cacao a livello mondiale, nessun bambino può permettersi un pezzetto di cioccolato. Al contrario, in base ad uno studio risulta che in Africa occidentale oltre 250.000 bambini si ammazzano letteralmente di lavoro nelle piantagioni di cacao.
La coltura del cacao costituisce una fonte di reddito per i paesi produttori, trasformatori e consumatori. Coltivato su oltre 8 milioni di ettari di terreni tropicali in 40 paesi, attraverso una lunga e complessa filiera globale di approvvigionamento il cacao passa dai produttori ai commercianti, agli esportatori, ai trasformatori, ai produttori di cioccolato, ai rivenditori e ai consumatori.
L’Africa ha la più vasta regione produttrice di cacao, con il 70% della produzione globale proveniente soprattutto da Costa d’Avorio e Ghana. L’America Latina, l’Asia e l’Oceania producono rispettivamente il 13% del cacao. L’Unione europea importa oltre l’80% del suo cacao dall’Africa occidentale. L’industria del cioccolato europea è la più grande del mondo.
Oltre il 90% del cacao mondiale è coltivato da 5,5 milioni di piccoli agricoltori e altri 14 milioni di lavoratori rurali dipendono direttamente dalla sua produzione. La povertà, le tecniche agricole obsolete e il lavoro minorile sono diffusi nella coltivazione del cacao. All’Unione europea, quale principale importatore e consumatore mondiale di cacao e sede dei principali trasformatori e produttori di cioccolato, incombe una grande parte di responsabilità nel miglioramento della sostenibilità del settore del cacao.
Una delle principali questioni sollevate dal Parlamento europeo è stato l’impiego del lavoro minorile nei campi di cacao. L’estrazione dei semi di cacao continua ad essere un’attività ad alta intensità di manodopera visto che il taglio meccanico spesso danneggia i semi. Numerose relazioni hanno rivelato che i coltivatori di cacao fanno ancora uso di lavoro minorile nelle fattorie di cacao. Anche se gran parte del lavoro minorile avviene nell’ambito familiare, la situazione è preoccupante. Il problema delle peggiori forme di lavoro minorile deve essere risolto con urgenza.
In questo contesto la commissione INTA ha organizzato un’audizione al Parlamento europeo il 16 marzo 2011 con rappresentanti dell’OIL, dell’ICCO e della World Cocoa Foundation. Si è convenuto in linea di massima che gli obiettivi dell’accordo sul cacao del 2010 sono coerenti con i principi OIL e che gli articoli 42 e 43 dell’accordo costituiscono dei punti di partenza per affrontare la questione del lavoro minorile.
Il lavoro minorile è una questione di grande preoccupazione per i membri del Parlamento europeo che hanno manifestato la loro posizione sul lavoro minorile in generale, lo sfruttamento e la tratta di minorenni nel settore del cacao in particolare, in numerose risoluzioni e interrogazioni alla Commissione chiedendo il divieto del lavoro minorile nel commercio e l’eventuale introduzione dell’etichettatura di prodotti con la dicitura “senza il ricorso al lavoro minorile”.
Questo problema merita di essere affrontato separatamente in una risoluzione della commissione per il commercio internazionale da adottare in modo da sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica del lavoro minorile nei campi di cacao.