Non credo di averlo scelto. È capitato credo per caso e, dovessi rinascere, non lo rifarei per tutto l’oro del mondo ma il fatto è che il mio mestiere è quello di scienziato. Da questo mestiere ho ricavato soddisfazioni soverchiate da un sacco di guai dovuti principalmente alle scoperte fatte con mia moglie riguardanti la patogenicità delle micro e nanopolveri e alla mia cocciuta incapacità di distorcere ciò che è oggettivo.
Nel corso di ricerche molto più ampie, tra mille difficoltà il mio laboratorio è riuscito ad analizzare 23 vaccini diversi trovandoli tutti e 23 inquinati in maniera che è impossibile non definire preoccupante da particelle solide, inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili. Quella roba è capace – e noi l’abbiamo dimostrato al di là di ogni dubbio addirittura dirigendo due progetti di ricerca comunitari – di finire dovunque nell’organismo e d’indurre una lunga serie di malattie. Finire dovunque significa anche nel sistema nervoso centrale, nel cervello, e di questo abbiamo delle “belle” fotografie scattate al microscopio elettronico.
Ora, avere delle polveri inorganiche nel cervello non è cosa augurabile. Credo che tutti abbiano sentito dire che malattie come il Parkinson e l’Alzheimer hanno come responsabili quanto meno, se non certi, molto sospetti proprio i metalli pesanti, e di questi noi abbiamo trovato un ragguardevole campionario nei vaccini analizzati. Tutti e 23 i vaccini analizzati. Il che non significa necessariamente tutti i vaccini esistenti e tutti i lotti prodotti, ma 23 casi su 23 costituiscono una serie di casualità più rare di quanto non sia vincere il primo premio alla lotteria di Capodanno per 23 anni di seguito.
Da scienziato, non importa di quale levatura, io ho imparato come dovrebbero funzionare le cose. Mi riferisco al concetto scientifico di che cosa è vero, che cosa è probabile, che cosa è possibile e che cosa è meritevole di approfondimento. Purtroppo ho imparato pure che se la Scienza (e lo scrivo con l’iniziale maiuscola) in sé è immacolata, tutt’altro che tali sono alcuni dei suoi sacerdoti. Di sicuro, troppi. E sono proprio questi, blasfemi, simoniaci, prostituti, a riscuotere la maggiore attenzione e il maggiore credito a livello generale. Il motivo è semplice: sono funzionali ad un sistema in cui la Scienza non si serve ma la si usa. Anzi, la si violenta per i propri non certo nobili interessi.
Uno dei tanti problemi che destano per forza perplessità in chi li osservi è la crescita apparentemente incontrollabile di quella malattia terribile che è l’autismo. Se un tempo, e parlo di pochi decenni fa, si trattava di qualcosa di raro, tanto che io non avevo mai visto un paziente se non al cinema (il film Rain Man), ora mi capita con una frequenza allarmante d’incrociarmi con dei casi. Nella città in cui vivo – Modena – la famiglia che abita accanto ad un mio collaboratore ha due figli autistici, il che, credo, non appartiene a quella che dovrebbe essere la norma. Un amico modenese è padre di un altro. Un amico bolognese di un altro ancora e così ne è madre un’amica marchigiana.
Come spesso accade dell’Italia si sa poco ma chi legge le statistiche americane scopre che oggi un bambino su 50 sviluppa quella malattia e, credetemi, si tratta di numeri che fanno spavento. Un bambino affetto da autismo significa, oltre tutto, una famiglia stravolta e l’angoscia di non sapere che fine farà quel bambino quando, diventato adulto, perderà chi si prende cura di lui perché questi, per forza di natura, moriranno.
Io non ho le prove ma, da scienziato, i sospetti ce li ho. Sospetti, non certezze, ma i sospetti servono per investigare e l’investigazione deve essere onesta.
Il mio sospetto è legato all’inquinamento in generale, un fenomeno autoprodotto di un’entità enorme con cui non ci siamo mai confrontati prima, ma mi è impossibile non pensare ai vaccini, preparati di cui si fa un abuso perfino grottesco, non esitando a dipingere come gravi malattie del tutto benigne quando non ad inventare pandemie. Non voglio entrare in discussioni circa la loro efficacia ma mi si permetta di dubitare che iniettare pezzetti d’acciaio, di Piombo o d’Alluminio come abbiamo trovato noi porti benefici. Se scalogna vuole che quella roba finisca al cervello – e si tratta veramente di casualità imprevedibili – chi può affermare che non si tratti dell’innesco dell’autismo? Ricerche serie non ne sono mai state fatte, e questo per molte ragioni, la prima delle quali è il business colossale di cui i vaccini sono protagonisti: una cornucopia inesauribile su cui lucrano non solo le case farmaceutiche ma i tanti medici che vaccinano a cottimo e i politici che, legiferando o acquistando prodotti per un’intera nazione, muovono capitali immensi. Malauguratamente gli organi che dovrebbero controllare fanno tutt’altro. È così che si vaccina alla cieca senza rispetto per la persona, per la Medicina e persino per la legge, per esile che la legge sia, e si veda, per tutti e tre i casi, l’assurdità biologica delle vaccinazioni esavalenti praticate ai neonati.
Che fare? La Scienza, ma anche solo il più comune buon senso, propongono la soluzione più ovvia: uno studio a livello planetario senza interferenze. Certo, chi intasca quattrini a palate non ne sarebbe contento e avrebbe più di un motivo per temere che la gallina dalle uova d’oro s’isterilisca. Ma c’è di mezzo la salute e delle case farmaceutiche, dei cottimisti e dei politici d’assalto non c’importa un fico secco.
L’autismo è una piaga montante a velocità incontenibile – il 13% all’anno – e i vaccini, almeno così come sono prodotti, controllati e utilizzati oggi, devono per forza sedere nel banco degl’imputati. Colpa grave, colpa lieve o nessuna colpa lo dovranno stabilire i fatti nudi e crudi, spogliati delle stupidaggini e delle menzogne palesi che ci vengono propinate fidando nella credulità popolare e non peritandosi nemmeno di ricorrere a vere e proprie minacce e ricatti morali: se non vaccini tuo figlio, sei un criminale. E se fosse vero l’esatto contrario?
Il 20 aprile 2011, senza troppo clamore, gli Stati Uniti hanno ammesso che i vaccini avevano provocato in una ventina d’anni 101 casi d’autismo. Quelli sono i casi su cui non è nemmeno possibile discutere, ma quanti altri casi sono nel dubbio? In più, nello stesso periodo, lo stesso comunicato stampa americano rivela che 2.699 bambini sono morti o sono restati handicappati per il resto della loro vita a causa delle vaccinazioni. Ancora una volta, quelli sono i casi sui quali non si possono avanzare dubbi. E gli altri?
Io non mi spingo a condannare, ma voglio sapere. Voglio perché è un mio diritto e perché voler sapere fa parte inscindibile dell’etica che mi hanno insegnato quando sono stato così imprevidente da lasciarmi diventare uno scienziato, non importa di quale livello. E voglio sapere perché la guerra senza esclusione di colpi combattuta fianco a fianco da Big Pharma e dai cosiddetti politici a suon di falsificazioni evidentissime non può che mettermi in condizione di sospettare.
(Fonte Dott. Stefano Montanari)