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Sicurezza alimentare: Il 30% degli esercizi è irregolare. I consigli di Codacons

Nas

3.400 ispezioni effettuate, 540 tonnellate di alimentari deteriorati sequestrati e sanzioni per 1 milione e 300 mila euro nell’operazione “Ferie in sicurezza” promossa dai carabinieri dei Nas che, nell’ ambito di una collaudata strategia condivisa con il Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, hanno attivato un maxi dispositivo di controllo nel settore della sicurezza alimentare al fine di integrare ed intensificare l’ ordinaria attività di vigilanza per garantire la salute dei consumatori.

Nelle ultime settimane, sotto la lente di ingrandimento dei NAS è finita l’intera filiera alimentare, dalla distribuzione alla consumazione, ed in particolare quelle attività commerciali che durante le ferie estive sono meta dei vacanzieri (bar, gelaterie, stabilimenti balneari, ristoranti . . ). Nelle oltre 3.400 ispezioni effettuate, sul territorio nazionale, 500 Carabinieri dei NAS hanno rilevato irregolarità nel 30% delle strutture controllate, accertando 1.700 violazioni alle normative nazionali e comunitarie, segnalando oltre 1.100 persone alle Autorità Giudiziarie, Amministrative e Sanitarie ed elevando sanzioni amministrative per 1 milione e 300 mila euro.

L’attività svolta ha consentito di individuare e sottrarre alla distribuzione commerciale oltre 540 tonnellate di alimenti, di cui 344 tonnellate di pesce e molluschi e 196 tonnellate di alimenti di varia natura (gelati, dolci, miele, carne, formaggi, prodotti da forno, frutta, verdura, bibite e bevande) di ignota provenienza, in pessime condizioni igienico-sanitarie, stoccati in ambienti non adeguati, con date di scadenza superate anche da diversi anni. Inoltre, sono state accertate irregolarità igienico-sanitarie e documentali talmente gravi da rendere necessaria l’adozione di provvedimenti di sequestro o chiusura immediata di 27 ristoranti, 5 bar/gelaterie e 7 panetterie. Particolare rilievo hanno assunto le attività svolte dal:

NAS di Parma, che presso un deposito all’ ingrosso di prodotti ittici, in una cella frigo, ha rinvenuto e sottoposto a sequestro penale oltre 5 q. di pesce (tra cui ostriche) scaduti tra il 2008 e il 2010 che per origine, provenienza, quantità e qualità erano diversi da quelli dichiarati in etichetta, centinaia di etichette contraffatte nonché circa 8 kg di metabisolfito di potassio (additivo il cui utilizzo fraudolento permette di mantenere il colore ottimale del prodotto). Inoltre, nel medesimo contesto, i Carabinieri del Nucleo hanno proceduto al sequestro amministrativo di altre 5 tonnellate tra astici, aragoste, gamberi, scampi, filetti di salmone e di persico prive di rintracciabilità ed anch’ esse scadute di validità da circa 2 – 3 anni;

NAS di Bologna, presso un deposito all’ ingrosso di prodotti alimentari della provincia di Rimini, in una cella frigo, ha rinvenuto e sequestrato circa 2 tonnellate di merluzzi, ritagli di totano e sughi pronti a base di pesce (realizzati tra l’ altro con l’ aggiunta di aglio scaduto) in parte prive di rintracciabilità ed altre scadute. Inoltre, il paritetico Nucleo di Taranto presso un deposito all’ ingrosso di molluschi, con annesso allevamento, ha proceduto al sequestro di 4.800 mq. di tratto marino di proprietà demaniale, occupato abusivamente ed utilizzato per l’ allevamento e di 10 tonnellate di cozze potenzialmente pericolose per la salute pubblica poiché non sottoposte ai prescritti controlli veterinari, prive di certificazioni sanitarie e recanti bolli sanitari contraffatti;

NAS di Alessandria ha sequestrato 3,5 tonnellate di gelati (vari gusti: tiramisù, zuppa inglese, panna cotta, arancia, vaniglia, menta, melone) con temine minimo di conservazione superato anche da due anni e decine di classici panettoni di Natale (presumibilmente Natale 2008 nella considerazione che il termine minimo di conservazione era 31.05.2009). Nello stesso settore, il NAS di Milano, presso una società di commercio all’ ingrosso ed al dettaglio di prodotti dolciari della provincia, ha sottratto al consumo circa 15 tonnellate di prodotti per gelateria (semifreddi, gelati, torte, pasticcini) scaduti di validità da circa due anni e pronti per essere immessi nei canali di vendita per la distribuzione in Lombardia e Piemonte. Inoltre, date le gravi carenze igienico-sanitarie, strutturali e gestionali che i Carabinieri del Nucleo, nel corso dei controlli, hanno rilevato e segnalato, quali sporco diffuso nei locali, ambienti e utensili da lavoro non sanificati, mancanza della segnalazione certificata di inizio attività per la cella frigo, mancanza di idonee procedure di autocontrollo e della tracciabilità dei prodotti, nonché etichettatura non conforme in quanto riportante indicazioni non corrette sullo stabilimento di produzione, l’ A.S.L. “Milano 1” disponeva la sospensione immediata dell’ attività di commercio all’ ingrosso e al dettaglio;

NAS di Treviso, che ha sequestrato due impianti di acquacoltura della provincia, abusivamente attivati, comprensivi di 70 vasche e 320 tonnellate di trote e storioni, ivi allevate, accertando anche l’omessa predisposizione del registro di carico e scarico degli animali acquatici;

NAS di Livorno, che presso uno stabilimento di imbottigliamento di acqua minerale, unitamente a personale dell’ Azienda USL, ha proceduto alla sospensione immediata dell’ attività di imbottigliamento per le precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali (esfoliazione dell’ intonaco delle pareti e del soffitto, presenza di sporcizia, ragni e ragnatele sui macchinari della linea di produzione) ed al blocco sanitario di 26.250 litri di acqua minerale;

NAS di Salerno, che unitamente a personale ASL e SETSAL ha proceduto alla chiusura immediata ed alla sospensione dell’ intera attività di un ristorante-pizzeria. I Carabinieri del Nucleo, infatti, hanno rilevato le precarie condizioni igienico sanitarie degli ambienti, le pedane del banco piene di residui alimentari e grassi nonché il cattivo stato di conservazione e l’insudiciamento dei prodotti finiti e delle materie prime utilizzate. Al termine dell’ ispezione è stata sequestrata mezza tonnellata di alimenti (formaggi, farina, conserve di pomodoro, verdure) con muffe e carne rancida.

NAS di Catania, che presso un’ azienda apistica ha sequestrato 68 tonnellate di miele (in parte di presunta provenienza extracomunitaria) poiché risultate positive alle analisi di laboratorio per la presenza, oltre i limiti di legge, di idrossimetilfurfurale, una sostanza che, praticamente assente nel miele fresco, si forma con il trascorrere del tempo e rappresenta un indice di prodotto stantio.

L’attività costituisce un primo risultato e conferma l’ attenzione ed il rigore dei controlli eseguiti nel settore della Sicurezza Alimentare, di pertinenza del Ministero della Salute, quale Autorità nazionale, di cui i Carabinieri dei NAS sono i primi interpreti. La vigilanza resta alta ed il dispositivo continuerà ad operare per tutta l’estate al fine di garantire la salute dei cittadini e dei turisti. Sull’operazione di questi giorni è intervenuta anche il Codacons che chiede ai Nas di proseguire le ispezioni per tutto il mese di agosto, specie nelle località turistiche, e di estenderle ai chioschi, negozi e supermercati, che spesso non rispettano la catena del freddo.

Per l’associazione il fatto che il 30% degli esercizi fosse irregolare è particolarmente grave e dimostra perché in estate triplicano i casi di disturbi gastrointestinali causati da alimenti contaminati da microrganismi, le cosiddette infezioni, o da sostanze tossiche prodotte dagli stessi microrganismi (intossicazioni). Se nella preparazione o conservazione degli alimenti, infatti, si trascurano le norme igieniche e le corrette procedure per il mantenimento della catena del freddo, l’aumento della temperatura esterna favorisce la moltiplicazione di batteri. Se poi si utilizzano fin dall’ inizio prodotti scaduti ecco che il rischio di intossicazioni aumenta in modo esponenziale. L’ associazione ricorda che chi mette in vendita cibi contaminati commette reato (art. 444 del codice penale, “Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all’ alimentazione .. pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni..).

Di seguito alcuni preziosi consigli del Codacons per tutelarsi dai rischi alimentari estivi:

1) Ristoranti. A pranzo, specie nei ristoranti che non conoscete, diffidate dei carrelli con cibi freddi, conservati a lungo a temperatura ambiente, specie se con gelatine, creme, maionese, mascarpone, salse e uova.

2) Occhio all’aspetto! Controllate che non ci sia brina all’esterno delle confezioni surgelate, è indice di un cattivo mantenimento.

3) Buttate i cibi le cui confezioni presentano un rigonfiamento. Prestate attenzione, in particolare, ai prodotti freschi come latte, mascarpone, creme.;

4) Bibite. Non acquistate bottiglie d’ acqua o bibite lasciate sotto i raggi del sole. Ricordate, infine, che anche le bibite hanno una scadenza: controllatela! Molti chioschi estivi, per smaltire le rimanenze dello scorso anno, vendono bibite già scadute.

5) Frutti di mare. Non acquistate pesce e frutti di mare di dubbia provenienza e prendete cozze e vongole solo se contenute in confezioni sigillate e avvolte da una retina di plastica e con un’ etichetta che indica peso e scadenza dei frutti di mare. Ricordate che i frutti di mare possono essere conservati al massimo per 4 giorni, alla temperatura di 6°C, quindi, in frigorifero. Per il pesce ricordatevi di analizzare sempre anche il colore, l’ odore e l’ aspetto generale.

6) Congelatori. Nei bar e nei negozi non acquistate prodotti se il congelatore è stracolmo di roba. Per una corretta conservazione, infatti, i prodotti non devono mai superare un certo carico. Meglio, poi, i freezer con gli sportelli chiusi (solitamente verticali).

7) Gelati in spiaggia. A differenza dei cibi congelati, quelli surgelati hanno dei cristalli di ghiaccio più piccoli, microscopici. Se, quindi, notate che l’ alimento ha dei cristalli di ghiaccio più grandi, della brina, questo può essere un sintomo dell’ interruzione della catena del freddo. Insomma, se il gelato perde la sua compattezza e cremosità e diventa come la brina: buttatelo!

8) Igiene. Non consentite al negoziante di toccare il prosciutto con le mani: esistono le apposite palette. Stesso discorso se chiedete un panino al bar o se vi servono una bibita prendendo il bicchiere dall’ alto. Se poi il negoziante serve i clienti ma sta anche alla cassa, chiamate i vigili!

9) Ambulanti. Non acquistate nessun prodotto deteriorabile da carrettini ambulanti privi di celle frigorifere adeguate alla conservazione degli alimenti.

10) Scadenze. Controllate sempre la data di scadenza di tutti gli alimenti.

Un ultimo consiglio del Codacons: denunciate tutte le situazioni anomale alle Forze dell’ordine della zona. Se nel villaggio turistico o nell’ albergo in cui siete contraete una intossicazione alimentare, rivolgetevi al Codacons per chiedere i danni.

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Gli additivi autorizzati per l’uso alimentare

ruota alimenti

La recente questione “del pane nero” ovvero dell’uso del carbone vegetale, ha portato alla luce l’importanza sugli additivi alimentari, sul loro corretto uso e soprattutto sull’importanza per gli Operatori del Settore Alimentare di sapere quali sono gli additivi autorizzati.

Per questo con molto piacere CNA Alimentare, allega la circolare del Ministero della Salute, nella quale vengono riportati i regolamenti comunitari  riguardanti l’impiego e le caratteristiche di purezza degli additivi alimentari, pubblicati nel periodo 1° agosto-31 dicembre 2015. Allo stesso tempo abbiamo ritenuto utile fare un riepilogo della normativa in modo da dare alle imprese agroalimentari quanti più elementi di analisi e valutazione. Continue Reading

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Le 10 verità sul Made in Italy agroalimentare

Made in Italy-agroalimentare

L’Italia è certamente in crisi, vive, più di altri Paesi, un momento di grande incertezza appesantito dai suoi problemi antichi: il debito pubblico, le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace. Ma non è un paese senza futuro. A patto che riparta da ciò che nel mondo ci rende eccellenza: la bellezza, il genio, la creatività ancorati ai territori. E la qualità, che da quella bellezza e creatività trae ispirazione e forza: qualità che nel mondo è uno dei sinonimi di Italia, e trova riconoscimento nella forza del Made in Italy.

“Nelle 10 verità”, sottolinea Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola e promotore del dossier sulla competitività italiana realizzato in collaborazione con Unioncamere e Fondazione Edison per Coldiretti, “c’è ben più che una replica a tanti falsi luoghi comuni. C’è un’idea di futuro per la nostra agricoltura che vale per tutta la nostra economia. La nostra agricoltura è infatti un settore che è cresciuto nel segno della qualità, che da un contributo importante all’attrattività del Made in Italy nel mondo e che continua a svilupparsi scegliendo la via dell’eccellenza. Una ricetta valida per tutto il Paese. Una scelta strategica che va salvaguardata anche negli accordi internazionali e che, ad esempio, deve essere la bussola anche del Ttip. L’Italia che può battere la crisi è infatti il Paese che asseconda la propria vocazione a produrre bellezza e qualità, che riconosce i propri talenti e li accompagna con l’innovazione, la conoscenza e le nuove tecnologie. Non è affatto una sfida facile né scontata: per farcela, l’Italia deve fare l’Italia”. 

I dieci primati italiani nel settore agroalimentare:

  1. L’Italia è tra i paesi che, nella globalizzazione, hanno conservato maggiori quote di mercato mondiale. Mantenendo, dopo l’irruzione della Cina e degli altri Brics, il 72,6% delle quote di export rispetto al 1999. Performance migliore di quelle di Usa (70,2%), Francia (59,8%), Giappone (57,3%), Regno Unito (53,4%) (elaborazione su dati Wto);
  2. Il modello produttivo italiano è tra i più innovativi in campo ambientale. Per ogni milione di euro prodotto dalla nostra economia, emettiamo in atmosfera 104 tonnellate di CO2, la Spagna 110, il Regno Unito 130, la Germania 143. Siamo più efficienti anche nel campo dei rifiuti: con 41 tonnellate ogni milione di euro prodotto, distanziamo di parecchio anche la Germania (65 t). Non solo, siamo campioni europei nell’industria del riciclo: a fronte di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese, ne sono state recuperate 24,1 milioni di tonnellate, il valore assoluto più elevato tra tutti i paesi europei (in Germania ne sono state recuperate 22,4 milioni). Nulla da stupirsi dunque, se il sistema produttivo italiano è anche quello che guida la riconversione verde dell’occupazione europea: secondo l’Eurobarometro della Commissione UE, entro la fine del 2014 il 51% delle PMI italiane avrà almeno un green job, una quota superiore a quella media europea (39%) e ben al di sopra di quella del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%); (fonte: dati GreenItaly 2013);
  3. L’Italia è, nell’eurozona, la meta preferita dei turisti extraeuropei. Siamo il primo paese per pernottamenti di turisti extra Ue, con 56 milioni di notti. Siamo la meta preferita di paesi come la Cina, il Brasile, il Giappone, l’Australia, gli Usa e il Canada (dati Eurostat elaborati da Coldiretti con la Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison con);
  4. Considerando il debito aggregato (stato, famiglie, imprese) l’Italia è uno dei paesi meno indebitati al mondo. Se invece del pesante debito pubblico guardiamo la situazione debitoria complessiva del Paese, l’Italia è più virtuosa (col 261% del PIL) di Stati Uniti (264%), Regno Unito (284%), Spagna (305%), Giappone (412%). (Elaborazione su dati Banca d’Italia);
  5. L’Italia vanta 120 prodotti agroalimentari in cui è leader mondiale per qualità. In 120 prodotti, sui 704 in cui viene disaggregato il commercio agroalimentare mondiale, l’Italia si piazza prima, seconda o terza al mondo per valore medio unitario nell’export (elaborazione su dati Istat, Eurostat e Un Comtrade 2013);
  6. I prodotti agroalimentari italiani dominano sui mercati mondiali. Tra i prodotti dell’agroalimentare italiano ben 23 non hanno rivali sui mercati internazionali e vantano le maggiori quote di mercato mondiale. E ce ne sono altri 54 per i quali siamo secondi o terzi. Nonostante la contraffazione e la concorrenza sleale dell’Italian sounding, siamo sul podio nel commercio mondiale per ben 77 prodotti (elaborazione su dati Istat, Eurostat e Un Comtrade 2013);
  7. Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione nella produzione di valore aggiunto. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti per ettaro a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea);
  8. L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l’agricoltura italiana emette il 35% di gas serra in meno della media Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna (il 12% in meno), Francia (35%), Germania (39%) e Regno Unito (il 58% di gas serra in meno) (elaborazione su dati Eurostat realizzata da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison con Coldiretti) ;
  9. L’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici (0,2%, un terzo in meno rispetto all’anno prima), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%, aumentati di circa un terzo rispetto all’anno prima) e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari (6,3%) (elaborazione su dati Efsa 2014);
  10. L’Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Con 43.852 imprese biologiche (il 17% di quelli europei) siamo i campioni europei del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e Polonia (25.944, 10% di quello europeo) (elaborazione su dati Fibl-Ifoam).
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Ad alimentare la teoria del complotto sono le stesse istituzioni

strage Parigi

Un libro di due esperti cinesi degli anni 90, “Guerra senza limiti”, indicava il terrorismo, l’uso dei media e la manipolazione dei mercati come gli elementi delle moderne guerre. Se rileggiamo i fatti degli ultimi 15 anni le intuizioni di questi cinesi sono state confermate.

“L’incubo è finito e siamo tutti sollevati. Tuttavia non riesco ad aggiungere la mia voce al coro di plauso ai servizi di sicurezza francese. Un blitz non può essere considerato un successo se si conclude con la morte di ben 4 ostaggi. In termini di sicurezza è emersa in queste ora una serie di errori e anomalie che per ora resta senza risposta. Parto dall’ultimo dubbio in ordine cronologico e, a mio giudizio, più grave:

Perché i fratelli Kouachi, due terroristi che hanno sterminato i redattori di Charlie Hebdo, sono stati uccisi?

Mi spiego: mentre l’assalto al negozio Kocher era impegnativo e rischioso a causa della presenza di ostaggi e pertanto rendeva quasi inevitabile l’uccisione di Amedy Coulibaly, il blitz contro i fratelli Kouachi è avvenuto in condizioni ben diverse, quasi ideali per catturali vivi. Ora lo sappiamo con certezza: erano asserragliati nella tipografia senza ostaggi. C’era un solo dipendente quando hanno fatto irruzione, il quale ha avuto la prontezza di riflessi di nascondersi in uno scatolone e i fratelli Kouachi non si sono mai accorti della sua presenza, che è stata provvidenziale per le forze di sicurezza. Via sms costui ha inviato alle forze dell’ordine importanti indicazioni sulle mosse dei due terroristi.

Le condizioni erano ottimali per catturarli vivi. E invece sono stati entrambi uccisi. Secondo le ricostruzioni di stampa i due sarebbero usciti dalla tipografia, nella quale si erano asserragliati, sparando all’impazzata contro le forze di polizia dopo che queste – probabilmente – avevano iniziato a lanciare lacrimogeni nel locale. Un contesto difficile e confuso ma di certo non insolito per delle teste di cuoio altamente preparate a questo tipo di eventi e addestrate sia ad uccidere sia a neutralizzare tenendo in vita.

Ed è evidente che la cattura è altamente preferibile all’eliminazione, tanto più in assenza di ostaggi. Vivi, i due sarebbero stati interrogati, si sarebbe potuto scoprire la loro rete di contatti, i loro mandanti, approfondire la storia del reclutamento nello jhadismo, E invece sono stati uccisi entrambi. Era davvero indispensabile?

A queste domande se ne aggiungono altre, sempre riguardanti la sicurezza e in parte già segnalate da alcuni nei giorni scorsi. Queste:

– Fino a poche settimane fa la redazione di Charlie Hebdo era sorvegliata da una camionetta 24 ore su 24, poi la misura è stata revocata e a proteggere è rimasto un poliziotto. Nonostante proprio prima di Natale le autorità fossero in allarme per possibili attentati, la protezione di uno dei siti più ovvi, sensibili e prevedibili di Francia non è stata aumentata, con una leggerezza inspiegabile e imperdonabile. E’ il più grande regalo che si potesse fare a dei terroristi jihadisti. Chi risponde di questa scelta? Quali le motivazioni?

– Com’è possibile che due terroristi altamente addestrati, in grado di compiere con straordinaria freddezza e professionalità una strage come quella del Charlie Hebdo, si rechino sul luogo dell’attentato con la carta di identità e per di più la dimentichino nell’auto usata per la fuga? Nella mia vita ne ho viste tante, ma una doppia leggerezza così sciocca da parte di guerriglieri che da settimane preparavano l’attentato è davvero molto insolita.

Che fine ha fatto il terzo complice? Perché le forze dell’ordine hanno additato, sin dalle prime ore, un giovane che in realtà è risultato completamente innocente (al momento del blitz si trovava a scuola)? C’era o no? E se sì chi era? E’ ancora in fuga?

– Dalle immagini dell’assalto a Charlie Hebdo si nota che l’auto, una Citroën, era ferma in mezzo alla strada. Com’è possibile che sia stata lasciata lì durante il blitz, col rischio di bloccare il traffico e di attirare l’attenzione? O era parcheggiata altrove?

– Cos’è successo quando, subito dopo la strage, l’auto dei terroristi è stata bloccata da un’auto della polizia nella via di Charlie Hebdo?

E infine:

– I fratelli Kouachi erano noti da tempo ai servizi di sicurezza francesi, a quelli americani, persino a quelli italiani. Com’è possibile che il loro ritorno in Francia sia passato inosservato? Qualcuno monitorava le loro mosse? Li controllava? Se no, perché? Se sì, perché non sono stati fermati in tempo?

Io non ho risposte a queste domande, che restano fondamentali per capire fino in fondo i tragici attentati di Parigi. Mi limito a formularle.

Certo, invece, è il giudizio sui servizi di sicurezza francesi: sono stati disastrosi sia prima, sia durante, sia alla fine”. Marcello Foa

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La contraffazione alimentare

Con la stagione estiva i NAC – Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari – hanno intensificato le attività di vigilanza sulle produzioni agroalimentari in tutto il territorio nazionale, puntando l’attenzione sulla tracciabilità e sulla etichettatura dei prodotti agroalimentari, nonché sulla commercializzazione dei prodotti con marchi di qualità DOP, IGP, STG. I NAC, che si sono avvalsi anche della collaborazione dei Comandi Territoriali dell’Arma e dell’Ispettorato Tutela Qualità e Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, hanno sequestrato 2600 litri di olio extravergine d’oliva con etichettature ingannevoli, 5 tonnellate di prodotti con falsi marchi Dop, 200 tonnellate di fitofarmaci illegali. Hanno inoltre segnalato all’Antitrust pratiche commerciali scorrette su prodotti alimentari di largo consumo e attivato l’Interpol per contrastare il falso “made in Italy”.

La contraffazione alimentare può essere di due tipi:

1. Falsificazione, adulterazione o sofisticazione dell’alimento. Si tratta della creazione di un alimento composto da sostanze diverse per qualità o quantità da quelle che normalmente concorrono a formarlo (si pensi ai surrogati), o modificato attraverso la sostituzione, la sottrazione, l’addizione di elementi che normalmente lo compongono. L’art. 5 L. 283/1962 vieta di impiegare nella preparazione o distribuire per il consumo sostanze alimentari mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale: sono vietate adulterazioni e variazioni compositive degli alimenti.

2. Falsificazione del marchio o dell’indicazione di provenienza geografica o della denominazione di origine. Si tratta dell’apposizione di un dato falso sull’alimento o sulla sua confezione, ovvero dell’abusiva riproduzione del brevetto secondo il quale l’alimento stesso è prodotto. Questo tipo di contraffazione risulta maggiormente diffuso all’estero e ha comportato lo sviluppo del mercato imitativo dell’ Italian Sounding, un fenomeno nell’utilizzo di etichette o altri simboli o colori o figure sull’imballaggio che evochino l’italianità dei luoghi di origine della materia prima, della ricetta, del marchio o del processo di trasformazione di prodotti fabbricati in realtà all’estero. I prodotti recano nomi di marchi che suonano italiani, ma in realtà sono stati realizzati all’estero.

I Paesi che “falsificano” maggiormente sono gli USA, l’America Latina e l’Australia. Il valore dell’esportazione dei prodotti alimentari italiani originali nel 2011 è stato di circa 23 mld di euro (più 10%). La contraffazione di prodotti alimentari italiani erode il fatturato delle imprese esportatrici di circa 6 mld di euro ogni anno, con un’incidenza del 25% sul export compressivo del comparto a fine 2011( 23 mld di euro). L’attività di contraffazione dei prodotti alimenari italiani, unitamente al fenomeno del Italian Sounding hanno un giro d’affari mondiale valutato attorno ai 60 mld di euro, una cifra che corrisponde poco meno della metà del fatturato dei prodotti originali.

I danni della contraffazione alimentare

La contraffazione alimentare genera danni economici al consumatore, alle imprese, allo Stato, ma anche alla salute pubblica, dal momento che possono essere distribuiti alimenti. Infatti, nel caso di frode sull’origine e la provenienza di un alimento, quest’ultimo può non essere necessariamente tossico, mentre in caso di frode sulle qualità dell’alimento e di contraffazione delle sostanze che concorrono a formarlo, i consumatori si trovano davanti a sostanze potenzialmente nocive.

Il prodotto alimentare contraffatto:

  •  è realizzato senza rispettare standard di sicurezza, qualità ed efficacia;
  •  può utilizzare ingredienti corretti, ma di provenienza ignota;
  •  taluni ingredienti importanti possono essere assenti, o possono essere sostituiti con ingredienti meno costosi.

Il prodotto alimentare contraffatto può essere gravemente nocivo per la salute. Un prodotto contraffatto è di qualità e costo inferiore di almeno un terzo rispetto all’originale. Taluni produttori, ad esempio, hanno realizzato mozzarelle di bufala prodotte con latte in polvere proveniente dalla Bolivia, rigenerato e corretto con siero unito al latte casertano. Questo perché il latte boliviano costa 50 cent/kg. La distribuzione dei prodotti contraffatti avviene per lo più attraverso due canali alternativi: il circuito clandestino ed il circuito commerciale abituale.

Di seguito alcuni dettagli sulle principali operazioni “Estate Sicura” dei Nac:

– Sequestrati oltre 2600 litri di olio extravergine d’oliva con etichettatura ingannevole in seguito a controlli sulla tracciabilità nel settore oleario in Liguria ed Emilia Romagna. Il prodotto recava tra l’altro un acronimo simile al marchio DOP che poteva indurre in errore il consumatore.
– Sequestrate oltre cinque tonnellate di prodotti alimentari nell’ambito di un’operazione a tutela del Pistacchio DOP; indagati tre titolari di ditte di importazione, lavorazione e commercializzazione per frode nell’esercizio del commercio e contraffazione di prodotto a denominazione di origine. In etichetta, infatti, era falsamente indicato l’utilizzo di Pistacchio Verde di Bronte DOP, mentre i pistacchi realmente impiegati come ingredienti erano di origine greca, siriana e californiana. Gli stabilimenti di produzione sono stati localizzati nella provincia di Catania mentre i prodotti contraffatti sono stati individuati in una catena della Gdo con sede amministrativa nel bolognese.
– Sequestrate presso alcuni supermercati delle province di Napoli, Salerno, Caserta e Avellino confezioni di formaggio con marchi DOP (Grana Padano, Caciocavallo Silano) e tranci di mortadella con marchio IGP apposti abusivamente.
– Sequestrate in un caseificio del salernitano numerose buste per il confezionamento di prodotti alimentari indicanti la falsa evocazione della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Altre violazioni riscontrate hanno riguardato il sequestro di prodotti ittici congelati senza indicazioni sulla tracciabilità, e la falsa evocazione di prodotti ortofrutticoli DOP.
– Segnalato all’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato (Antitrust) un caso di comunicazione ingannevole riguardante la commercializzazione di confezioni di conserva di pomodoro recanti il marchio registrato di una nota zona geografica della Campania e – con caratteri più piccoli e di difficile lettura – l’indicazione della provenienza dei pomodori da altra Regione.
– Segnalato all’Antitrust anche il caso della commercializzazione nella Gdo di “filetti di merluzzo” di noti marchi mendacemente pubblicizzati quali “merluzzo” o “nasello” del Mediterraneo e risultati invece provenienti dall’Atlantico.
– Attivata la rete di cooperazione internazionale di Interpol per contrastare la contraffazione del vino Amarone della Valpolicella DOC, posto in commercio in Danimarca con un’etichetta falsa che riproduceva quella di un’azienda vinicola veneta realmente esistente.
– Comminate sanzioni amministrative a diversi esercizi di ristorazione di località turistiche della riviera veneta, romagnola e ligure per la somministrazione di olio d’oliva in contenitori non etichettati.
– In Roma e provincia sono stati operati controlli sulla tracciabilità ed etichettatura su 500 prodotti etnici di provenienza indiana in negozi gestiti da cittadini pakistani e bengalesi, riscontrando violazioni per la vendita di prodotti ortofrutticoli sfusi privi delle prescritte indicazioni di varietà, categoria e provenienza.

Da ricordare infine che nel mese di luglio si è conclusa un’operazione dei NAC contro la diffusione nel mercato agroalimentare di fitofarmaci illegali, con il sequestro di oltre 200 tonnellate di agrofarmaci (per un giro d’affari stimato in oltre 2.000.000 di euro solo nell’ultimo anno). Ventiquattro persone coinvolte sono state colpite da provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere, contraffazione di prodotti industriali, ricettazione, riciclaggio e abusiva commercializzazione di agrofarmaci.

(Fonte adiconsum)

Mangia che ti passa. Uno sguardo rivoluzionario sul cibo per vivere più sani e più a lungo. Mettereste della sabbia nel serbatoio della vostra automobile? Certamente no. Eppure molti di noi fanno qualcosa di simile, ogni giorno, con una macchina assai più preziosa e delicata: il nostro organismo. In una vita di 80 anni una persona ingerisce in media dalle 30 alle 60 tonnellate di cibo. È quindi poco prudente sottostimare l’effetto della nutrizione sulla nostra salute.

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