Sono 525 i Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata e producono meno di 75 chilogrammi annui per abitante di rifiuto secco indifferenziato, per una popolazione che sfiora i 3 milioni di cittadini. Il Nord Italia al top con 413 Comuni. Segue il Sud (87) e il Centro (25). Le migliori Regioni sono nell’ordine: Veneto con il 35% dei Comuni Rifiuti free, Friuli Venezia Giulia (29%), Trentino-Alto Adige (17%) e Campania (9%); tutte oltre la media nazionale che è del 7%. Mancano all’appello Valle d’Aosta, Umbria, Puglia e Sicilia.
È quanto emerge dal rapporto Comuni ricicloni 2016 di Legambiente presentato a Roma, nell’ambito della tre giorni del Forum Rifiuti realizzato con Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club e in partenariato con il Coou, e durante il quale sono stati premiati i comuni Rifiuti free.
Per un’Italia Rifiuti free e per far vincere l’economia circolare, secondo Legambiente serve ora l’ultimo sprint finale per far diventare queste buone pratiche uno standard su tutto il territorio nazionale a partire dalla diffusione su larga scala di un sistema di tariffazione puntuale. Per un’Italia libera dall’emergenza rifiuti, Legambiente rilancia sei delle dieci proposte contenute nel Manifesto Rifiuti free (le altre quattro sono diventate realtà) e torna a ribadire l’importanza di introdurre l’obbligo di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale. Occorre:
1) utilizzare i proventi dell’ecotassa per politiche di prevenzione, riuso e riciclo;
2) premiare i comuni virtuosi e le popolazioni con sistema di tariffazione;
3) eliminare gli incentivi per il recupero energetico dai rifiuti;
4) completare la rete impiantistica italiana per il riciclaggio e il riuso dei rifiuti con gli impianti anaerobici e aerobici per trattare l’organico, quelli di riciclo di tutte le filiere e frazioni nelle regioni ancora sprovviste, i siti produttivi per la preparazione per il riutilizzo e tutte le innovazioni tecnologiche che sono in grado di recuperare materia dai rifiuti considerati fino a ieri irriciclabili, come ad esempio i pannolini usa e getta;
5) “Chi inquina paga”: lotta allo spreco e prevenzione della produzione di rifiuti;
6) stop a qualsiasi commissariamento per l’emergenza rifiuti. Per l’associazione ambientalista sono tutti obiettivi che si possono raggiungere e che l’Italia è in grado di fare, come dimostrano le numerose esperienze censite nel rapporto.
Oggi l’Italia è in grado di lasciarsi alle spalle le croniche emergenze e i conseguenti disastri ambientali. Sono infatti sempre più numerose le esperienze di gestione sostenibile dei rifiuti fondate su raccolte differenziate porta a porta, riciclaggio, sistemi di tariffazione puntuale, riuso e politiche locali di prevenzione. Si sono create nuove opportunità ambientali, economiche, sociali e l’innovazione impiantistica della valorizzazione dell’organico, degli ecodistretti e delle cosiddette fabbriche dei materiali rende possibile la massimizzazione del riciclaggio, anche delle frazioni fino ad oggi avviate a incenerimento e smaltimento. Grazie all’innovazione gestionale e impiantistica oggi è quindi possibile uscire dall’era degli impianti di smaltimento che trattano l’indifferenziato.
“I risultati emersi in questa nuova edizione del nostro rapporto”, dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, “sono assolutamente incoraggianti. Quella dei Comuni ricicloni e soprattutto dei quelli Rifiuti free è una rivoluzione e una riforma anti-spreco che fa bene al Paese, perché dimostra che l’economia circolare è già in parte in atto e che un’Italia libera dai rifiuti è un sogno realizzabile. Abbiamo comuni virtuosi nella raccolta differenziata ed eccellenze che hanno quasi annullato la necessità di smaltimento di quasi tutti i rifiuti normalmente prodotti”.