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Anche nella gestione dei rifiuti elettronici l’Italia arranca

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Nel corso del 2012, il Consorzio italiano per il recupero e il riciclaggio degli elettrodomestici (Ecodom) ha trattato, in tutta Italia, circa 71.800 tonnellate tra frigoriferi, condizionatori, scalda-acqua, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, da cui ha ricavato 46.468 tonnellate di ferro, 1.722 tonnellate di alluminio, 1.328 tonnellate di rame e 5.892 tonnellate di plastica. Grazie al processo di trattamento, si è evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1.200.000 tonnellate di anidride carbonica (COv(2)) e si è intercettata e correttamente smaltita una significativa quantità di gas che danneggiano lo strato di ozono.

Nel 2012 il Parlamento Europeo ha approvato il testo della nuova Direttiva RAEE, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, che, tra le principali novità, impone, a partire dal 2019, un target di raccolta per gli Stati membri pari al 65% dell’immesso sul mercato (Put on the Market, PoM in seguito) o all’85% dei RAEE generati (WEEE Generated, WG nel seguito). Nel corso del 2011 il Sistema RAEE in Italia ha visto le proprie performance attestarsi su una raccolta di 4,29 kg/ abitante. Tale valore, seppur limitato ai RAEE domestici, evidenzia non solo lo spazio per significativi miglioramenti, ma anche un gap sostanziale dell’Italia rispetto ad altri numerosi Paesi europei.

I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi. La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell’ambiente o in discariche e termovalorizzatori (inceneritore) con conseguenze di inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua con ripercussioni sulla salute umana. Questi prodotti vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come il rame, ferro, acciaio,alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio, evitando così uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature oltre alla sostenibilità ambientale. Questo tipo di rifiuti sono comunemente definiti RAEE e sono regolamentati dalla Direttiva RAEE (o Direttiva WEEE, da “Waste of electric and electronic equipment”), recepita in Italia dal Decreto “RAEE”.

I RAEE sono rifiuti di AEE. Le AEE a loro volta sono apparecchiature che per un corretto funzionamento dipendono dall’energia elettrica, sia come utilizzatrici, sia come generatrici, progettate per funzionare a tensioni fino a 1000 V AC o 1500 V CC, e appartengono a una delle seguenti categorie:

  1. Grandi elettrodomestici;
  2. Piccoli elettrodomestici;
  3. Apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni;
  4. Apparecchiature di consumo;
  5. Apparecchiature di illuminazione;
  6. Strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni);
  7. Giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero;
  8. Dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati ed infetti);
  9. Strumenti di monitoraggio e controllo;
  10. Distributori automatici.

Lo studio di United Nations University – Institute for Sustainability and Peace, in collaborazione con Ipsos e Politecnico di Milano, ha realizzato per Ecodom la prima indagine sui RAEE domestici generati in Italia, permettendo di fornire evidenze a supporto della futura definizione dei target di raccolta, in particolare quantificando i RAEE domestici generati dai cittadini ed evidenziando sia le abitudini e le modalità di dismissione dei RAEE, sia i principali flussi complementari, alternativi al Sistema RAEE, che ad oggi intercettano quote rilevanti di rifiuti.

Attraverso una puntuale ricostruzione delle serie storiche d’immesso sul mercato per le diverse tipologie di AEE, la quantificazione dello stock di AEE che si è progressivamente accumulato nelle abitazioni delle famiglie italiane e la valutazione del tempo medio di permanenza delle AEE all’interno delle famiglie, sono stati stimati i quantitativi di RAEE domestici generati annualmente.

Tali quantitativi sono stati suddivisi sui diversi canali, evidenziando gli elementi cui il legislatore dovrà porre particolare attenzione nella definizione delle future strategie da adottare per il conseguimento dei target di raccolta.
Prendendo come base di osservazione e analisi il 2011, i principali risultati dello studio evidenziano che:

  • l’immesso sul mercato (PoM) per le AEE domestiche si attesta a 18,3 kg/abitante. La media dell’immesso sul mercato nei tre anni precedenti (2008-2010) risulta invece pari a 18,5 kg/abitante. Se il target di raccolta venisse stabilito pari al 65% del PoM nei tre anni precedenti, sarebbe quindi uguale a 12 kg/abitante;
  • i RAEE domestici generati ammontano a 16,3 kg/abitante. Se il target di raccolta venisse stabilito pari all’85% dei WG, sarebbe quindi uguale a 13,8 kg/abitante;
  • il Sistema RAEE costituito dai Sistemi Collettivi ha gestito nel 2011 solo 4,29 kg/abitante. Tale valore rappresenta il 35,8% del target basato sul PoM o il 31,1% di quello basato sui RAEE generati;
  • sono quantitativamente rilevanti i casi in cui i cittadini hanno alienato i RAEE in modo non corretto e quelli in cui non ricordano le modalità di smaltimento (in totale 2,3 kg/abitante, pari al 14% dei RAEE generati);
  • il 12,9% dei RAEE generati, pari a 2,1 kg/abitante, viene avviato dai Consumatori al circuito del riutilizzo: di questi però solo 1,4 kg/abitante (pari all’8,6% dei RAEE generati) viene effettivamente riutilizzato, i rimanenti 0,7 kg/abitante vengono esportati come AEE usate o inviati a trattamento. Esiste inoltre un 3,7% (pari a 0,6 kg/ abitante) che viene lasciato in vecchie abitazioni, restando comunque nel circuito delle famiglie. Complessivamente questi flussi rappresentano il 16,6% dei RAEE generati: è quindi fondamentale una corretta contabilizzazione di tali flussi, mediante la riduzione della quantità complessiva di RAEE generati nel computo del target;
  • nel 2011 i Centri di Raccolta (CdR) comunali e i Distributori hanno intercettato complessivamente 11,2 kg/abitante (pari al 68,7% dei RAEE generati); di questi il Sistema RAEE costituito dai Sistemi Collettivi ne ha ricevuto solo il 38,3% (4,29 kg/abitante). Ad oggi, quindi, una quota significativa di RAEE viene conferita direttamente dai CdR comunali o dai Distributori agli operatori del trattamento: anche in questo caso, pertanto, la corretta contabilizzazione di tale quota diviene di fondamentale importanza.

Flussi AEE e RAEE generati nel 2011 (in kg:abitante)

Questo studio segue un’analoga ricerca realizzata lo scorso anno dal Consorzio olandese WeCycle, che ha evidenziato come i nuovi obiettivi di raccolta fissati dall’Unione Europea saranno irraggiungibili se i singoli Stati membri non si assumeranno la responsabilità e il compito d’individuare e tracciare tutti i RAEE che oggi si disperdono in flussi spesso illegali, rappresentando una seria minaccia ambientale oltre che una significativa perdita economica.

Ogni Paese dell’Unione Europea sarà infatti chiamato, a partire dal 2019, a raccogliere l’85% dei RAEE che annualmente si generano nel proprio territorio: il Sistema RAEE italiano rischia di non trovarsi pronto a quella data – per quanto possa oggi sembrare lontana – se non verrà rinforzato e migliorato con adeguati provvedimenti normativi e attraverso una maggiore sinergia tra tutti gli attori della filiera.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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