“In Italia abbiamo ben 2,5 miliardi di euro già disponibili in cassa per la messa in sicurezza del territorio ma non li spendiamo. Questo è inquietante. I soldi ci sono ma è un problema di coordinamento ed anche di mentalità culturale. Cosa è stato fatto in 3 anni a Genova? Quale è stata la pianificazione? Sono stati fatti interventi non strutturali come i piani di protezione civile? Continua ad esserci, in Italia un problema di prevenzione di cui alcuni forse non ne conoscono il significato. Bisogna realizzare opere di messa in sicurezza tenendo conto del contesto per ottenere risultati compatibili con il territorio”. Gian Vito Graziano – Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi
“La città di Genova per dissesto idrogeologico credo sia la seconda città più pericolosa d’Europa e dunque il territorio va gestito in maniera diversa. Bisogna ridisegnare il territorio in maniera sostenibile. Si potrebbe ad esempio trattenere le acque a monte cercando di diluirle durante il percorso. Non possiamo spostare mezza Liguria ma possiamo invece fare la prevenzione con interventi sostenibili. Da tempo diciamo che c’è la necessità di convocare tavoli istituzionali ma purtroppo questi tavoli non siamo noi che dobbiamo convocarli”. Carlo Malgarotto – presidente dell’Ordine dei Geologi della Liguria
“Quello di Genova è un disastro di Stato seriale che avviene nell’inazione della politica rispetto al dissesto idrogeologico che in Italia continua a devastare il territorio e fare vittime. Mentre l’Italia annega il Parlamento non si occupa della più grande opera pubblica di cui il Paese avrebbe disperato bisogno: la messa in sicurezza del territorio. Ormai, però, l’ipocrisia della politica ha raggiunto livelli insopportabili: si dice di voler combattere il dissesto ma, poi, si approvano decreti che danno il via libera alla deregulation edilizia e al cemento con l’alibi di superare la crisi economica si pensa di asfaltare, edificare sul demanio, lottizzare, fare nuove autostrade e così facendo si porta l’Italia sott’acqua in modo permanente; senza considerare comuni e regioni che approvano leggi in deroga ai vincoli ambientali come accaduto con la Liguria con il suo piano casa e quello paesistico. Dal dopoguerra ad oggi i danni del dissesto sono stati quantificati in oltre 240 miliardi cos’altro deve accadere perchè la messa in sicurezza del territorio e le misure di adattamento al cambiamento climatico in atto vengano considerate un’emergenza nazionale?” Angelo Bonelli – leader dei Verdi