Qualcuno potrà obiettare che anche l’occhio vuole la sua parte. Nulla da eccepire, se non fosse che essere disposti a spendere circa 3 milioni di euro per lavare tappeti e lucidare arredi, in tempi in cui gran parte delle famiglie italiane tirano la cinghia per colpa della crisi e delle tasse, risulta se non altro poco in linea l’austerità instaurata da un anno a questa parte. Specialmente quando gli arredi in questione sono quelli della Camera e il denaro quello pubblico. Succede per l’appunto a Montecitorio, che di recente ha lanciato un bando da oltre 2,9 milioni per appaltare un servizio di “manutenzione di tappezzeria, falegnameria e opere vetrarie” da espletare nelle diverse sedi della Camera. In pratica, si tratta di interventi volti a dare una rinfrescata a mobili e pertinenze più o meno in uso agli onorevoli. Nel capitolato di gara si parla di interventi su rivestimenti di strutture con tessuto, moquette, servizio di lavaggio di parati e tendaggi, nonché manutenzione straordinaria di arredi Basile (dal nome dell’architetto autore del progetto di ampliamento di Montecitorio). Insomma un restyling in piena regola, i cui lavori saranno effettuati dall’impresa che presenterà l’offerta economica più vantaggiosa. Stando ai documenti che accompagnano il bando, i candidati risultano già individuati tanto che proprio pochi giorni fa la stessa Camera ha provveduto a recapitare l’invito a presentare l’offerta. Montecitorio per la verità non sembra essere nuovo al lancio di gare un po’ in controtendenza con i tempi duri della spending review. Spulciando nel sito istituzionale ci si imbatte infatti in una gara da 1 milione di euro per la fornitura di agende e agendine. Soldi che però stavolta potrebbero essere stati risparmiati, dal momento che la procedura risulta interrotta.
(Fonte MF – Gianluca Zapponini)