Basta con le aranciate senza arance. La Coldiretti annuncia il via libera comunitario al provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell’arancia a succo o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino. La richiesta di innalzare la percentuale di frutta nelle bevande rappresenta una richiesta sollecitata da anni dalle cooperative agroalimentari.
Ora con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri si rende noto il perfezionamento positivo della procedura di notifica alla Commissione Europea dell’articolo 17 della legge n. 161 del 2014.
L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia, sottolinea la Coldiretti, modifica una norma del 1958 che permetteva di vendere l’acqua come fosse succo e mira, in primo luogo, a tutelare la salute dei consumatori adeguandosi ad un contesto programmatico europeo che tende a promuovere una alimentazione più sana ed a diffondere corretti stili alimentari. In tale ambito, alcuni studi hanno posto in evidenza che una bevanda con il 20% di succo di arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C raccomandato dalle diverse Accademie scientifiche e la sua assunzione veicola un variegato mix di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del sistema immunitario.
Il prossimo passo verso la trasparenza, conclude la Coldiretti, è quello di rendere obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi lontani come Made in Italy.