L’alcol risulta essere, tra tutte le sostanze psicoattive, la più dannosa in assoluto. È responsabile di un numero di morti premature (per tumori, cirrosi epatica, incidenti stradali, omicidi, suicidi e/o patologie neuropsichiatriche) nove volte superiori a quello causato dalle varie sostanze d’abuso illegali.
Si stima che negli ultimi 25 anni circa il 4% della mortalità in Europa sia da attribuire al consumo di alcol. Lo afferma il rapporto “Public health successes and missed opportunities. Trends in alcohol consumption and attributable mortality in the WHO European Region, 1990-2014 (2016)” dell’ufficio europeo dell’Oms. L’analisi è la prima a raccogliere i dati di tutti i paesi dal 1990 al 2014.
Il consumo tra gli adulti nella Regione è passato da 12 litri l’anno di alcol puro a poco più di 10, e si conferma come il più alto al mondo, con la media globale che non supera i 6 litri. Per l’Italia il trend è in forte discesa, e se all’inizio del periodo considerato nel nostro paese la quantità era simile alla media europea dopo 25 anni si è portata poco sopra 8. È stato proprio il calo nei paesi del Mediterraneo, che hanno un andamento molto simile, a spingere verso il basso la media europea, mentre soprattutto nell’Est i consumi aumentano (Bielorussia, Russia e Moldova in cima alla classifica). Questo si riflette nel dato sulla mortalità, che vede i paesi del sud Europa con 197 morti per milione di abitanti dovuti a questa causa, mentre la media europea è 527 mentre per i paesi dell’est è addirittura 1424.
Secondo un recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’ISTAT, in Italia i forti bevitori di alcolici sono 720 mila. Ma il problema non riguarda solo gli heavy drinkers. Secondo l’ISS ci sono oltre 8 milioni di italiani “a rischio”, di questi 1,5 milioni sono giovani dagli 11 ai 25 anni. La Toscana è la prima regione italiana per consumo medio quotidiano di alcol.
“Il rapporto”, concludono gli autori, “mette in luce la necessità di politiche per contrastare i consumi. Ridurre la disponibilità, aumentare la tassazione e rafforzare i bandi al marketing e alle sponsorizzazioni sono opzioni dall’efficacia dimostrata e costi ragionevoli”.