
L’aborto è stato la causa numero uno di morte al mondo nel 2018: 41,9 milioni di bambini sono stati uccisi prima di nascere.
In un anno 41,9 milioni di aborti nel mondo
I dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una delle entità che hanno militato maggiormente a favore dell’aborto nel corso della storia, sono spaventosi.
Nel 2018 ci sono state più morti provocate dall’aborto che la somma di tutte quelle derivanti da cancro, malaria, Aids, tabagismo, alcolismo e incidenti stradali. Ogni 33 bambini nati vivi, 10 sono stati abortiti.
Un genocidio silenzioso che non indigna i sacerdoti del politicamente corretto. Un capriccio di una umanità che pretende di avere il controllo anche della vita nel grembo materno.
Per rendere ancora meglio la drammaticità di questi dati basta applicare una semplice operazione matematica: 41,9 milioni di aborti nel mondo ogni anno, significano 114.794 interruzioni di gravidanza praticate ogni giorno, 4.783 ogni ora e 79 al minuto.
Poco meno della metà degli aborti nel mondo sono praticati in modo poco sicuro, ovvero in un modo che mette a rischio la salute e la vita delle donne.
La quasi totalità delle interruzioni pericolose avviene nei paesi in via di sviluppo. Parliamo di Asia, Africa e America Latina.
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Aborto, la situazione in Italia
In Italia emerge che il tasso di aborti è di 9 ogni mille donne in un gap di età tra i 15 e i 44: molto al di sotto della media europea che è di circa 21 aborti ogni mille donne.
Le associazioni che sostengono l’applicazione della legge 194 invitano però a guardare il dato anche nell’altro senso: gli aborti in Italia sono in diminuzione perché ci sono meno medici a farli e non c’è misura di quanti siano gli aborti clandestini.
E alla fine ancora molte donne sono costrette a emigrare da una regione all’altra per veder rispettata una legge di 40 anni fa. Che ora in tanti vorrebbero addirittura abrogare.
Le battaglie contro l’aborto non si fanno con le ideologie ma con la prevenzione.
Se vero, tutto ciò risulta allucinante!