Le aziende di Roma Capitale, ATAC, AMA, ACEA, riguardano servizi fondamentali quali il trasporto pubblico, l’igiene ambientale, le fonti energetiche, le nuove tecnologie e costituiscono un asse strategico e determinanti per il rilancio e lo sviluppo della città. Il Bilancio di questi 5 anni è disastroso. La vicenda di parentopoli, con le assunzioni indiscriminate e clientelari (oggetto di inchieste della magistratura), di personale non necessario alle aziende; il pesante indebitamento con le banche e i forti interessi da pagare; il continuo avvicendamento ai vertici aziendali, per lotte di potere interne; l’inefficienza del servizio causato da carenza di manutenzione e incapacità dirigenziale, hanno determinato un aumento delle tariffe a carico degli utenti e un generale disservizio con gravi conseguenze sulla città.
ATAC – 12.600 dipendenti
120 milioni di fatturato
210 milioni di debiti
Le attese alle fermate, raggiungono una media di 20 minuti, con punte che superano 30 minuti. Ogni giorno si registrano decine di corse soppresse per guasti.La MetroB1 di recente apertura, ha continui disservizi. Le Aziende TPL, che gestiscono 24 milioni di Km, sono continuamente in sciopero perchè ATAC non. Le Grandi Officine OGR, sono del tutto inefficienti con un debito di 90 milioni. Il contratto di servizio con il Comune, non è rispettato e i Km di percorrenza, anzichè aumentare sono diminuiti nel 2012 di 4 milioni di Km.
AMA – 8000 dipendenti
1 miliardo 771 mila fatturato
debiti 1 miliardo 730 mila euro, di cui 620 milioni con le banche
Gli impianti di trattamento (Rocca Cencia, Salaria, Maccarese, etc), sono inadeguati e inefficienti; la raccolta differenziata al 2012 è ferma al 25% a fronte di un obiettivo del Piano Industriale al 50%, costringendo Roma Capitale a spedire i rifiuti in altre regioni con un forte aumento dei costi. Tutto ciò malgrado Roma abbia la tariffa più alta in Italia.
ACEA – Dipendenti 7050
fatturato 3,5 miliardi
debito 2 miliardi 174 euro
In 5 anni non ha avuto nessuna strategia aziendale, ha raddoppiato il debito con un forte calo in borsa e un abbassamento di quotazione del rating. Ha venduto tutti gli inpianti fotovoltaici strategici, da cui ha ricavato 140 milioni per fronteggiare i debiti. Non è in grado di recuperare milioni di crediti dalle grandi utenze. Malgrado ha speso 40 milioni per un nuovo data base e 1,8 milioni per i contatori digitali, anzichè migliorare il servizio ai clienti, ha creato il problema delle cartelle pazze. Il dato incontrovertibile sul fallimento gestionale, è il confronto con altre aziende gemelle, che mostrano un aumento delle quotazioni in borsa (ACEGAS – Trieste + 3,90%, ACEA Como ] 6,77%, Hera Bologna + 5,27%, Iren Torino + 21,87%), mentre ACEA è a – 11%).
*Athos De Luca